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Viola, serve più verve in attacco: ora Ngonge è il primo obiettivo

di Francesca Bandinelli

	A sinistra Cyril Ngonge. A destra Davide Farao
A sinistra Cyril Ngonge. A destra Davide Farao

In difesa gli occhi sono su Faraoni che può liberarsi a zero euro dal Verona

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FIRENZE. Vincenzo Italiano chiede l’aiuto da casa o, meglio, dalla società e dal mercato. La Fiorentina costruisce, lo dicono i numeri, ma quando si tratta di finalizzare, all’improvviso, finisce come paralizzata. La percentuale di gol realizzati, rispetto ai tiri conclusi, è attorno al 10% (fonte Lega Calcio): troppo poco per un gruppo che, legittimamente, ha l’ambizione di continuare il proprio percorso di crescita, alzando ogni giorno l’asticella.
Il quarto posto con cui si è chiuso il girone d’andata è diventato, all’improvviso, un detonatore d’entusiasmo: adesso, però, serve incendiare la miccia. Certo, il quarto di finale di Coppa Italia col Bologna, domani sera, è il primo trampolino di ri-lancio, ma da solo non basta. Lo ha detto l’allenatore, subito dopo il ko di Reggio Emilia. «Le nostre assenze le conoscono tutti: è per questo che ho deciso di spostare Parisi in attacco. Sono anche arrivati traversoni interessanti, ma in certe circostanze bisogna fare gol. Davanti, siamo in difficoltà: di cinque esterni ne sono rimasti due. Abbiamo già parlato di cosa serve e cosa manca, dobbiamo aggiungere gol». Poi, dai microfoni di Zona Mista, ha aggiunto: «Mi auguro che presto si possa aggiungere qualcosa. Sugli esterni abbiamo bisogno di caratteristiche diverse. Spesso non abbiamo voglia di attaccare il primo palo, aspettando errori che gli avversari non commettono. È un peccato per gli attaccanti ed io mi arrabbio perché si deve avere la voglia di fare gol». Parole, le sue, che non faticano ad arrivare al bersaglio.
Italiano era stato il primo a voler misurare i propri calciatori, mettendoli di fronte ad un esame continuo in attesa dell’apertura del mercato: alla luce dei fallimenti di ripetuti di qualcuno, adesso non si può non scegliere la via di un restyling. Sia chiaro, il mercato invernale non è facile: il coefficiente di difficoltà è altissimo. Gli ultimi arrivati, per esempio, a Firenze, non sono riusciti a lasciare il segno. Non lo ha fatto Brekalo, tra i peggiori di Reggio Emilia, con una montagna di pali colpiti la passata stagione e un solo gol all’attivo in 27 presenze totali con la Fiorentina (se non un fallimento, quasi), ma non è andata troppo meglio Ikoné, fermo a 9 reti in 90 pare giocate col club italiano. Senza Kouamé, impegnato in Coppa d’Africa, con Gonzalez e Sottil ai box per problemi muscolari, sulle corsie esterne serve nuova linfa vitale.
È per questo che Cyril Ngonge del Verona è diventato il primo obiettivo da inseguire: attaccante rapido, che fa della tecnica, palla al piede, uno dei propri punti di forza, spazia lungo tutto il fronte offensivo. Per quanto non altissimo, sa essere pericoloso sul gioco aereo e permetterebbe di andare ad attaccare quegli spazi nell’area avversaria, fin qui, rimasti desolatamente vuoti. Mancino di piede, ha fatto della duttilità uno dei suoi biglietti da visita più intriganti: può agire da ala destra, rientrando per tentare la conclusione, ma anche da punta centrale, sfruttando così quel fiuto della rete che lo caratterizza (35 presenze e 10 reti) . C’è ancora distanza tra domanda (tra i 12 e 15 milioni) e offerta, ma la volontà del calciatore potrebbe diventare determinante. Serve però anche un laterale basso, per far fronte ai tanti impegni ravvicinati aspettando il ritorno in campo di Dodo: e l’esperienza di Davide Faraoni, ai box da inizio dicembre, potrebbe rappresentare un’opportunità. Il suo agente (lo stesso di Biraghi e Parisi) potrebbe trovare la chiave giusta per permettergli un balzo in avanti in carriera: il club d’appartenenza, anche in questo caso il Verona, potrebbe liberarlo a zero, pur di sollevarsi dal suo ingaggio. C’è bisogno di correre: il futuro, anche quello che sembra ancora lontano, si decide adesso. Non c’è tempo da perdere. 
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