Influenza australiana, l’allarme dei medici: «Sarà pericolosa». Il picco in Toscana e per chi è raccomandato il vaccino
Gianluca Sassi, medico di medicina generale e coordinatore Afti: «La variante H3N2 del virus è altamente a rischio»
MASSA. Presenta gli stessi sintomi di una normale influenza stagionale, ma aumenta il rischio di complicazioni. Tra queste la polmonite, che specialmente in Australia e nell’emisfero sud del mondo sta causando milioni di contagi e migliaia di ricoveri ospedalieri. È la variante H3N2 dell’influenza, indicata come variante australiana per distinguerla da quella che siamo portati a conoscere tra autunno e inverno. Non si tratta di un problema diffuso dall’altra parte del mondo. Qualche caso qua e là in Europa è già stato riscontrato, e come la pandemia da Covid-19 ha insegnato, questa non solo potrebbe arrivare anche in Italia, ma potrebbe diventare “dominante” rispetto alla variante stagionale. Ecco che in particolare quest’anno la vaccinazione antinfluenzale è altamente raccomandata, per ridurre il rischio di complicazioni, come appunto le polmoniti ed eventuali ricoveri.
A spiegare caratteristiche, sintomi e complicazioni di questa variante influenzale è il dottor Gianluca Sassi, medico di medicina generale e coordinatore Aft (le aggregazioni funzionali territoriali) a Marina di Carrara. «L’influenza australiana, denominata H3N2, è una variante influenzale che nell’emisfero sud del mondo ha causato milioni di contagi. È una variante rispetto all’influenza che solitamente è diffusa nel nostro paese». Questi sintomi sono noti: febbre che può essere anche alta, lievi problemi respiratori come tosse, raffreddore, congiuntivite, un malessere generale. Sintomi uguali alla variante australiana, spiega Sassi, «che però causa maggiori problemi per le complicanze, portando spesso a ricoveri in terapia intensiva di persone fragili, come cardiopatici o bambini immunodepressi».
Questo perché la variante australiana può sfociare più facilmente in polmoniti, continua il medico: «Si tratta di polmoniti “secondarie”, ovvero il virus causa malattia, ma magari un batterio prende un “vantaggio” causato dalle difese immunitarie basse. Quindi avvantaggia questa complicanza, che motiva i diversi ricoveri ospedalieri che ci sono stati nell’emisfero sud del mondo». Pertanto grandi differenze con l’influenza stagionale non ci sono. Ma come si può distinguere? In tal caso, spiega il medico, lo si nota dall’acutizzarsi dei sintomi: «Se da febbre, tosse e raffreddore si inizia ad avere dolore del torace, tosse grassa magari anche screziata di sangue, febbre continua nonostante l’ausilio di farmaci, a quel punto si sospetta una complicanza».
Pertanto, come tutti gli anni, il primo strumento di prevenzione è il vaccino antinfluenzale, valido anche per questa variante: «La vaccinazione è fondamentale. Questa può comunque portare a una malattia; magari nel corso dell’anno si avrà lo stesso l’influenza. Ma è fondamentale perché riduce il tasso di complicanze. Tant’è vero che da parte della Regione Toscana quest’anno la campagna vaccinale è iniziata ai primi di ottobre ed ha già coperto buona parte della popolazione, in vista del picco stagionale che gli esperti e i grafici prevedono avverrà tra la metà di novembre e i primi di dicembre. Anche le persone nelle residenze per anziani o case famiglia sono state per la maggior parte vaccinate. La vaccinazione è particolarmente raccomandata per anziani e fragili in generale come diabetici, cardiovascolari, immunodepressi, ma anche per i bambini. A scuola o all’asilo può esserci più circolo di virus e quindi occasione di infezione. Ma c’è anche da dire che il loro sistema immunitario risponde meglio».
Vaccino che è totalmente gratuito per anziani e fragili, ci si può rivolgere al proprio medico di famiglia. Si fa in ambulatorio su appuntamento o accesso libero, sebbene si consiglia la prenotazione. Bisogna semmai convincere a vaccinare chi invece non rientra nelle categorie fragili: «In questi anni abbiamo notato nei pazienti un po’ di scetticismo, però il vaccino – insiste Sassi – è fondamentale. Lo è stato per il Covid-19, lo sarà per l’influenza perché riduce le complicanze e i ricoveri». Che è la preoccupazione principale. «È molto più difficile che a un paziente venga la polmonite dopo essere stato vaccinato».
Per il resto, i consigli dei medici sono noti. Tra questi l'uso della mascherina nei luoghi affollati, ma soprattutto il consiglio fondamentale è di non assumere antibiotici in autonomia. «Questo è altamente sconsigliato perché peggiorativo. L’antibiotico deve essere somministrato solo dopo giudizio medico. Il fai-da-te può essere pericoloso. Se tutte le volte che ho febbre prendo un antibiotico rischio di alzare le resistenze batteriche. Può capitare di dover affrontare un paziente con l’influenza più un infezione da batterio resistente. Allora rischia davvero il ricovero, che comporta altri tipi di terapie».
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