Il Tirreno

Il racconto

«Mi ha guardato negli occhi e ha sparato verso di me»: il racconto dell’uomo che ha ripreso l’assalto al portavalori sull’Aurelia – Video

di Luca Centini

	Due momenti dell'assalto al portavalori sull'Aurelia e Alessandro Gorini
Due momenti dell'assalto al portavalori sull'Aurelia e Alessandro Gorini

San Vincenzo, il 57enne è stato minacciato da un bandito mentre col cellulare filmava l’agguato: «Ha esploso 3 o 4 colpi e sono scappato, nessuno mi ha chiesto nemmeno se sto bene o no»

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SAN VINCENZO. «Sì, l’ho visto. Ha alzato la testa, mi ha guardato negli occhi. Poi ha sparato verso di me. Ha esploso 3-4 colpi in sequenza». Peggio di un incubo.

Alessandro Gorini stava facendo dei lavori di ristrutturazione, a San Vincenzo. Un attimo dopo si è trovato a dover scappare per togliersi dalla visuale dei rapinatori. Dalla quotidianità a una scena da film di guerra. Basta questo per dare la dimensione enorme, sproporzionata, dell’azione criminale andata in scena nella tarda serata di venerdì in quello che fino a poche ore fa era un angolo di pace della Toscana.

Uno degli uomini armati, con il volto coperto dal passamontagna nero, si accorge che il 57enne, che ha commentato la vicenda anche alla Rai, sta filmando con il telefonino le prime fasi della rapina a mano armata ai portavalori, dietro la rete del cavalcavia che passa sopra la strada. Solo pochi secondi prima si un’esplosione, il portavalori viene fatto saltare. I banditi si stanno organizzando per caricare i borsoni pieni di soldi e per scappare. Tutti tranne uno. Urla qualcosa verso Alessandro. Poi non esita e far partire 3-4 colpi di kalashnikov. Forse per aria, solo per spaventarlo. Di certo per impedirgli di portare a termine il filmato, evidentemente un imprevisto che il commando non aveva preso in considerazione.

«Guardi, non ho neanche capito cosa mi aveva urlato – solo la sera, riguardando il video sul cellulare, ascoltando l’audio con l’auricolare, ho realizzato che mi stava dicendo “Cazz* stai filmando!”». Gorini racconta quanto gli è capitato. Momenti che non dimenticherà mai. È lui a contattare Il Tirreno. Non riesce proprio a digerire alcuni dei commenti pubblicati sui social. Alcuni lo accusano di mania di protagonismo, altri di avventatezza, altri ancora lo rimproverano di non aver chiamato i carabinieri e di aver pensato solo a fare il video (in realtà sia il diretto interessato che i vicini avevano provveduto a chiamare le forze dell’ordine). «È successo a pochi passi da casa mia, non si trattava di un incidente stradale, impossibile non documentare quanto stava succedendo – racconta – stavo facendo dei lavori in casa, ho sentito gli spari. Mi sono chiesto: non è che è mio fratello cacciatore che sta sparando? Poi ho sentito una mitragliata. Mi sono messo a filmare, rimpiattato dietro la rete. Ho visto che i banditi mandavano le guardie giurate con le mani alzate verso la galleria direzione nord. In quel momento hanno fatto esplodere il portavalori. Tutto in pochi secondi. Si vedeva che era un’azione di gente organizzata, un vero commando. Ero a un’ottantina di metri da loro».

Gorini dice di non aver avuto paura, fino al momento dello sparo. «Sì, ho visto che si è accorto di me e mi ha urlato qualcosa. Ha sparato – sottolinea – A quel punto mi sono allontanato dalla rete, sono scappato. Lei cosa avrebbe fatto? Con un colpo finisce tutto. Mi sono allontanato in fretta, era scivoloso e sono caduto, facendomi un po’ male alla mano, ma niente di che. Nessuno mi ha chiesto nulla, se sto bene o meno. Spero almeno che il video possa servire a qualcosa».

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