Il Granducato delle badanti: quanto spendono le famiglie toscane per l’assistenza agli anziani
Si conferma tra le regioni italiane che si avvalgono maggiormente del lavoro domestico: i numeri
La Toscana si conferma tra le regioni italiane che si avvalgono maggiormente del lavoro domestico. Nella nostra regione le famiglie spendono 713 milioni di euro per il lavoro domestico pari al 9,4% della spesa italiana e quarto dato dopo quelli di Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna.
I dati
Secondo i dati dell’Inps, nel 2023 il Granducato ha contato 73.709 lavoratori domestici regolarmente assunti. Soprattutto lavoratrici, visto che si tratta nell’89% dei casi di donne, percentuale in linea col resto del Paese. La forza lavoro ha un’età media di poco superiore ai 51 anni e ha una provenienza prevalentemente straniera, con la forte componente dell’Europa dell’Est (36%) e a seguire asiatica (20%), a fronte del 29% di italiani. La figura principale resta quella delle badanti per anziani, il 58% del totale a fronte del 42% di colf.
Il confronto
Una riprova della portata del settore nella nostra regione è fornita dal numero di datori di lavoro domestico, 78.891 sempre nel 2023. Nonostante la flessione del 5,4% rispetto al 2022, si tratta del terzo dato più alto che vede la Toscana preceduta unicamente dalle ben più popolose Lazio e Lombardia e inseguita da Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Le famiglie toscane che si avvalgono del lavoro domestico sono l’8,6% del totale e il 4,2% della popolazione regionale è coinvolta come datore o lavoratore.
Il rapporto
Tutti questi dati e non solo, emergono dal sesto rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’osservatorio Domina, associazione nazionale famiglie datori di lavoro. Gli studi e le analisi pubblicate si basano naturalmente sui contratti di lavoro regolari, in un comparto che tuttavia (anche se sempre meno) continua a presentare diverse ombre in termini di lavoro nero e “grigio”, con una sproporzione tra l’importanza e la delicatezza delle mansioni e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Secondo i dati Istat, revisionati nel settembre 2024, nel 2022 il tasso di irregolarità medio in Italia si attesta al 9,7%, percentuale che sale al 47,1% nel caso del lavoro domestico. Complessivamente, tra lavoratori e datori di lavoro, il settore conta 1,7 milioni di persone censite dall’Inps. Applicando il tasso di irregolarità, il numero di persone coinvolte supera i 3,3 milioni.
Nel 2023, ricorda Domina, i lavoratori domestici regolari assunti direttamente dalle famiglie sono stati 834 mila. Molto significativi sono anche gli indicatori economici. Il settore del lavoro domestico offre un contributo positivo al Prodotto interno lordo italiano, quantificato dall’Istat in 15,8 miliardi di euro (circa l’1% del totale), mentre tra ciò che le famiglie spendono per i lavoratori domestici regolari e irregolari (13 miliardi, facendone risparmiare 6 allo Stato) e i benefici economici della messa in circolo di questi 13 miliardi, si stimano 22 miliardi di euro di valore della produzione stimolato e generato. Dei quasi 16 miliardi di Pil, 1,1 miliardi è dovuto alla Toscana (7,4% del totale) sesta in questa speciale classifica e terza in quella per valore della produzione generato: 2,2 miliardi ossia quasi il 10%.
La nostra regione
Nella nostra regione le famiglie spendono 713 milioni di euro. Un’altra caratteristica è legata alla percentuale di lavoratori e lavoratrici domestiche che convivono con le persone assistite: in Toscana questi casi rappresentano il 32% dei rapporti, percentuale tra le più alte dopo Lombardia ed Emilia Romagna. A livello provinciale Firenze detiene il primato per la presenza di colf (35,6%) e di badanti (30,6%), ma il dossier Domina fotografa anche la situazione dei lavoratori domestici maschi: in Toscana lavora l’8,6%, presenti in misura maggiore soltanto in Lombardia e Lazio.
Nel nostro territorio si distingue inoltre il servizio Pronto Badante istituito dalla Regione nel 2023, che offre la possibilità agli anziani che si trovino di fronte alle prime emergenze e situazioni di fragilità di chiamare un numero dedicato e fruire dell’assistenza di un operatore qualificato. È inoltre prevista l’erogazione di un sostegno di 300 euro una tantum, a copertura di un massimo di 30 ore di lavoro di un assistente domestico autorizzato.
Insomma, figure come badanti e colf in Toscana sono già centrali e in futuro ce ne sarà sempre più bisogno. Le prospettive demografiche indicano che nel 2050 aumenterà la fascia di popolazione sopra gli ottanta anni e diminuiranno i bambini fino a 14 anni. Questo porterà ad essere più numerosa la componente anziana (pari al 13,7%) rispetto a quella infantile (pari all’11%), motivo per cui il fabbisogno di badanti è destinato ad aumentare.