Il Tirreno

Il racconto

Firenze la notte fa paura, fino a dieci spaccate in poche ore. Viaggio nella città dove i commercianti sono sotto attacco

di Martina Trivigno
Firenze la notte fa paura, fino a dieci spaccate in poche ore. Viaggio nella città dove i commercianti sono sotto attacco

Furti a raffica ai danni dei commercianti: «Vittime anche di intimidazioni»

19 ottobre 2023
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FIRENZE. Di giorno, i turisti camminano tranquilli tra le bancarelle. La guida stringe in una mano un piccolo ombrello colorato e parla a voce alta, al centro del gruppo. Racconta che lì, in quel mercato, in origine si vendevano soprattutto tessuti perché San Lorenzo è il patrono dei sarti. Ma non dice – forse perché non può saperlo – che Firenze è una città dalla doppia faccia. E che, di notte, camminare per quelle stesse strade fa paura.

Quando le serrande dei negozi si abbassano, il confine tra legalità e illegalità si assottiglia. Sì, perché quando le luci si spengono, la criminalità esce alla scoperto. Bisogna percorrerle con il buio le vie del centro per capire. Ogni rumore, anche il più flebile, fa sussultare, ogni ombra fa restare con il fiato sospeso.

È lì – nel quadrilatero tra la stazione di Santa Maria Novella e San Lorenzo – che la tranquillità dei commercianti fiorentini è stata sconvolta.

Le testimonianze

Fino a dieci spaccate in una notte, soltanto nel centro di Firenze. A lanciare l’allarme è Aldo Cursano, titolare del caffè “Le Rose” di piazza dell’Unità Italiana e presidente di Confcommercio Toscana e, con lui, diversi colleghi vittime di spaccate alle vetrine dei negozi. Che – secondo loro e anche il sindaco Dario Nardella – sono veri e propri «atti intimidatori». Come spiega Maurizio Merico, alla guida del bar Arcobaleno di via Alamanni. Tutto – racconta – è iniziato proprio da lui. «Erano le 1,30 del 7 ottobre – racconta – quando un uomo ha preso un sampietrino e si è accanito contro una delle vetrine del mio locale. Non si è fermato fino a quando non è riuscito a sfondarla. A quel punto, è entrato e si è diretto al registratore di cassa, portando via quel che c’era dentro». Ma non finisce qui. Stando al racconto del titolare del bar Arcobaleno, non passano neppure un paio d’ore che arrivano altri malintenzionati. «Soldi non ce n’erano più – sottolinea – ma hanno saccheggiato bottiglie di vino, birra e liquori. Ci siamo sentiti impotenti».

Il 13 ottobre, a Firenze, i vertici di Confcommercio Toscana convocano una conferenza stampa. «Noi commercianti scegliamo di non restare in silenzio», sottolinea Merico. Ma è allora che succede: poco meno di 48 ore dopo, dei tombini di ghisa vengono scagliati, di nuovo, contro le attività di alcuni dei commercianti presenti alla conferenza stampa di alcuni giorni prima. «Pensiamo si tratti di atti intimidatori perché sono state danneggiate le vetrine ma non è stato portato via nulla – sottolinea Cursano, la cui attività conta 22 colpi subiti – ma, in ogni caso, non ci fermeranno. Le conseguenze dell’aumento dei crimini contro le attività commerciali sono pesantissime a livello economico, è vero, ma anche a livello psicologico e sociale. L’impressione è che la città, dopo la chiusura dei nostri locali, sia lasciata in balia dell’illegalità».

Anche Andreina Mancini, titolare dell’Antica pasticceria Sieni in via Sant’Antonino, si dice pronta a dare battaglia: «Stiamo vivendo un grosso problema, per questo dobbiamo riunirci, scendere in piazza a manifestare. Vogliamo la sicurezza che ci meritiamo. Non vogliamo più avere paura. Con il tempo, sono stata costretta a ridurre l’orario di apertura perché nelle fasce mattutine e serali girano persone poco raccomandabili e la paura è tanta, più per i miei dipendenti che per me, perché le reazioni dei malviventi spesso sono imprevedibili».

L’incontro

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si dice solidale con i commercianti colpiti da furti e spaccate e l’assessora alla Sicurezza urbana, Benedetta Albanese, annuncia «servizi di controllo mirati, anche in borghese, insieme al monitoraggio da remoto delle telecamere di videosorveglianza, oltre alla garanzia di un presidio più intenso con le pattuglie della polizia municipale».

Il report

Ora, i commercianti ci sperano e non lo negano: hanno paura. «Non tanto per noi – aggiunge Cursano – ma soprattutto per le nostre dipendenti. Il nostro lavoro è legato a doppio filo con la sicurezza». E da un recente report “lampo” di Confcommercio emerge che il 65% dei titolari di attività commerciali avverte un senso di sicurezza scarso sul fronte dei possibili danneggiamenti che potrebbero colpire la loro impresa, mentre uno su due si sente meno sicuro rispetto al passato. Soprattutto temono di restare vittime di furti, spaccate o rapine (41,5%), poi di aggressioni (24,6%) e atti di vandalismo (23%). «La situazione è drammatica – conclude Merico – Alcune nostre dipendenti ci hanno detto che se accadrà di nuovo si licenzieranno perché non riescono più a lavorare così, con il terrore di un’aggressione».

Una commessa abbassa la serranda ed esce da un negozio, stringe la borsetta sotto il braccio. Si guarda le spalle, accelera il passo. Il giorno ha già lasciato spazio alla notte.




 

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