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Grosseto, minacce e rapina al supermercato: «Mai assistito a niente del genere»

di Matteo Scardigli
Il supermercato
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Cassiere immobilizzato, indagano i carabinieri: acquisiti i filmati delle telecamere interne ed esterne

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GROSSETO. Dentro e fuori in una manciata di secondi. È martedì pomeriggio (25 marzo) al Carrefour di via Scansanese, siamo intorno alle 17,15 e dentro il punto vendita ci sono il direttore, Alberto Verreschi, alcuni dipendenti e qualche cliente: più che un supermercato, in quel momento sembra di stare dentro a un negozio di quartiere; magari un po’ più grande e più fornito.

Cosa succede

A un certo punto succede qualcosa, che lì per lì non è facile da realizzare. Le porte scorrevoli dell’uscita si aprono ed entrano due figure scure, dai contorni indefiniti: due uomini, con il cappuccio della felpa tirato sopra il cappello e una sciarpa a coprire la metà inferiore del volto, si lanciano sull’unico cassiere che è al lavoro in quel momento (i clienti non sono molti e lui è più che sufficiente, non avrebbe troppo senso farlo affiancare da un collega).

In un attimo i due uomini gli sono addosso. Uno lo prende alle spalle e lo immobilizza mentre l’altro gli intima di aprire il registratore, l’uomo alle spalle gli lascia quel minimo di libertà di movimento e il cassiere preme il pulsante: l’uomo di fronte a lui getta le mani fra i soldi e arraffa le banconote, cominciando da quelle con il taglio più grosso e poi via via le altre. Pochi secondi in tutto, poi via di corsa da dove sono entrati. In tasca circa 500 euro.

La chiamata e le parole

Parte la chiamata ai carabinieri. «In passato è capitato di aver subito delle rapine, anche in altri punti vendita nei quali ho lavorato, ma mai come questa», premette Verreschi al nostro taccuino, e poi spiega: «In genere i malviventi avevano “stordito” i cassieri con aggressioni verbali oppure spruzzando loro qualcosa sul viso per distrarli, prendere i soldi e scappare. Ma al contatto fisico, in questo modo poi, non si era mai arrivati». I militari parlano con lui e con il cassiere, si fanno raccontare le versioni dei testimoni e acquisiscono i filmati delle telecamere; interne ed esterne. Sui nastri si vedono l’arrivo di quelli che il direttore definisce «due “balordi”», il blitz ai danni del dipendente e la fuga: a piedi, in direzione di via Meucci, dove forse i malviventi avevano un mezzo pronto per allontanarsi.

«Ho sporto regolare denuncia e i carabinieri stanno indagando, e ho “piacere” che si parli di quello che è accaduto per far capire in che tipo di società viviamo oggi e perché spero che quanto è successo qui possa contribuire a far alzare la guardia», commenta ancora Verreschi, che infine chiosa: «Questa esperienza dà molto da pensare. Nel frattempo abbiamo inoltrato formale richiesta per ripristinare il servizio di vigilanza interna».

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