Versilia, triplicati i nidi di vespa velutina: «Minaccia mortale per le nostre api». Il metodo Z e i rischi
L’allarme degli addetti ai lavori: «Situazione da contenere assolutamente. Questo insetto alloctono si prenderà tutto il territorio in Italia in qualche anno»
SERAVEZZA. Sono triplicati, rispetto al 2022, i nidi di vespa velutina che sono stati avvistati nella Versilia storica quest’anno. Da 23 nidi segnalati, siamo passati ai 67 registrati (fino a fine novembre) dall’associazione “Toscana Miele” nei quattro Comuni.
Pietrasanta emerge con un picco di 41 casi e anche Forte dei Marmi con 19, rispetto ai nove e due dello scorso anno. Una situazione che deriva da un lato da una maggiore informazione e quindi predisposizione degli apicoltori e dei cittadini di notare e segnalare i nidi per farli neutralizzare, dall’altra da un’effettiva espansione di questo insetto che si mangia le api da miele e contemporaneamente le costringe e barricarsi nell’arnia senza poter uscire a svolazzare sui fiori. Sconfiggere la vespa velutina, ad oggi, è praticamente impossibile. Gli apicoltori possono soltanto rallentare e contrastare il suo dominio.
La speranza però arriva da una ricerca dell’Università di Pisa e di Firenze, con un progetto finanziato dalla Regione Toscana, dal quale gli esperti del settore si auspicano arrivino soluzioni più efficaci. A spiegarlo è Stefano Fenucci, dell’associazione “Toscana Miele”, uno dei tre gruppi toscani che collaborano con le università e che da qualche anno seguono questa problematica. «Il messaggio è chiaro e inequivocabile – dice Fenucci – al momento non c’è modo di migliorare questa situazione: può solo peggiorare. Questo insetto alloctono si prenderà tutto il territorio in Italia in qualche anno».
Le altre due associazioni sono Arpat “Associazione regionale produttori apistici toscani”, e Aapt “Associazione apicoltori delle province toscane”. Come riferimento c’è il sito ufficiale nazionale www.stopvelutina.it sul quale si può fare anche le segnalazioni. Di recente un nido enorme di Vespa velutina è stato visto e fotografato, e successivamente neutralizzato, su viale Emilia fra Forte dei Marmi e Seravezza. «Nel frattempo che la ricerca universitaria fa il suo lavoro, bisognerà capire se riusciremo a gestire il problema senza arrecare troppi danni all’apicoltura», dice Fenucci, che aggiunge: il problema si ripercuote a catena sull’economia del miele e di chi ne fa un reddito e sulla biodiversità. «Stiamo lavorando per neutralizzare i nidi indicati, e chiediamo alla popolazione di segnalarceli: sono fatti a forma di damigiana, e si trovano nella parte alta degli alberi».
La neutralizzazione consiste nel soffiare all’interno del nido una polvere in veleno che uccide questi insetti. C’è anche un cosiddetto metodo Z, in via di sperimentazione: questo prevede la cattura di qualche esemplare di Vespa velutina, che viene trattata con una dose di veleno, e quando torna nel nido dovrebbe creare una reazione a catena e sterminare l’alveare. Ad occuparsi di tutto questo sono gli apicoltori di queste tre associazioni che lo svolgono in modo volontario e per salvaguardare la loro attività e una realtà preziosa come quella della produzione di miele.
Al momento ad essere infestata è tutta la Toscana tirrenica, fino a Firenze, Pistoia e Prato. Soprattutto Viareggio, Lucca, Pisa la Versilia e Massa Carrara, stanno vivendo un secondo focolaio dovuto ad un arrivo nel 2017 attraverso il porto di La Spezia. L’intenso lavoro degli apicoltori della zona è efficace, e la concentrazione di questo insetto non è ancora alta definire la situazione come critica.