Livorno, ora Tdt punta sulla ferrovia: «Tolti 1.500 tir dalla Fi-Pi-Li»
La società ha anche in programma di allungare i binari interni. Il general manager Mignogna: «Il nostro impegno per l’ambiente»
LIVORNO. «Nel 2024 abbiamo registrato il record per la parte intermodale, operando più di 1.300 treni nel nostro raccordo ferroviario. Anche la quota di contenitori trasportati sui binari è cresciuta, raggiungendo il 20 per cento rispetto al totale dei contenitori “hinterland”». Il percorso era già stato avviato, ma Terminal Darsena Toscana – spiega l’ingegnere Marco Mignogna, general manager di Tdt – ora più che mai punta sui collegamenti via ferro in affiancamento al “più classico” trasporto su gomma.
Cambiano i tempi e le necessità con l’obiettivo (tra gli altri) sempre più stringente della sostenibilità ambientale e dell’allargamento della cosiddetta “catchment area” (bacino di mercato) del porto.
I numeri
L’azienda inizia la sua attività il 1° gennaio 1997 e, da allora, Terminal Darsena Toscana è diventato lo scalo al servizio dei mercati dell’Italia centrale e del nord-est, ovvero lo sbocco a mare ideale di un ampio hinterland formato principalmente da Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Marche e alto Lazio, rappresentando il punto chiave per l’accesso ai mercati europei, giocando un ruolo importante per i mercati americani (in particolare Stati Uniti) e dell’Africa occidentale. Il terminal ferroviario di Tdt ha un’ampiezza di quasi 50mila metri quadrati e conta tre binari interni per un totale di 1.350 metri (lunghi circa 450 metri ciascuno) ma già la società ha inserito nel suo piano d’impresa l’ampliamento così da consentire – precisa Mignogna – l’allungamento complessivo di 900 metri (300 ciascuno). «La ferrovia è il mezzo di trasporto che ci consente di ampliare il nostro bacino di mercato – spiega il general manager Mignogna– . Attraverso di lei, infatti, possiamo arrivare ad aggredire i mercati più lontani consentendoci di uscire da una dimensione provinciale e regionale, Livorno non può essere soltanto il porto della Toscana e, per andare più in là, la ferrovia è il mezzo su cui dobbiamo puntare sempre di più».
Gli obiettivi
«Allo stesso tempo dobbiamo guardare anche alla sostenibilità ambientale e all’efficienza logistica nel “corto raggio” – prosegue Mignogna – ed è per questo che, a partire dalla scorsa estate, è iniziato un collegamento ferroviario intermodale tra l’Interporto della Toscana centrale di Prato e il Terminal Darsena Toscana, utilizzato per il trasporto di acqua minerale dal sito produttivo di Acqua Panna (Gruppo San Pellegrino) a Scarperia, in provincia di Firenze, fino al porto di Livorno. Questo collegamento è in grado di sostituire l’equivalente di 1.500 camion all’anno con una riduzione del 12 per cento delle emissioni di anidride sulla tratta Scarperia-Livorno e una riduzione del traffico sulla congestionata arteria Firenze-Pisa-Livorno».
Verso il futuro
E ora Terminal Darsena Toscana guarda già al futuro. «Uno degli investimenti che ci preme di più e che abbiamo già inserito all’interno del nostro piano d’impresa riguarda il prolungamento del nostro raccordo ferroviario così da consentire di allungare i binari interni fino a 750 metri – conclude il general manager di Tdt, Mignogna – . In questo modo sarà possibile avere tre binari compatibili con il nuovo standard dell’Unione Europea. È un progetto importante, su cui crediamo molto, e che abbiamo inserito nel nostro piano d’impresa, in attesa della valutazione da parte dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale. Qualora il progetto venisse approvato, saremo pronti a realizzarlo con nostri investimenti una volta completato il consolidamento di una porzione di circa 20mila metri quadrati della prima vasca di colmata della Darsena Europa».
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