Ministero della cultura e Maggio chiedono a Pereira quasi dieci milioni di euro di risarcimento
È la richiesta di risarcimento per danni, anche non patrimoniali, formulata nel processo per le “spese pazze”
FIRENZE. Quasi 10 milioni di euro. È il risarcimento per danni, anche non patrimoniali, sollecitato dal ministero della Cultura e dalla Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino al processo in abbreviato a carico dell’ex sovrintendente Alexander Pereira accusato di peculato e malversazione. Pereira, così ritiene la Procura, avrebbe sostenuto spese a carico della Fondazione lirica, tra cui viaggi e il trasloco dalla sua abitazione di Milano a San Casciano Val di Pesa, senza che fossero previste dal contratto.
La pm Christine von Borries contesta anche il reato di malversazione per aver utilizzato, in maniera impropria secondo l’accusa, i 35 milioni messi a disposizione dal Fondo governativo per la ripatrimonializzazione degli enti lirici-sinfonici. Con quei soldi, per l’accusa, l’ex sovrintendente avrebbe pagato stipendi e imposte anziché destinarli correttamente al rafforzamento del patrimonio della Fondazione. Il ministero della Cultura ha chiesto 9. 362. 400. 38 milioni di euro, mentre la Fondazione 379. 825, 40 mila euro con riferimento al solo reato di peculato.
I difensori di Pereira, gli avvocati Sigfrido Fenyes e Marianna Poletto, hanno invece sollecitato l’assoluzione per insussistenza dei reati contestati, nello specifico undici episodi di peculato e uno di malversazione. «Sono tutte spese affrontate nell’interesse della Fondazione del Maggio musicale fiorentino – hanno sottolineato i legali al termine dell’udienza del processo in abbreviato che si svolge a porte chiuse -, se ci sono questioni in ordine a queste vicende vanno affrontate in sede di responsabilità erariale e non penale». La sentenza il prossimo 29 maggio.
Nell’udienza del 3 febbraio von Borries aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex sovrintendente proprio contestando le “spese pazze” per i voli extra lusso, i pranzi stellati e carissimi con i suoi ospiti, il conto del pescivendolo da cui Pereira diceva di servirsi per organizzare cene che sarebbero state utili a rintracciare finanziatori del Maggio, ma appunto anche per aver distratto risorse dalla loro destinazione originaria. Soprattutto per la presunta malversazione di cui accusa Pereira per aver utilizzato in maniera impropria i 35 milioni messi a disposizione dal Fondo governativo per la ripatrimonializzazione degli enti lirici-sinfonici.
Ma dove nasce il caso Pereira?
Ad accendere i riflettori sul caso “spese pazze” fu la segnalazione dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, in cui si evidenziavano le ricorrenti spese condotte con la carta del Maggio e i rimborsi per quelle effettuate con la carta personale, con una media di oltre 5mila euro al mese. Dai frequenti voli, incluso un aereo privato da 7mila euro per fare Baden-Grosseto, ristoranti stellati e alberghi di lusso in tutta Europa, motivati con la caccia agli sponsor, fino alla spesa dal pescivendolo, alla rosticceria e addirittura la cover del telefono. Senza dimenticare il trasloco, oltre 20mila euro, che è aggiunto alla contestazione della procura insieme al pagamento diretto, da parte di due fondazioni estere, dell’affitto della sua abitazione personale a San Casciano Val di Pesa.
Spese di rappresentanza molto particolari, quelle di Pereira. Nella lista ci sono alberghi, taxi, cene, ma anche molto altro. Per citare solo alcune voci, saltano agli occhi i conti salati nella pescheria Montini di borgo Ognissanti, in pieno centro storico: 95 euro il 30 marzo del 2021, 118 il primo di aprile, altri 40 euro il giorno dopo. E figurano tra i costi di rappresentanza anche la spesa fatta al negozio di ortofrutta Ivano Gherardelli sulla via Volterrana a Cerbaia: 100 euro il 10 aprile, e poi, lo stesso giorno, altri 70. Il 24 aprile gli scontrini sono tre, per un conto totale di oltre 170 euro. Finiti a rimborso anche la spesa in un forno di Chiesanuova nel comune di San Casciano, per 47 euro il 28 aprile 2021, e l’acquisto di carne alla macelleria San Leone di via Senese, totale 55 euro. Pereira ha risposto spiegando che si trattava di cene di rappresentanza, cucinate a casa sua.
Per il Maggio il “caso Pereira” fu un terremoto. Giudiziario, ma anche politico. Che per mesi è andato avanti con un batti e ribatti fra le istituzioni cittadine e il governo Meloni, con continue punzecchiate fra l’ex sindaco Dario Nardella e l’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Innescò le dimissioni di Pereira e l’arrivo di un commissario, Onofrio Cutaia, che l’anno scorso, «preso atto della perdita di esercizio dell’anno 2022 pari a circa 6 milioni di euro» presentò un esposto alla Corte dei conti.