Firenze, violenta per anni sette bambine: «Ha approfittato della fiducia dei Testimoni di Geova»
Un 41enne è accusato di aver abusato, a partire da dieci anni fa, le figlie dei genitori appartenenti alla comunità religiosa di un comune del Fiorentino. Alcune violenze sono avvenute nella Sala del Tempio
FIRENZE. Aveva conquistato la fiducia delle bambine e dei genitori che frequentavano come lui la comunità dei Testimoni di Geova di un comune alle porte di Firenze. E sette bambine sarebbero state avvicinate in modo subdolo e costrette a subire atti sessuali che si sarebbero trascinati per anni, e avvenuti in alcuni casi anche nella sala del tempio della comunità religiosa.
Questa l'accusa per cui è imputato un 41enne italiano che nel corso dell'udienza preliminare davanti al giudice Gianluca Mancuso del Tribunale di Firenze ha chiesto di essere processato con rito abbreviato.
I fatti sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2018. Secondo la ricostruzione della procura, come aderente e frequentatore del luogo di culto l'uomo, all'epoca trentenne, sarebbe entrato in contatto con le bambine, in età tra i 6 e i 10 anni (la più piccola è del 2008, la più grande del 2004), tutte originarie dell'America Latina, offrendosi di accompagnarle a casa e di fare loro compagnia negli studi quando i genitori non c'erano per lavoro. In realtà, secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Giacomo Pestelli, quell'uomo, oggi quarantunenne, avrebbe abusato delle bambine.
La Procura ha chiesto per l'imputato il rinvio a giudizio per violenza sessuale nei confronti delle sette bambine, assistite dagli avvocati Enrico Bicci e Elisabetta Renieri. I difensori dell'accusato, gli avvocati Carlita Del Mira e Daniele Regi, hanno chiesto il rito abbreviato e per questo è stata fissata un'udienza di discussione per il mese di gennaio. A dare il via nel 2022 all'inchiesta della procura sono state alcune bambine che, a distanza di anni, hanno iniziato a confidarsi tra loro raccontando quello che succedeva nella comunità religiosa che frequentavano. E' partita così la prima denuncia, a cui ne sono seguite altre.
Secondo quanto ricostruito, l'uomo "si sarebbe guadagnato la fiducia dei genitori delle vittime", come si legge nel capo di imputazione riportato dalla stampa, persuadendoli a lasciargli le figlie in custodia. L'uomo "sfruttando il rapporto fiduciario e il legame che si era creato all'interno della comunità", aveva instaurato un rapporto di "amicizia". Faceva sedere le bambine sulle proprie gambe fingendo di voler giocare con loro, a volte si appartava in macchina mentre le accompagnava a casa, altre volte abusava di loro durante i ritrovi nei locali della Sala del Regno. A una delle vittime (tutte di origine straniera) l'uomo avrebbe detto che si trattava di un "gioco" e di "rimanere in silenzio perché tanto nessuno avrebbe fatto caso a quanto detto da delle straniere".