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Fi-Pi-Li, slitta il pedaggio per i tir: «Prima creiamo Toscana Strade»

di Mario Neri

	Eugenio Giani e un tratto della Fi-Pi-Li
Eugenio Giani e un tratto della Fi-Pi-Li

Il presidente della Regione Toscana: «Il ticket solo quando ci saranno i progetti per la terza corsia»

23 settembre 2024
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FIRENZE. Pedaggio per i tir, non ora non qui. Semmai «quando ci saranno i progetti» per liberare i toscani dalla “dannazione” dell’attuale Fi-Pi-Li e «quando partiranno i primi cantieri per allargare una delle arterie fondamentali per la mobilità in regione». Parola di Eugenio Giani, che fa slittare una delle misure più contestate e che eppure finora aveva fissato come uno dei pilastri dell’operazione per la nascita di Toscana Strade, la spa tutta pubblica con cui il governatore conta di rivoluzionare le sorti della superstrada da anni contrassegnata da cantieri di manutenzione straordinaria e soprattutto da incidenti, spesso causati proprio da una sede stradale ristretta eppure percorsa da migliaia di camion ogni giorno.

Toscana Strade

«La cosa che a me interessa più di ogni altra cosa è la costituzione della società: io ritengo che prima di tutto sia importante costruire Toscana Strade, poi il quando Toscana Strade incomincia a attivare il pedaggio è qualcosa di secondario», dice Giani a Palazzo Strozzi Sacrati. Il ticket per i tir, spiega il presidente, «arriviamo a ipotizzarlo perché in questo momento la Toscana non ha visto partire un’opera pubblica da quando c’è questo governo». E ancora: «Faccio una battuta: se lo Stato ci dà i soldi, non c'è bisogno nemmeno del pedaggio. In questo momento lo Stato significa il ministro Salvini, e quindi anche il centrodestra che fa ragionamenti sul no al pedaggio nella Fi-Pi-Li». Il presidente, del resto, lo ripete da tempo. La Fi-Pi-Li è attraversata ogni giorno da 45mila veicoli, nel primo tratto fiorentino addirittura 50mila, e molti sono camion che imboccano la superstrada per evitare il pedaggio sulla A11, la Firenze-Mare. «Si riversano sulla Fi-Pi-Li perché è gratuita», intasandola, aumentando il rischio incidenti ed esercitando un impatto enorme sul deterioramento della sede stradale. Dunque, la soluzione è ridurre il traffico pesante e, attraverso la società pubblica, progettare la terza corsia dove possibile o comunque la corsia d’emergenza.

Il pedaggio

«Sono ancora convinto che far pagare un pedaggio pari al 70% di quello che pagano sull’autostrada sia la soluzione, possa costituire un deterrente, ma è possibile rimandarlo. Prima possiamo dare vita a Toscana Strade e, solo una volta che ci saranno i progetti e sarà posata la prima pietra per l’allargamento, si potrà applicare il pedaggio», ha ribadito anche domenica sera alla festa dell’Unità di Scandicci rispondendo alle domande del direttore de Il Tirreno Cristiano Marcacci. Con lui c’era anche il segretario dei dem toscani Emiliano Fossi, che si è detto «d’accordo con il presidente».

I mesi di polemiche

Non ora, non qui, appunto. Dopo mesi di polemiche Giani trova così una mediazione con il partito. Era stato proprio il governatore quest’estate a lamentare i ritardi del consiglio regionale nell’approvazione dei provvedimenti necessari alla costituzione di Toscana Strade. «Il pacchetto per la nuova società è fermo da un anno a Palazzo Panciatichi, i consiglieri sono ostaggio delle lobby dei tir», era stato il messaggio. «Non ci siamo mai piegati alle lobby, il pedaggio non basterebbe a pagare i lavori», era stata la risposta del capogruppo dem Vincenzo Ceccarelli in un’intervista a Il Tirreno. Negli ultimi giorni Giani ha avuto più incontri con i consiglieri e con Fossi. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo aveva lanciato l’idea di pensare «prima alle opere e poi al pedaggio». Alla fine si è arrivati a una mediazione, la versione di Giani: «Prima Toscana Strade, da finanziare in parte con i 14-15 milioni ricavati dalle multe, e in parte con uno stanziamento regionale che consenta alla società di assumere personale, e solo quando ci saranno i progetti e partiranno i cantieri far pagare il pedaggio», al quale, senza aiuti da Roma, al momento non si può rinunciare.

Gli scenari

Certo, fra i dem era anche scattato l’allarme elettorale. «Vi immaginate affrontare una campagna per le regionali lasciando alla destra la possibilità di dire che metteremo il pedaggio ai tir», ragionano i democrat del parlamentino toscano. Dunque, Fi-Pi-Li e pedaggio alla lobby dei tir sono un capitolo rinviato. Con la prospettiva di veder nascere però prima della fine del primo mandato Toscana Strade.

«Sono convinto che una spa pubblica ci consenta di migliorare la gestione oggi in mano a diversi dirigenti della Città metropolitana di Firenze e delle Province di Pisa e Livorno. Anche perché spesso alcune delle Province, come quella di Pisa, investono il gettito proveniente dalle multe in tutto meno che sulla Fi-Pi-Li. Infine credo che un amministratore delegato che si occupa solo di quello ci consentirà di trovare finanziamenti oggi inaccessibili».

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