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Chiude Tomei, storico negozio di abbigliamento a Viareggio: gli inizi, i clienti famosi e i ringraziamenti

di Roy Lepore
Francesco Tomei attuale proprietario dell’attività prossima alla chiusura
Francesco Tomei attuale proprietario dell’attività prossima alla chiusura

Il racconto del titolare: «Da noi si sono servite generazioni di viareggini. Molti pagavano i vestiti con le cambiali. Tra i nostri clienti anche Panatta»

13 ottobre 2024
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VIAREGGIO. Il 15 novembre prossimo, forse anche prima se la merce andrà esaurita, dopo settant’anni cesserà l'attività lo storico negozio di abbigliamento Tomei in via Coppino in Darsena. Negli anni Cinquanta, nel fondo di proprietà di 155 metri quadri, che sarà poi messo in vendita, c'era la fabbrica tessile aperta da Giuseppe Tomei. Prematuramente scomparso, aveva svolto la professione di commercialista, insegnante, dirigente di azienda, nel '54 al posto della fabbrica, aprì il negozio che commercializzava stoffa, biancheria e confezioni: era “Tomei confezioni”. Col tempo l’attività si orientò solo sulla vendita di abbigliamento, e la ragione sociale rimase solo Tomei. Al fianco di Tomei, la moglie Giuseppina (anche lei di cognome di nascita Tomei), anche lei viareggina: oggi ha 102 anni. Nel '76 nell’attività entrò il figlio Francesco, oggi 73 anni: rimasto oggi l'unico al timone, ha deciso dopo tanti anni di ritirarsi.

«I tempi sono cambiati rispetto a quando avevamo la nostra clientela; molti nostri clienti pagavano gli abiti che acquistavano con le cambiali. Da noi si è servita tutta la Darsena, ma le persone venivano anche da altri quartieri. Poi in estate venivano a fare spese anche i turisti. Come clienti abbiamo avuto anche i famosi tennisti Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, il giornalista americano Alan Friedman. Ho visto crescere generazioni di viareggini. Abbiamo proposto soprattutto uno stile di abbigliamento classico, anche se per un periodo abbiamo trattato stili giovanili. Nel tempo, con Del Monte, siamo rimasti i negozi tradizionali, dove chi predilige un certo tipo di prodotto da noi lo trova».

«Mio padre – prosegue il racconto – aveva due fratelli, Plinio e Giorgio e una sorella Elisa, che abitava a Montecatini, che non si sono mai occupati del negozio, come del resto mio fratello Cesare, che è insegnante; per un periodo in negozio c'è stata mia moglie Stefania. Ha lavorato con noi anche Cristina Petrucci, che ringrazio per l'aiuto: adesso fa la pescatrice di professione, è l'unica donna a Viareggio. Vorrei ringraziare anche tutte le commesse che ci hanno accompagnato: Ermanna Gragadin, Anna Checchi, Sonia Palanca, Maria Pia Fedi, Giolesca Puccetti, i tantissimi i clienti che ci hanno dato fiducia in questo lungo percorso e sono stati davvero molti. Come in tutte le cose, c'è però un inizio e una fine, e ora mi sembrava giusto fermarmi – sottolinea –. Ho sempre avuto la passione per la pittura, che poi per lavorare in negozio ho dovuto interrompere. Vorrà dire che se ritroverò l'ispirazione potrò ricominciare a dipingere. Del resto come ho detto spesso, sono un artista prestato al commercio».

E a proposito di artisti, Giuseppe Tomei, padre di Francesco, è stato amico di Egisto Malfatti, lo chansonnier viareggino per molti anni "mattatore" della Festa della Canzonetta, che si esibiva con la compagnia al Politeama, quando era aperto, nel periodo di Carnevale.

«Oltre che amico è stato organizzatore dei suoi spettacoli per diverso tempo – spiega Francesco Tomei –. In questo negozio abbiamo ospitato anche le prove di alcuni spettacoli. Io ero piccolo, ma ricordo bene quel periodo che conservo dentro di me con tanto affetto, perché mi ricorda soprattutto mio padre, ma poi con lui tanti amici, alcuni dei quali purtroppo ci hanno lasciato. Ho cercato in seguito anche di far recitare insieme Egisto Malfatti ed Enrico Casani, altro interprete per anni della Canzonetta viareggina, ma non ci sono riuscito. Peccato, sarebbe stato bello vederli insieme sul palco del Politeama, sono sicuro che ci avrebbero regalato entrambi tante emozioni».

Ha pensato a come sarà il suo futuro dopo il 15 novembre, dopo una vita trascorsa fra queste mura? «In effetti sono nato vicino al negozio – risponde Francesco Tomei –; la nostra casa era a pochi metri da qui, avevamo un giardino sul retro e poi il negozio accanto. Ho abitato sempre in via Coppino, anche questa strada è molto cambiata. Vedrò se riuscirò a riprendere a dipingere, la mia più grande passione».

«Ho deciso di chiudere con dignità – conclude Tomei – vendendo tutta la merce rimasta, senza ricorrere alle formule “svuota tutto”. Vorrei cogliere l’occasione per salutare e ringraziare attraverso Il Tirreno tutti coloro che in tanti anni ci hanno permesso di tagliare questo traguardo importante».


 

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