Mutui in Toscana, l’esperto risponde ai dubbi: dalla scelta del tasso al rapporto rata-reddito
Il consulente indipendente del credito ed ex manager: «Servono iniziative di sviluppo»
Gianfranco Antognoli, un passato da dirigente bancario del Gruppo Monte dei Paschi di Siena e da vicedirettore generale di Banca Toscana, oggi è consulente indipendente del credito (titolare dello studio Concredito). E con lui approfondiamo il tema dei mutui ipotecari in Toscana tra consigli, tassi, tendenze e numeri.
Dottor Antognoli, dal recente studio di Kiron Partner SpA, Gruppo Tecnocasa, riferito al primo semestre dello scorso anno, emerge la tendenza in Toscana di mutui ipotecari principalmente per l’acquisto della prima casa, con una durata di circa 27 anni e per un importo medio di 124mila euro.
«È sicuramente un quadro coerente con quello che è l’andamento del mercato e del contesto. Una premessa, a proposito: c’è un recente dato, certificato da Abi (Associazione bancaria italiana) e Banca d’Italia, sui prestiti ai privati che riprendono, anche se è bene precisare che non sono in espansione; mentre calano quelli alle imprese e quando parliamo specialmente di piccole-medie imprese, che è poi l’ossatura dell’imprenditoria italiana, è sicuramente un dato sul quale riflettere invertendo la tendenza: senza finanziamenti, non si fanno investimenti».
Tornando ai mutui in Toscana, c’è una ripresa complice il calo dei tassi?
«I tassi sono in positiva discesa da un po’: ci sarà un ulteriore calo di 25 centesimi nel corso di gennaio 2025 e diventeranno così ancora più attrattivi andando attorno al 2,75%. Prima in Europa e poi negli USA scenderanno ancora verso il 2% nei prossimi mesi. Al momento, in generale, è un periodo ancora un po’ di “stagnazione”: occorrono iniziative di sviluppo dei mercati, perché il clima è ancora diciamo “riflessivo” sia per i privati sia per l’imprenditoria».
Da tempo la domanda più ricorrente quando si parla di mutui è: tasso fisso o variabile? Lei cosa consiglia?
«Esiste un’ampia letteratura a supporto di uno e dell’altro. Inevitabilmente, tutto dipende dalla tipologia di reddito di chi chiede il mutuo. Se siamo di fronte a una giovane coppia, per esempio, con un reddito fisso, è più facile fare i conti con un tasso fisso, “senza sorprese” mensili. Se si tratta, invece, di un soggetto a reddito variabile, un imprenditore o un titolare di partita Iva, si può pensare a un tasso variabile. Ogni caso però ha la sua storia».
Come leggere quei 124mila euro d’importo medio in Toscana?
«Direi coerenti al contesto, sono una cifra che possiamo definire media. Poi è logico che ci inseriamo nel mondo delle statistiche, i casi possono essere i più vari: si va da un piccolo appartamento per giovani coppie, magari, fino all’acquisto di case a Forte dei Marmi e lì le cifre cambiano parecchio…».
La durata media, invece, secondo lo studio s’attesta attorno ai 27 anni: come valuta questa tempistica?
«Si tende a prendere un periodo più ampio, è normale, per ammortizzare la cifra mensile. Anche se reputo che il giusto periodo d’ammortamento sia tra i 20 e i 25 anni, non di più: chiaro che ogni profilo ha esigenze diverse e parametri differenti».
Quali sono i consigli che le chiedono maggiormente prima di stipulare un mutuo?
«Se è il caso di investire e che tasso fare, prevalentemente. Secondo me è opportuno e anche sfidante tra l’altro: penso soprattutto ai giovani che vogliono acquistare una casa di proprietà. Aiuta anche l’economia ed è foriero di sviluppo complessivo. Il mio consiglio è comunque mantenere un rapporto rata/reddito non superiore al 40 per cento: indebitarsi per trent’anni non è un affare. Con una cifra erogata di 124mila euro, dunque, per una rata mensile sotto i 1000 euro, se naturalmente il reddito familiare lo consente, gli anni del prestito sono la conseguenza: 15-20, al massimo».
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