Bagnini obbligatori in spiaggia dal 1º maggio, la svolta e i timori: «Rischiamo di non trovarne, molti sono studenti»
Si allunga, anticipandolo, il periodo di sorveglianza obbligatoria. I balneari: «Il 40% studiano, sarà dura chiamarli prima»
Una svolta storica o quasi: dal 1º maggio ci sarà la sorveglianza obbligatoria sulle spiagge, che da anni era prevista “solo” dal 15 giugno al 15 settembre.
La novità
Questo significa che, a partire da maggio e fino al 30 settembre di quest’anno, i bagnini dovranno essere presenti tutti i giorni negli stabilimenti balneari, per garantire la sicurezza dei bagnanti. Anche se non a orario pieno: si ipotizza, per adesso, dalle 10 alle 17. In questo arco temporale l’assenza del bagnino, come sempre accaduto, potrà portare alla sanzione per il suo titolare, compresa la revoca della concessione.
Si vociferava da giorni di un possibile cambiamento, che scombussola la stagione turistica in arrivo: i referenti delle associazioni balneari della Versilia confermavano di essere a conoscenza dell’ipotesi, ma di volerne prendere atto solo con l’ufficialità. Ebbene: ieri a Livorno i balneari hanno incontrato la Capitaneria di porto, che ha messo nero su bianco la nuova direttiva ministeriale. Non escludendo che possano esserci ulteriori variazioni, perché il confronto al ministero dei Trasporti è tutt’ora in corso.
«Un incontro costruttivo e aperto al confronto»: così il presidente regionale del sindacato Sib Confcommercio Alberto Nencetti sintetizza la riunione che si è svolta ieri tra la Capitaneria e gli operatori balneari, in merito al periodo obbligatorio di assistenza e salvataggio sulle spiagge. All’incontro presieduto dall’ammiraglio Giovanni Canu, per Sib Confcommercio erano presenti, oltre a Nencetti, il vicepresidente regionale Luca Petrucci (Versilia) , il presidente provinciale di Pisa Fabrizio Fontani, la responsabile area legale Stefania Frandi e il segretario provinciale Alessio Schiano.
Canu ha illustrato la circolare del Comando generale delle Capitanerie di porto, che prescrive l’organizzazione del servizio di assistenza e salvataggio anche per tutto il mese di maggio fino a tutto settembre. Per la Capitaneria sarà possibile allungare la stagione balneare minima, «ma gli operatori dovranno comunque garantire il salvataggio per tutta la settimana e non solo per i fine settima come era stato possibile ad oggi», si spiega. L’intenzione è quella di estendere la prescrizione a tutta la Toscana in conformità con tutte le altre regioni. In pratica: nel momento in cui uno stabilimento apre alla clientela, un bagnino dovrà essere in torretta.
I problemi
Nencetti ha premesso che gli obiettivi e le priorità di Sib Confcommercio sono gli stessi della Capitaneria. «Il problema, per rispettare questi obblighi, è la carenza di personale qualificato. L’incontro con la Capitaneria ha permesso di evidenziare queste criticità e ottenere ascolto, ma la questione ora deve essere affrontata a livello ministeriale, per trovare una soluzione praticabile che eviti chiusure forzate degli stabilimenti. Le principali criticità sono legate alla normativa entrata in vigore nel 2024, che ha reso più stringenti i requisiti per il personale addetto al salvataggio». Luca Petrucci, referente del Sib per l’area Versilia-Massa, spiega: «Circa il 40% della forza lavoro potenziale è composta da studenti, disponibili solo da giugno. Sarà dura chiamarli in servizio prima. È un po’ questa la problematica vera, perché non stiamo parlando di una differenza economica sostanziale». Oltre al fatto che la novità arriva, con ritardo, appena un mese prima dell’applicazione: gli stabilimenti balneari devono riorganizzarsi.
L’ammiraglio Giovanni Canu ha ascoltato con attenzione le problematiche sollevate e ha riconosciuto le difficoltà operative che gli stabilimenti si trovano ad affrontare. Proprio per questo, il Sib Confcommercio chiede «una dilazione dei tempi e una maggiore flessibilità nell’applicazione della normativa, per evitare che molti stabilimenti si trovino costretti a rimanere chiusi. Si attende ora un’interlocuzione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». Nel frattempo, la categoria guarda con attenzione anche alle possibili soluzioni a medio termine: «Se lavoriamo bene su informazione e formazione, tra due anni potremmo trovarci con un sistema più sostenibile», conclude il presidente Nencetti.l
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