Viareggio, addio al carabiniere Giuseppe Antonelli: diventò famoso grazie alla Circe
Partecipò all’arresto di Maria Luigia Redoli: la foto fu pubblicata ovunque
VIAREGGIO. Divenne famoso grazie a una foto che fu pubblicata in tutta Italia: l’arresto di Maria Luigia Redoli, detta “la Circe della Versilia”, accusata di aver ucciso il marito. È scomparso a 89 anni Giuseppe Antonelli, ex carabiniere: originario di Massa, viveva a Viareggio da tempo. Ex militare del nucleo radiomobile della Compagnia di Viareggio per oltre venti anni, nel 1991 Antonelli partecipò all’arresto della Circe dopo la condanna definitiva decisa dalla Corte di Cassazione. E quella foto che lo ritrae con lei, mentre escono dall’abitazione di Forte dei Marmi, fece il giro di giornali, riviste e televisioni. Del resto il fatto di cronaca appassionò l’intero Paese, per l’intrigo che celava dietro.
Antonelli è stato per l’Arma una vera e propria istituzione: uno di quei carabinieri vecchio stampo, una figura che i viareggini un po’ più datati ricordano certamente, perché era sempre in strada a fare servizio. Era il periodo in cui c’era anche il maresciallo Giulio Lazzeri, un’altra di quelle figure che hanno lasciato il segno. Come del resto i colleghi di tante operazioni andate a lieto fine. Giuseppe Antonelli, tra l’altro era cognato di Walter D’Andrea, che ha prestato per anni servizio al Nucleo operativo dei carabinieri per poi andare in Procura a Lucca, una volta andato in pensione è diventato consulente di un’agenzia di investigazioni e della sicurezza. Antonelli lascia la moglie Luciana, le figlie Silvia e Antonella, i nipoti Aurora e Nicolas.
La salma si trova nelle sale del commiato della Croce Verde e il funerale è fissato domani alle 10 nella chiesa di Santa Rita al Campo d’Aviazione. Se ne va dunque un altro protagonista indiretto della storia della Circe, che riportò la Versilia alla ribalta della cronaca nazionale. Maria Luigia Redoli fu accusata di aver assassinato con 17 coltellate il marito Luciano Iacopi, nella loro villa di Forte dei Marmi.
Gli inquirenti la accusarono di aver organizzato tutto assieme all’amante, il carabiniere a cavallo Carlo Cappelletti, conosciuto in Versiliana dove prestava servizio. Un caso che incendiò l’Italia, e che ormai è storia: Maria Luigia Redoli è morta nel 2019, dopo aver fatto 24 anni di carcere.