Il Tirreno

Toscana

La spiegazione

Perché (di solito) in Italia i rave party non vengono sgomberati con la forza

di Libero Red Dolce
Perché (di solito) in Italia i rave party non vengono sgomberati con la forza

Il recente rave a Massa Marittima ha fatto tornare in circolo una domanda che tanti si pongono in questi casi. Ma per la gestione bisogna tenere conto della sicurezza dei partecipanti e non solo

4 MINUTI DI LETTURA





I rave party s’impongono al centro dell’attenzione pubblica come un fiume carsico: scompaiono per un po’, poi si riaffacciano (in barba ai decreti per vietarli) attivando un prevedibile e ripetitivo circuito di polemiche e critiche, per poi tornare a scorrere sottoterra. D’altronde, è nell’underground che si sviluppano free party (come sarebbe più corretto chiamarli), una sottocultura che esiste da più di trent’anni e che probabilmente non sta attraversando il suo momento di maggiore forza.

Ma che riesce comunque a fare parlare di sé in maniera spropositata e con toni allarmistici (si pensi all'evento di Santa Maria a Monte nel 2021 o quello di Modena del 2022), talvolta anche considerati i numeri delle persone partecipanti.

La domanda che tutti si fanno: “Perché non lo sgomberano con la forza?”

Quando la notizia di un rave irrompe sui giornali, com’è successo per l’evento in questi giorni a Massa Marittima, una delle reazioni più facili da riscontrare nel pubblico è: “Perché non lo sgomberano con la forza?”. Che sia sotto forma di curiosità o con toni perentori di richiesta o esortazione, solitamente in proporzione commisurata alla tolleranza e ignoranza del fenomeno da parte di chi pone la questione.

Infatti, quando un rave in corso viene segnalato alle forze dell’ordine, il tentativo che si mette in campo è quello di trattare con gli organizzatori per convincerli a chiudere la festa. Al fianco di questa via “diplomatica”, si mettono in campo anche atteggiamenti dissuasivi, come ad esempio la chiusura delle vie d’accesso per fare in modo che i numeri della manifestazione non aumentino. Un rave infatti può durare per giorni, con le forze dell’ordine che controllano, fanno posti di blocco, ma non intervengono per sgomberare. Vediamo perché.

Rischi per la sicurezza

Uno degli aspetti più critici nella gestione dei free party è la sicurezza. Questi eventi, organizzati in luoghi non autorizzati e talvolta in strutture non sicure, possono presentare rischi significativi per i partecipanti. Uno sgombero forzato potrebbe ulteriormente aumentare questi rischi, portando a situazioni di panico o incidenti durante la fuga.

Come vengono organizzati i free-party

Per portare numeri importanti di persone a un party di solito gli organizzatori si muovono tra gruppi su canali Telegram o Signal e soprattutto puntando sull’efficacissimo passaparola. Si riesce ad arrivare sul posto senza farsi intercettare dalle persone e il messaggio si muove con velocità ed efficacia all’interno della comunità interessata. E una volta scelto il luogo, sui gruppi si condivide la posizione non troppo tempo prima dell’evento stesso, in modo da non dare troppo margine alle forze dell’ordine di intercettarla.

Evitare il rischio di scontri

La presenza di un grande numero di persone in uno spazio ristretto può creare situazioni difficili da gestire. La polizia deve bilanciare lan ecessità di mantenere l'ordine pubblico con il rischio di disordini o incidenti che potrebbero derivare da un intervento troppo aggressivo. Uno sgombero forzato potrebbe innescare reazioni violente o aumentare il rischio di scontri tra partecipanti e forze dell'ordine.

Il sequestro dei mezzi

Una delle strategia più comuni adottate dalle forze dell’ordine per la gestione di questi eventi è il sequestro dei mezzi. Si punta, diciamo così, al portafoglio. Il sequestro dei sound system o degli automezzi utilizzati per organizzare o partecipare ai rave party è considerata dalle istituzioni una misura efficace per colpire gli organizzatori del raduno e i suoi partecipanti. Che inoltre vengono denunciati, spesso per l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui. 

Cos’è cambiato con la legge anti-rave

La legge antirave del governo Meloni è stata introdotta con il Decreto-legge 162/2022 del 31 ottobre 2022. Inizialmente, prevedeva un nuovo reato (art. 434-bis c.p.) per l'invasione di terreni o edifici con raduni pericolosi, con pene da 3 a 6 anni e multe da 1.000 a 10.000 euro per gli organizzatori.

Durante la conversione in legge (Legge 199/2022 del 30 dicembre 2022), la norma è stata modificata sostituendo l'art. 434-bis con l'art. 633-bis c.p., eliminando il requisito numerico di 50 persone e aggiungendo quello sonoro per i raduni musicali. La pena è rimasta invariata. Queste modifiche hanno reso il reato più specifico, ma hanno anche sollevato critiche per la sua genericità e severità.

Primo piano
Immobiliare

Nuda proprietà, boom di vendite: quanto conviene, come funziona e perché è un fenomeno in crescita

di Paola Silvi

Video

Livorno, in migliaia allo stadio per celebrare gli eroi della C: l'arrivo, l'attesa, la festa e i giochi d'artificio

Sani e Belli