Trovato morto a 45 anni a Rosignano: chi è la vittima e le indagini della polizia
Non si era presentato al solito appuntamento con gli amici: ora si attende l’autopsia
ROSIGNANO. La siepe è alta abbastanza da nascondere allo sguardo il lavoro meticoloso dei poliziotti in tuta bianca. Osservano i dettagli, mentre il medico legale cerca di capire se sul corpo ci sono segni di violenza. Lavora illuminato dal fascio di luce del mezzo della Croce Rossa con il nastro bianco e rosso a sbarrare i gradini d’accesso al gigante vuoto che da anni è l’ex Caravanserraglio. Basta girare l’angolo per capire che quei porticati diventano dimora di chi una casa non ce l’ha, non ce l’ha più o non vuole tornare nella sua. E lui aveva scelto come giaciglio quel pavimento. Ma ieri, 17 dicembre, non si è presentato all’appuntamento con gli amici. Perciò uno di loro è andato a cercarlo e l’ha trovato sul pavimento. Era immobile. Non respirava. Perciò l’amico ha dato l’allarme. E il medico intervenuto sull’ambulanza non ha potuto far altro che constatare il decesso.
È morto così, a 45 anni, Leonardo Noti. È morto davanti a uno dei supermercati più frequentati di Rosignano Solvay. Come? Non è chiaro. E al momento la causa della morte resta un mistero. Con gli investigatori che hanno continuato con gli accertamenti fin quasi alla notte vagliando tutte le ipotesi. Ma andiamo con ordine.
Il ritrovamento
È successo tutto ieri pomeriggio intorno alle 15, 30 all’ex Caravanserraglio, edificio vuoto (e inagibile) da tempo il cui porticato diventa spesso giaciglio di fortuna per i senza tetto della zona. È nel pomeriggio che la centrale operativa del 118 di Livorno e Pisa ha ricevuto la chiamata di colui che ha visto quel corpo immobile, a terra. Al personale arrivato in zona a bordo dell’ambulanza della Pubblica Assistenza di Rosignano è stato chiaro da subito che la situazione era irreversibile: l’uomo era morto. È stato quindi dato l’allarme alle forze dell’ordine. Sono intervenuti gli agenti delle volanti del commissariato di Rosignano Solvay, insieme ai colleghi della polizia Scientifica di Livorno e al medico legale, che hanno avvisato la sostituto procuratore di turno Ezia Mancusi.
Gli accertamenti
A una prima analisi superficiale della salma, a quanto risulta, non sarebbero emersi segni di tali da poter ascrivere la causa della morte, per esempio, a un’aggressione o a un omicidio. O comunque a una qualche condotta di tipo violento. Ma il motivo del decesso, a ieri sera, era ancora sconosciuto. La polizia sta vagliando tutte le ipotesi e, con ogni probabilità, soltanto l’autopsia sarà in grado di fornire chiarimenti definitivi.
L’edificio
È comunque evidente che il quarantacinquenne non fosse l’unico a utilizzare il porticato dell’ex Caravanserraglio come giaciglio. Sono infatti presenti vestiti e, a cavallo del corrimano, coperte. Oltre a oggetti vari di persone che lì, evidentemente, trovano temporaneo rifugio. Ma oltre la ringhiera, non c’è nessuno. Solo tracce di presenze e cianfrusaglie sparse che si stagliano lontane nella serata fredda illuminata dai lampeggianti blu della polizia e del mezzo di protezione civile del comitato livornese della Croce Rossa, arrivato per far luce agli investigatori. Quel palazzo dal passato tormentato è vuoto da anni. Era il 2015 quando è stato sgomberato per il timore dei crolli. Le porte adesso sono chiuse e, a quanto sembra, all’interno non c’è più nessuno da parecchio tempo. Chi sta lì, a quanto sembra, utilizza unicamente gli spazi esterni, cercano riparo, appunto, di lato o dietro la siepe.
Gli operatori
Ed è proprio qui, oltre la vegetazione, che è stato trovato il 45enne. Ed è da qui che sono partite le indagini della polizia. Con gli agenti del commissariato di Rosignano che hanno analizzato ogni traccia presente a terra, sui gradini e intorno alla salma. E che hanno sentito gli operatori dell’Unità di Strada della Croce Rossa del comitato di Rosignano, che fanno tappa sul territorio per aiutare chi vive fuori, anche al Caravanserraglio, e che ieri erano lì, una volta saputo l’accaduto, per poter dare una mano. Accanto alla polizia che sta ancora cercando di ricostruire che cosa sia accaduto a Solvay. E ora, una volta che la salma è stata trasportata all’obitorio, l’attesa è per l’autopsia che il magistrato dovrebbe disporre.
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