Il Tirreno

La testimonianza

Santa Luce, il pastore travolto dal fiume: «Sono rimasto per ore lì, un canneto e saper nuotare sono stati la mia salvezza»

Santa Luce, il pastore travolto dal fiume: «Sono rimasto per ore lì, un canneto e saper nuotare sono stati la mia salvezza»

Antonino Battiata racconta: «La mia auto andava a fondo, ho visto la morte in faccia»

26 ottobre 2024
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SANTA LUCE. Un secondo è sembrato un’ora, aggrappato a quel canneto che costituiva l’ultimo appiglio tra la vita e la morte. Perché sapeva che solo resistendo il più possibile ne sarebbe uscito. Poi, eccole finalmente, le luci della salvezza. «Mi hanno chiamato, i soccorritori. E ho detto: sono io, sono il pastore. Poi mi hanno tirato fuori». Antonino Battiata nella notte tra venerdì e sabato è stato travolto dall’ondata di piena del fiume mentre stava cercando di attraversare con l’auto uno dei guadi nel territorio di Santa Luce, dove è titolare di un allevamento di pecore e capre. «Sono rimasto nel fiume per ore – racconta – adesso sto bene». Ma andiamo con ordine.

Il guado

Siamo nel territorio comunale di Santa Luce dove la tempesta si è abbattuta con tutta la sua potenza colpendo principalmente le zone di Pomaia, Pastina e Macchiaverde. «Quella notte la mia compagna era fuori – racconta Battiata – e non riusciva più a tornare indietro per via del maltempo. Allora ho preso la Panda e l’ho raggiunta per aiutarla». Ma arrivato in via dell’Impero attraversa il fiume Fine sul guado e, in quel momento, viene travolto dall’ondata di piena mentre è al volante della sua auto. «Sono uscito dal vetro e sono salito sul tettino – racconta –. Poi però sono caduto perché l’acqua ha ribaltato la Panda».

Il canneto

Una volta in acqua, il pastore di Santa Luce non si dà per vinto, ma resiste con le unghie e con i denti. «Credo di essere stato sbalzato a parecchi metri di distanza, con la forza del fiume che mi trasportava via. Per fortuna so nuotare quindi sono riuscito a tirare la testa fuori dall’acqua». Battiata è quindi stato scaraventato contro un canneto. E con ogni probabilità è stata la sua fortuna. «Mi sono aggrappato e sono rimasto lì, per ore nel fiume». In realtà non è chiaro quanto esattamente sia rimasto a mollo, ma di certo quegli attimi trascorsi aggrappato a un mucchio di canne in attesa dei soccorsi gli sono sembrati un’eternità.

I soccorsi

«Poi ho visto i lampeggianti e ho chiamato aiuto. Sono il pastore, ho detto, aiutatemi». A un certo punto sul guado del fiume Fine sono infatti arrivati i vigili del fuoco inviati dal comando dei pompieri di Pisa seguiti da un operaio mandato in spedizione dal Comune di Santa Luce. Le squadre dei pompieri, una volta messa in salvo la donna, hanno raggiunto anche il pastore – che era piuttosto distante dalla riva e il recupero non è stato immediato – e l’hanno riportato a terra. L’uomo è stato quindi visitato e attualmente si trova in buone condizioni di saluti.

«Ho avuto paura»

Shock a parte. Perché finire in acqua dopo essere stato travolto dal fiume è qualcosa che, comunque, segna. «Ora sto bene – racconta il pastore di Santa Luce – ma posso dire di aver visto la morte negli occhi. Credo proprio che mi abbia salvato il canneto. La mia auto, invece, è sempre lì. Ormai si vede solo una parte del tettino, per il resto è affondata». E sarà difficile che possa essere rimessa in moto. Il pastore di Santa Luce, invece, si è ripreso dallo shock ed è già tornato a gestire la sua attività di a. «Qui ho quasi settecento animali», dice l’imprenditore con soddisfazione.l

 

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