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Il caso

Grosseto, il bullo torna a ferire: dopo lo studente disabile, offese anche al sindaco

di Maurizio Caldarelli e Matteo Scardigli
A sinistra il video social del bullo indirizzato a Vivarelli Colonna (nel cuore il “sorrisetto” con cui chiudeva le scuole) A destra quello in cui minacciava e offendeva in diretta il minorenne disabile
A sinistra il video social del bullo indirizzato a Vivarelli Colonna (nel cuore il “sorrisetto” con cui chiudeva le scuole) A destra quello in cui minacciava e offendeva in diretta il minorenne disabile

Il minorenne disabile minacciato era appena rientrato a scuola, adesso non esce da casa. La madre ancora dai carabinieri: «Voglio solamente che tutto questo finisca»

26 ottobre 2024
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GROSSETO. È tornato a colpire il bullo che aveva minacciato e offeso fuori dalla sua scuola Stefano (nome di fantasia per proteggerne l’anonimato), sedicenne disabile che quel giorno era alla sua prima “prova di autonomia”, pubblicando tutto in diretta social. È tornato a colpire Stefano, che dopo venti giorni in casa (una “prigionia” per un ragazzo iperattivo) aveva trovato il coraggio di tornare a scuola, e che oggi non ci vuole più tornare. È tornato a colpire tante altre persone; anche il sindaco.

«Ora basta. Questa è la goccia che ha fatto veramente traboccare il vaso». Il primo cittadino Antonfrancesco Vivarelli Colonna esce allo scoperto con un post sui social nel quale, indignato, commenta un video pubblicato dal bullo. Il «bulletto», come lo definisce il sindaco, in 15 secondi di riprese inveisce contro il primo cittadino, apostrofandolo con parole pesanti: «Sindaco di m***, chiudi le scuole perché hai paura che venga a far i prank (cioè gli atti di bullismo che lui definisce “scherzi”, in Inglese; ndr)? Ciccione di m***», prima di passare a chiedere delle strutture all’aperto per fare attività, transitando dal parco di via Giotto. Questo piccolo reel, come si dice in gergo, dedicato al sindaco, fa parte di serie di piccole storie, in continuo aggiornamento, nelle quali infastidisce i cittadini in strada; rischiando di far cadere una persona anziana, alla quale toglie dalle mani il carrello, oppure cercando di levare il cappello dalla testa a una persona.

«Personalmente ho le spalle molto larghe e sopporto tutto – aggiunge il sindaco – Io odio i bulli e combatto contro i bulli. Nelle scorse ore su Instagram è uscito un video, nel quale mi insulta pesantemente. Ma peggio, e questo è da stigmatizzare fortemente, è tornato ancora una volta a bullizzare il giovane sedicenne, che è affetto da una malattia neurodegenerativa muscolare».

Il bullo è tornato a colpire nelle scorse ore, sbeffeggiando il ragazzo, e la madre, che era andata in televisione («addirittura sulla Rai», scrive nel sottotitolo del video) per chiedere nei suoi confronti pene severe ma anche un aiuto. E ha deriso il giovane anche in un altro video uscito nel pomeriggio di ieri, con il solito “trucchetto”: sostiene che non ha bullizzato alcun disabile, ribadisce che si è trattato «solo di un prank», e ne approfitta, e calca la mano.

Episodi che hanno mandato su tutte le furie Vivarelli Colonna: «Come cittadino avrei agito immediatamente con la denuncia, cosa che valuterò di fare comunque. Ma essendo anche presidente di Coeso-Società della salute devo intervenire in altro modo cercando di attivare canali appropriati. Potete solo immaginare il mio stato d’animo. Offendere un sindaco è assolutamente sbagliato, e su questo ovviamente non ci piove, come offendere chiunque; ma gli insulti, a chi fa il mio mestiere, sono un cosa di tutti i giorni, ci siamo abituati e quindi me li faccio scivolare addosso. D’altra parte l’educazione civica è finita da tempo in disuso, ed evidentemente anche l’educazione in generale non gode di ottima salute, ma non posso assolutamente tollerare che ci sia chi prende di mira persona deboli e gli indifesi. Questo non lo accetto e non lo permetto».

Il primo cittadino, scorrendo il profilo social del ragazzo, ha visionato altri video in cui umilia anziani, ragazzi fragili e autorità. «Un mix inaudito di maleducazione e di stupidaggine che non tollero più e che non accetto più. La mamma del ragazzo con disabilità mi ha contattato e ho il suo permesso, infatti, di rendere noto questo passaggio. Il giovane aveva ripreso a frequentare la scuola da giovedì, dopo molte settimane di assenza, a seguito del trauma che aveva subito quando era stato bullizzato. E ora ha dovuto subire un’altra umiliazione, un altro trauma. Provate solo per un attimo a pensare al suo stato d’animo, a quello della sua famiglia e di chi gli vuole bene. Tutto ciò per me non è più assolutamente tollerabile».

Una situazione che rasenta il paradosso, con il ragazzo, che sui social si lamenta di essere stato «bannato» (cioè bandito, allontanato) da un’altra piattaforma, presumibilmente perché ne ha infranto le regole (ma «a me non me ne frega un c***, non mi fermo qui»), che continua a fare video e a dare fastidio al prossimo. Per il sindaco la misura è colma: «Per questo motivo vi assicuro che ho già cominciato, e che farò tutto quanto il mio potere per porre la parola fine rispetto a questa situazione di emulazione di icone e di modelli che non sono assolutamente confacenti alla nostra società. Mi sembra evidente che il bullo abbia un profilo con chiare problematiche. Agiremo anche da questo punto di vista, sento il dovere morale di farlo, nel rispetto appunto della tutela verso i cittadini e verso più deboli. E nella vita, che mi conosce, lo sa non mi sono mai tirato indietro e non sarà certo oggi la prima volta».

E non si tira indietro Alessandra, la madre di Stefano, che – anzi – oggi vuole tornare dai carabinieri per integrare la denuncia già presentata nei confronti del bullo di suo figlio. I social non sono il suo pane, ma per fortuna ad aiutarla sono gli amici di famiglia e i compagni di scuola: scaricano foto e video e glieli mandano. E la stessa cosa fanno con Stefano.

È così, infatti, che il ragazzo ha saputo che il suo incubo non era finito. Appena rientrato in classe, martedì e mercoledì, è scattata l’allerta meteo. Vivarelli Colonna aveva chiuso le scuole e il bullo giù a colpire l’uno e l’altro. «I suoi terapeuti gli avevano appena dato il via libera per rientrare. E adesso, di nuovo, non vuole più uscire», racconta Alessandra, che anche in tv si era presentata di spalle e solo di nome: «Non cerco visibilità, altrimenti mi sarei mossa in tutt’altra maniera. Non voglio altra violenza né clamore mediatico. Sono un fiume in piena e vorrei essere dentro mio figlio per capire che cosa sta provando in questi momenti. E voglio solo che tutto questo finisca, senza altra violenza».

Una soluzione, potrebbe suggerire qualcuno, sarebbe togliere a Stefano il telefonino: senza quello, niente video e passa la paura. «Mio figlio ne ha bisogno: non ha il senso del tempo e lì ha tutte le sue sveglie, e poi è il suo contatto col mondo», risponde la madre, che infine ribatte: «Non vedo perché dovrebbe essere lui a privarsi di qualcosa».


 

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