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Piazzali e movimentazione auto nel porto di Livorno: verso lo sciopero del 13 dicembre. I motivi e la nota del sindacato

di Iacopo Simoncini

	Un lavoratore (foto di repertorio)
Un lavoratore (foto di repertorio)

Giovedì 12 dicembre ci sarà un incontro tra le delegazioni dei lavoratori e l’Autorità di Sistema Portuale

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LIVORNO. È allarme per l’automotive. A lanciarlo è l’Usb che in una nota sostiene: «Il settore della movimentazione auto nuove e della gestione dei piazzali portuali è perennemente in crisi. Lo è per via del sistema degli appalti e delle tariffe al ribasso. Periodicamente i lavoratori si trovano a dover affrontare cambi di appalto, bassi salari, inquadramenti non corretti, malattia non pagata e richiesta di produttività alle stelle. A differenza dei loro colleghi portuali la logistica portuale è sempre stata relegata a servizi accessori, nei quali regna il “far west” e dove le grandi società cercano di massimizzare il profitto. La movimentazione auto interna al porto ha una tariffa in quanto a oggi vi è l’obbligo (o almeno ci dovrebbe essere) di applicazione del Ccnl Unico dei Porti.  Appena fuori non ci sono regole. Addirittura, anche il servizio di trasporto dei contenitori all’interno della cinta doganale, fino a quest’anno, era affidata a società che non applicavano il contratto nazionale di riferimento e pagavano salari di gran lunga più bassi», sempre secondo la sigla.

La nota

L’organizzazione sindacale interviene anche sulla situazione del Terminal Darsena Toscana. «Parliamo – scrivono – di un settore che nel nostro porto è in espansione.  Anzi, è finito proprio al centro di una lunga polemica, non ancora conclusa, tra associazioni di categoria datoriale, sindaco e Autorità di Sistema, dopo che la società Grimaldi ha acquisito Il Terminal Darsena Toscana e ha deciso, come era naturale, di spostare alcune navi Ro-Ro e Car Carrier su quelle banchine. Società Grimaldi che si appresta ad acquisire anche l’autoparco il Faldo?», si chiedono. «Se il problema delle tariffe al ribasso – continuano dalla sigla – esiste in porto con gli appalti alle società articolo 16, appena fuori dalle banchine il problema è ancora più pesante. Stiamo parlando di cifre irrisorie, anche 5 euro, per movimentare macchine che ne costano 50/60 mila.  Inoltre, non è raro che alcune lavorazioni vengano spostate da un piazzale all’altro senza che vi sia una visione generale (una clausola sociale) che garantisca i lavoratori. Da qualche anno, come sindacato, abbiamo iniziato a occuparci di questo settore cercando di mettere in discussione lo sfruttamento e il sistema degli appalti con tariffe a ribasso. Oggi più che mai il problema sta esplodendo e sono urgenti interventi decisi di regolamentazione. Il piazzale il Faldo con la società Autotrade è in crisi, i lavoratori sono in cassa integrazione e non si vedono soluzioni nel breve tempo».

E sulle varie ditte esterne in appalto: «Nel piazzale Bertani – concludono – la società che gestisce la movimentazione rischia di non proseguire il lavoro dai primi di gennaio. Ancora una volta saremo alle prese con un nuovo cambio appalto?  Sarebbe l’ennesimo in pochi anni. Tutto ciò mentre ci sono cooperative, come la CPM, che svolgono la movimentazione esterna con contratto multiservizi pagando 1100-1200 euro i lavoratori. Nei piazzali Mercurio siamo alle prese con problematiche diffuse di sotto inquadramento dei lavoratori. Chi svolge mansioni di periziatore, piazzalista dovrebbe avere almeno il quarto livello della logistica, m a così non è».

Le delegazioni di lavoratori di tutti i piazzali parteciperanno a un primo momento di mobilitazione e saranno presenti all’incontro con l'Autorità Portuale, previsto per giovedì 12 dicembre alle 15.

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