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Figline Valdarno, corsi di nuoto in piscina per sole donne musulmane. La destra: «Follia»

Figline Valdarno, corsi di nuoto in piscina per sole donne musulmane. La destra: «Follia»

Potranno partecipare solo istruttrici di genere femminile. Il presidente Uisp:«Così rispettiamo il loro diritto allo sport», Ceccardi (Lega): «Falsa integrazione»

15 ottobre 2024
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FIGLINE VALDARNO. La piscina comunale di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, per un'ora a settimana sarà totalmente dedicata alle donne musulmane: allo speciale e nuovo corso, potranno partecipare solo loro insieme a istruttrici rigorosamente di genere femminile. Nessun altro dalle ore 8,30 alle 9,30 del martedì può entrare nell'impianto natatorio. Il corso organizzato dalla Uisp Firenze, che da due anni gestisce la struttura comunale, nasce per rispondere alla richiesta arrivata proprio da alcune cittadine del Valdarno di religione islamica.

Il presidente dell’Uisp difende il corso

«Per il loro credo e le proprie usanze non potevano fare lezione di nuoto e questo non è giusto: abbiamo organizzato un corso che rispetti il loro diritto allo sport», spiega alla "Nazione" il presidente dell'associazione Marco Ceccantini. Al momento si sono iscritte 7 donne, ma altre potrebbero aggiungersi a corso iniziato. Due le allenatrici che le seguiranno nei primi appuntamenti, ma in base al livello delle partecipanti, potrebbero aumentare per differenziare le lezioni rendendole più adatte a tutte le esigenze. Per le istruttrici non ci sono obblighi di vestiario: «Non ci è stato chiesto»", dice Ceccantini. Potranno dunque vestirsi come in ogni corso di nuoto: con costume se in acqua, in pantaloncini se rimangono a bordo vasca. La richiesta delle donne musulmane arrivata alla struttura è stata accolta «nel rispetto dei valori Uisp, che parlano di inclusione, integrazione e di parità di opportunità nel nome e attraverso lo sport. Per noi sono imprescindibili», conclude il presidente dell'associazione.

La destra si scatena: «Non è integrazione ma segregazione»

«Questo non è un progetto di integrazione, è un progetto di segregazione che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile”. Così l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi e la capogruppo Lega in Consiglio regionale della Toscana Elena Meini commentano l’iniziativa della Uisp a Figline Valdarno (Firenze) che ha introdotto corsi di nuoto in piscina per cittadine di fede islamica, inaccessibili al resto degli utenti.

«Siamo di fronte all’ennesimo, orribile esempio di falsa integrazione, come è immediatamente evidente dal fatto, sbandierato, che ci saranno ‘solo istruttrici e vasche blindate’. Come si fa - aggiungono Ceccardi e Meini - a parlare di ‘inclusione’ se i corsi sono, per l’appunto, ‘esclusivamente’ per donne musulmane?»

«Quanto alle parole del presidente Uisp, siamo alla follia totale. Ceccantini, che è componente dell’assemblea metropolitana del Pd Firenze, dice di ‘rispettare i diritti’: parla forse del diritto di buttare via secoli di conquiste civili femminili? Per non parlare - proseguono l’europarlamentare e la capogruppo regionale - dell’esempio che fa per giustificare l’ingiustificabile, ovvero che anche a Dubai si fa così. Davvero un modello da seguire, quello di una monarchia assoluta in cui vige la legge della Shari’a!».

«Basta con l'alibi della discriminazione e dell'integrazione difficile. La verità - concludono Ceccardi e Meini - è che sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con le conquiste faticosamente raggiunte dalle donne in Occidente. E il Pd è colpevolmente complice, per biechi motivi elettorali, di questo pericoloso arretramento subculturale che sta prendendo sempre più piede nella nostra società».

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