Nel soggiorno della sua nuova casa all’Ardenza scopre la chitarra del duo Jonathan e Michelle
La scoperta dell’ex cestista Roberto Raffaele nel nuovo appartamento di via Franchini
LIVORNO. C’è una chitarra strana a Bologna. Il quindicenne che la usa confida che ogni tanto lo strumento cambi autonomamente gli accordi e da qualche pezzo di rap o di hip hop passi a brani di Bob Dylan o di Joan Baez. Stiamo ovviamente scherzando, ma questa introduzione ci aiuta a capire la storia che andiamo a raccontare. Il primo protagonista ha un nome noto: ovvero quello di Roberto Raffaele, nota bandiera del basket livornese sponda libertassina. Ma in questa storia lo sport non c’entra. Entrano in gioco uno strumento a corde e uno scorcio sulla storia musicale italiana. Comincia tutto in una casa all’Ardenza.
La scoperta
Perché Raffaele tempo addietro si è messo alla ricerca di una casa in città. Per poi trovarne una e acquistarla in via Oreste Franchini, al civico 91, nella zona più antica e ombreggiata d’Ardenza. E nel soggiorno della nuova abitazione trova una vecchia chitarra elettrica e chiede all’ex proprietario se può tenerla. Il nipote di Raffaele ha una passione per la musica e la chitarra potrebbe essere un bel regalo, oltre a un utile esercizio per le sue giovanili esibizioni. «Nessun problema – risponde l’ex proprietario – apparteneva a mio nonno che abitava qui prima di morire e, di conseguenza, prima che io ereditassi la casa. La prenda pure».
La sorpresa
E qui viene in ballo il ruolo di Massimo Volpi, uno dei più profondi esperti delle vicende di Livorno, sconosciute ai più, nonché storico della musica cittadina degli anni Sessanta e Settanta. «Roberto non sapeva che il nonno della persona che gli ha ceduto la casa non era un “amatore” – spiega Volpi – che strimpellava la chitarra dopo cena per i familiari. Ma bensì di Maurizio Pracchia, in arte Jonathan, che negli anni Settanta, assieme alla compagna Michelle, dette vita al duo “Jonathan e Michelle”, formazione che ebbe in quegli anni un momento di grande popolarità nel nostro paese, con tanto di partecipazione al Cantagiro nel 1967 (“Occhiali da sole”) e con un album, un long play e una decina di 45 giri nel loro curriculum musicale». Jonathan-Maurizio conobbe Michelle Loskady in Francio. E più precisamente a Parigi, nel 1965. Da quel momento nacque una doppia relazione: sia sentimentale sia musicale. Due autentici folksinger, ambedue da anni scomparsi, che tra l’altro portarono in Italia le canzoni tradotte nella nostra lingua (le cosiddette cover) di Bob Dylan e di Joan Baez. Con la fine del loro rapporto sentimentale cessò pure l’attività musicale.
Chitarra al nipote
La chitarra è emigrata a Bologna dove vive il nipote quindicenne di Roberto, il liceale Simone Raffaele, che a Livorno viene al mare a trovare i nonni e che suona in un complesso musicale insieme ad altri coetanei. «La chitarra è una fender del 1971, precisamente una stratocaster. Non conoscevo la musica di Jonathan ma sono andato su internet e sono riuscito a saperne un po’ di più», racconta il giovane musicista. E quando le corde scivolano senza permesso su “Where all the flowers gone” o “Mr. Tambourine man” Simone capisce e lascia fare.