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Pieraccioni-Siani, l’inedita coppia al cinema: i temi del film e perché «napoletani e toscani sono così simili» – Video

di Luca Barbieri

	Friscia, Pieraccioni, Siani e Dall'Orto
Friscia, Pieraccioni, Siani e Dall'Orto

Insieme nell’ultimo film “Io e te dobbiamo parlare”: show dei due artisti alla presentazione della pellicola a Firenze tra battute e curiosità

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FIRENZE. È sul filo rosso dell’ironia e della comicità che collega Firenze e Napoli che si muove “Io e te dobbiamo parlare”, film di (e con) Alessandro Siani, con Leonardo Pieraccioni. E c’è tanto di cui parlare effettivamente nei 101 minuti del film uscito giovedì scorso nelle sale. Si ride – e parecchio, con un cast così d’altronde… –, ma solo. La comicità viene coniugata con l’attualità.

C’è il tema delle famiglie “allargate”, si toccano anche le proteste per l’ambiente e non mancano le chiavi di lettura che i giovani hanno del mondo attorno. «La famiglia allargata, il genitore “naturale” e chi arriva dopo, ma fa parte della famiglia al cento per cento, di una volontà di crescere una figlia insieme; le proteste per l’ambiente con le minestre lanciate sui quadri. È uno di quei film per il pubblico che vuole staccare in questo periodo. Un film per tutti e la scelta di Siani è stata proprio quella di parlare a tutti», anticipa l’attore toscano che qui – nell’anteprima fiorentina (al The Space), dove tra i presenti c’è anche Ofelia Passaponti, la Miss Italia, di Siena – è di casa, nella sua Toscana.

Il cast

Con lui ecco Siani – ovviamente –, per un siparietto continuo tra sorrisi e battute (come l’imitazione di Pieraccioni fatta da Siani), Sergio Friscia e Gea Dall’Orto, due importanti tasselli di un cast formato da una serie corposa di big: da Francesca Chillemi a Brenda Lodigiani, passando per Enrico Lo Verso, Tommaso Cassissa, Dino Abbrescia, Giovanni Esposito, Peppe Lanzetta, Biagio Izzo, Euridice Axen e Fulvio Falzarano. «Ma tutti in realtà – riprende ancora Pieraccioni – sono dei meravigliosi co-protagonisti: una commedia corale, proprio come sono le vere commedie all’italiana d’altronde». Film comico, commedia che riprende «spy stories e film poliziotteschi stile quelli con Enrico Montesano, Renato Pozzetto e Celentano» e pure fotografia di tanti pezzi di quotidianità tenuti insieme dal sorriso.

Sul grande schermo

«Una donna in comune, una figlia a metà e una volante per due. Antonio (Alessandro Siani) e Pieraldo (Leonardo Pieraccioni) condividono molte cose: una carriera non sempre luminosa, un sodalizio non sempre sodale, un legame di lungo corso ma un po’ ammaccato, due esistenze apparentemente troppo tranquille per due agenti di polizia che il destino ha voluto sapientemente intrecciare», parte della sinossi di una pellicola con la regia di Siani, appunto, che con Pieraccioni nel film forma una coppia che gioca anche tanto sull’Italia dei campanili e delle tradizioni: Napoli-Firenze (e non solo).

Napoli e Firenze

«Tra noi ci sono stati complicità e affetto e spero siano arrivate. L’ironia per risolvere i problemi ci vuole e in questo fiorentini e napoletani sono molto simili: perché senza ironia è un disastro. Non vedevamo l’ora di presentare il film qui, a Firenze, e già essere il primo a parlare nella città di Leonardo è una grande emozione», dice il regista del film. «Io mi sento un po’ un piccolo napoletano e nei miei film, infatti, ho sempre collaborato con tantissimi attori napoletani. Però ho scoperto anche tanto di Scandicci in lui eh… diciamo che è un connubio fonetico, un modo di vivere la vita, un tepore che fa stare bene», quello tra toscani e campani incalza allora Pieraccioni, per una coppia che al cinema con il nuovo film «nasce da una telefonata di Alessandro (Siani, ndr). Mi ha detto: “ti va di divertirmi con me?”. E al divertimento non si dice mai no. Mi ha convinto con due pagine di soggetto, è stato bravo: era veramente lontano dalle cose che noi due abbiamo fatto finora. Mi sono messo nelle mani di Alessandro che aveva le idee chiare: è stata anche una carezza di cinema che si fa a chi ci ha preceduto».

E allora si va da chi scomoda il celebre duo composto da Roberto Benigni e Massimo Troisi nel capolavoro “Non ci resta che piangere” alla “rivalità” calcistica in questa parte di stagione con le due squadre tra le protagoniste della Serie A: «Abbiamo scelto di non parlare di questo argomento altrimenti arriviamo davvero al “io e te dobbiamo parlare”, non discutiamo di queste cose», sorride Siani che cita il 4 gennaio 2025, prossimo incrocio tra le due formazioni. «Però dai, loro hanno goduto tantissimo in questi anni, la nostra è una goduria diversa perché eravamo abituati a guardare la classifica con la “bazza” (il mento) verso la gola, ora siamo di fronte al sole», sottolinea il Pieraccioni Viola.

La Versilia e i toscani

Firenze, Napoli, per un film che però è girato nelle Marche: «Ci piaceva giocare in trasferta e tra le location che abbiamo pensato quella che mi ha colpito di più è stata Ancona e la commedia ha bisogno di posti poco visti», sottolinea Siani. «Io ci ho provato – scherza allora l’attore e regista toscano –: gli ho detto di andare in Versilia che a Forte dei Marmi in alta stagione costava poco…». Toscana che qui, nel capoluogo e soprattutto con Pieraccioni, torna più volte inevitabilmente anche nelle domande: come quella su un possibile ritorno a teatro con Giorgio Panariello e Carlo Conti: «Macché, Panariello è vicino all’ottantina – scherza ancora Pieraccioni – e Conti anche lui, gli è ripreso sto fatto di voler rifar Sanremo, ma non ha più l’età, in teatro sverrebbero: l’unico giovane sono io…», conclude.

Cinema e non solo

Dal passato con il trio tutto dal Granducato al presente di successo con Siani e il film nelle sale: «Non abbiamo una Ferrari, siamo diciamo una bellissima Panda che vuole raggiungere un obiettivo: rivedere le sale piene con gente che ride. Leonardo? Un fuoriclasse, il più grande attore», analizza il regista e artista campano riferendosi anche più generalmente al periodo e al contesto attuale del cinema, soprattutto post-Covid. «Con la Panda? Mah, i risultati di ieri (giovedì 19 dicembre, ndr) sono stati eccezionali, sarebbe bello respirare l’atmosfera un po’ anni Novanta, quando le sale erano sempre piene», aggiunge l’artista fiorentino.

Poi – ancora – il riferimento all’assenza di volgarità – leggi parolacce – nel film: «Colmare dei vuoti con una parolaccia a volte può facilitare il percorso se vogliamo, quindi non è stato semplice, però abbiamo cercato di riportare al pubblico un qualcosa di onesto intellettualmente». Poi la battuta finale, ma a chi chiede di un futuro con i due ancora insieme nessuno – al momento – si sbilancia.

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