Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, rianimato al bar: il 47enne è gravissimo. La dipendente del locale: «Così ho provato a salvarlo»

di Claudia Guarino

	Da sinistra Giulia Lepore con la titolare del Dollino di via Grande Francesca Tavaroli
Da sinistra Giulia Lepore con la titolare del Dollino di via Grande Francesca Tavaroli

Il racconto della 34enne barista del Dollino: «È caduto a terra e non respirava. In situazioni come questa ti rendi conto che la vita può scappare di mano in un attimo»

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Quando l’ha visto cadere a terra di botto non ci ha pensato due volte. Ha aggirato il bancone e, dopo aver detto a una cliente di chiamare il 112, ha iniziato il massaggio cardiaco. «Ho continuato per una decina di minuti, credo. Ma non sono sicura, in quel momento il tempo è sembrato fermarsi». Poi è arrivata l’ambulanza e il defibrillatore ha fatto ripartire il cuore dell’uomo a terra. «Il medico del 118 mi ha detto che senza i primi tentativi di rianimazione probabilmente sarebbe morto». Giulia Lepore, tempo fa, ha frequentato le lezioni di primo soccorso ma mai si sarebbe aspettata di metterle in pratica durante un turno di lavoro al Dollino di via Grande, a Livorno. «Adesso – racconta la barista 34enne – spero solo che quell’uomo si riprenda». Ma andiamo con ordine.

Il malore

Intorno alle 9, 30 di ieri (sabato 12 aprile) un livornese di 47 anni entra al Dollino. «Ha preso un caffè ed è andato in bagno – racconta Lepore –. Poi, quando è venuto a pagare, ho notato che tremava ed era sudato». A un certo punto, il dramma. «Si è girato ed è caduto a terra di botto». Di fronte a questa situazione la barista agisce d’istinto, senza perdere tempo. «Ho detto a una cliente di chiamare l’ambulanza e nel frattempo sono andata da lui. Ho capito che non respirava e ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco».

Il primo soccorso

Nel frattempo in linea dall’altra parte delle cornetta c’è l’operatore del 118. «Mi ha detto che stavo facendo la cosa giusta e, mentre mi dava il tempo contando, mi ha esortato a continuare con il massaggio cardiaco». Nel frattempo al Dollino arriva l’ambulanza della Misericordia di via Verdi col medico del 118 a bordo.

Il defibrillatore

«I soccorritori hanno messo il defibrillatore e a quel punto mi sono spostata». Dopo le scariche del dae «quell’uomo ha ricominciato a respirare, sebbene non abbia mai ripreso conoscenza». Il 47enne è poi stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Livorno ed è entrato in shock room in condizioni gravissime per poi essere ricoverato in Rianimazione. Non è d’altra parte chiaro che cosa esattamente abbia causato l’arresto cardiaco.

«Spero che si riprenda»

Ma, con ogni probabilità, se Giulia Lepore non avesse avuto la prontezza di provare a rianimarlo immediatamente l’uomo sarebbe già morto. «Spero di essergli stata d’aiuto – dice la barista – non avevo idea di saper fare il massaggio cardiaco. O meglio, avevo provato su un manichino. Ma le assicuro che non è la stessa cosa». Ha comunque avuto il sangue freddo di prendere in mano la situazione. «Ho capito che era grave e ho reagito». Certo, lo shock c’è stato. «Mi sono spaventata quando l’ho visto cadere a terra all’improvviso. In situazioni come questa ti rendi conto che la vita può scappare di mano in un attimo». E adesso la speranza «è che quell’uomo si riprenda. Qui ci sono i suoi occhiali, spero che possa venire a riprenderli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

In evidenza

Intelligenza artificiale

Meta allenerà la sua IA con i dati pubblici degli utenti europei. Ma ci si può opporre: ecco come

Sani e Belli