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Autoproduzione, il governo “stoppa” l’antitrust

di Maurizio Campogiani
Autoproduzione, il governo “stoppa” l’antitrust

Rispondendo a un’interrogazione dell’onorevole Pastorino (Gruppo Misto), il Ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Cirielli, ha momentaneamente escluso la possibilità di modifiche all’attuale quadro normativo così come proposto dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, confermando che il Governo è comunque al lavoro per varare una nuova legge di settore

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L’autoproduzione, ovvero la possibilità per gli armatori di utilizzare personale di bordo per eseguire alcune operazioni in banchina, come il rizzaggio e il derizzaggio a bordo dei traghetti, non sembra essere in discussione. Almeno per il momento e almeno andando a interpretare le parole pronunciate dal Ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (Fratelli d’Italia), in risposta a un’interrogazione presentata dall’onorevole Luca Pastorino (Gruppo Misto).

Un intervento, quello del rappresentante del Governo, arrivato a pochi giorni di distanza rispetto alla proposta avanzata a inizio anno dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, molto più che possibilista rispetto ad un cambiamento dell’attuale quadro normativo e che aveva raccolto l’immediato pollice verso da parte delle organizzazioni sindacali.

E proprio facendo seguito alla proposta dell’Antitrust, l’onorevole Pastorino aveva chiesto al Governo quali iniziative di competenza intendesse porre in essere, “affinché sia garantita la tenuta dell’attuale assetto, tutelando la qualità dell’operato e l’occupazione dei lavoratori portuali, specificando con chiarezza quale sia la posizione del Ministero in merito alla proposta di modifica dell’articolo 16 della legge portuale in favore dell’autoproduzione”.

Nella sua risposta, il Ministro Ciriani, riferendosi proprio all’Antitrust, ha specificato che “la proposta non risulta coerente con il meccanismo autorizzatorio previsto dall’attuale disciplina”. Ha poi aggiunto che “tra i fattori dirimenti si segnala la mancata estensione ai vettori marittimi dei requisiti di carattere personale, tecnico, organizzativo, di capacità finanziaria, di professionalità richiesti agli operatori e alle imprese ai fini del rilascio dell’autorizzazione, che potrebbe determinare riflessi negativi sulla sicurezza del lavoro”. Ciriani ha anche ricordato che l’autoproduzione era stata possibile nel 2020 solo come strumento per rispondere alla situazione emergenziale determinatasi a causa del Covid.

A conforto delle sue argomentazioni, il Ministro per i rapporti con Parlamento ha infine posto l’accento sui temi della sicurezza, particolarmente sentiti all’interno dei porti, sottolineando che “la stessa presenza di personale di tabella fuori dalla nave appare, infatti, destinata a incidere sugli aspetti connessi alla sicurezza della navigazione”. Ciriani ha concluso la sua risposta ribadendo che il Ministero competente, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, sta elaborando una sua autonoma proposta di riforma della Legge in vigore. Quindi di autoproduzione non se ne parla. Almeno per ora.

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