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Alluvione, il Tribunale ordina al Comune di Bagno a Ripoli: «Fai la cassa di espansione»

di Pietro Barghigiani

	I danni dell'alluvione nel 2020
I danni dell'alluvione nel 2020

I lavori nella frazione di Antella dove nel 2020 case e negozi vennero danneggiati da acqua e fognature saltate

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BAGNO A RIPOLI. La magistratura “supera” in velocità la politica e ordina al Comune di realizzare una cassa di espansione, prevista da due anni ma non ancora attuata, per mettere in sicurezza la frazione di Antella, colpita nel settembre 2020 da allagamenti e danni a causa di un sistema fognario tra il precario e l’inesistente. Una casa spazzata via e lesioni pesantissime a un magazzino e a un fondo commerciale furono gli effetti più evidenti in un contesto di esondazioni che si è replicato di recente nel comune ripolese.

I tempi

Il Tribunale di Firenze detta pure i tempi all’amministrazione: cantiere entro il 30 giugno e fine dei lavori per un costo di 250mila euro al 30 novembre. In caso di ritardi scatterà una penale di 5mila euro al mese. È una risposta giudiziaria a una serie di problemi di gestione del territorio con tempi e, quando ci sono, volontà di fare che vengono annullati dalle piogge sempre più violente e da una cementificazione che non può essere considerata estranea alla conta dei danni. Nel caso di Antella la valutazione della responsabilità di Autostrade per l’Italia, impegnata con il cantiere per la terza corsia, è un tema che sarà esaminato dal Tribunale nel corso del giudizio per i risarcimenti presentati dalle famiglie danneggiate.

Fognature sistemate

L’ordinanza del Tribunale accoglie alcune richieste di Comune e Aspi che nel giugno 2024 erano state condannate, con Publiacqua, a fare opere per 1, 2 milioni di euro. Nel frattempo, il gestore idrico ha realizzato nelle vie interessate all’esondazione del 2020 una rete fognaria adeguata ritenuta dal consulente del Tribunale idonea a ridurre il rischio di vedere le strade trasformate in torrenti come accadde il 25 settembre di oltre quattro anni fa.

I danni

Case inondate dall’acqua e un muro di cinta “esploso” in via Labriola con padre e due figli finiti al pronto soccorso per le lesioni provocate dalla massa liquida mista a fango che li aveva travolti. Il resto fu melma sparsa in ogni anfratto. Che il sistema fognario fosse pessimo lo sapevano sia Publiacqua che il Comune – fossi tombati e altre scelte deleterie eredità del passato – e per rimediare sono stati realizzati i lavori di potenziamento del servizio. In aggiunta è arrivato anche il cantiere per la terza corsia a occupare terreni e deviare, secondo i residenti, il corso delle acque fuori controllo.

Autostrade per l’Italia

Scrivono i giudici del collegio: «La responsabilità di Aspi (Autostrade per l’Italia, ndr) deriva dall’esecuzione dei recenti lavori in A1 che hanno comportato modifiche (ad esempio diminuzione di vegetazione, aumento di compattazione/impermeabilizzazione in parte del terreno, riduzione di pendenza in tratti della pendice) nel bacino in questione determinando nel complesso un aumento della portata e della velocizzazione del deflusso verso valle, cioè verso il capofogna. Altra responsabilità ascrivibile ad Aspi Spa è quella di aver previsto, e poi stralciato, dal progetto originario relativo agli interventi sulla A1 una cassa di laminazione».

Ordine del Comune

Nel giorno dell’alluvione il sindaco aveva emesso un’ordinanza con la quale era stato ordinato ad Aspi Spa di provvedere «all’attuazione di interventi volti a neutralizzare gli effetti di aggravio sui deflussi afferenti il tombino TB16 conseguenti alla cantierizzazione relativa ai lavori della terza corsia dell’autostrada A1, che interessano la zona antistante la via Labriola». Aspi aveva impugnato l’ordinanza, perdendo la causa, salvo poi realizzare quanto imposto dal Comune «il che non esclude, tuttavia, che la reclamante (Aspi, ndr) debba essere considerata (co)responsabile dei danni subìti dai ricorrenti» rimarca l’ordinanza del Tribunale.

Cassa di espansione

Per il perito nominato dai giudici resta fondamentale la realizzazione della cassa di espansione per completare, dopo i lavori sul sistema fognario, un quadro di maggiore sicurezza idraulica. La giunta nel gennaio 2023 aveva approvato il progetto, ma i lavori non sono ancora partiti. Ecco allora l’intervento della magistratura che al Comune impone di dare senza indugio il via all’opera prevista da due anni «perché sarà funzionale all’adeguamento del condotto fognario dell’Antella, di cui ne rappresenta una fase di contenimento e smaltimento e quindi un elemento strettamente collegato all’efficienza dell’infrastruttura di gestione delle acque reflue urbane e di pioggia». Aspi, come previsto nel progetto di fattibilità, contribuirà con 50mila euro per le spese di progettazione. La partita sui risarcimenti a chi ha subìto danni è ancora aperta.

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