Giovani assaltano una tabaccheria a Grosseto, la frase choc: «Fra’, come mi gasa rapinare...»
Sassate al distributore, via merendine e sigarette usa e getta: sono stati ripresi dalle telecamere
GROSSETO. «Fra’, come mi gasa rapinare». Poco dopo le 4 del mattino di ieri, 21 gennaio, ripresi dalle telecamere due giovanissimi arrivano a piedi in via Cadorna, passano accanto al distributore automatico della tabaccheria Acerra. Oltre il vetro, rischiarati dalle luci al neon, ci sono bottigliette, merendine e sigarette usa e getta.
La ricostruzione
Di qui la pazza idea. I due, ben vestiti e con il capo coperto dai cappucci dei giubbotti (è umido e fa freddo) confabulano per qualche istante e poi si dirigono verso le Mura. Pochi minuti dopo tornano sotto gli occhi elettronici del negozio. Uno dei due stringe in mano quello che sembra un mattone, ma potrebbe anche essere uno dei sampietrini del parcheggio degli Arcieri; in effetti i tempi ci potrebbero stare. I due si confrontano ancora: accanto alle merendine ci sono pure le sigarette quelle “vere”, loro le vogliono ma sono in uno scomparto separato nella pancia della macchinetta. E uno dissuade l’altro: «Tanto non ci arrivi».
E giù colpi contro il vetro, che è rinforzato. Il marciapiede non è particolarmente largo ed è difficile prendere la rincorsa. Ma non importa. Dopo qualche tentativo il vetro si rompe quel tanto che basta per arrivare ai prodotti, che adesso sono alla loro portata. E così uno dei due infila le mani nude tra i cocci e allarga lo squarcio a forza. Si strappa la manica del giubbotto, si ferisce alle dita e ai palmi, ma non si ferma. Lo dice anche all’amico: «Mi sono fatto male». Ma vanno avanti. Nel frattempo qualcuno si affaccia alla finestra: sono le 4 del mattino e delle sassate a un vetro si sentono.
Sassi contro il display
I due, però, ignari di tutto continuano; con calma. Si confrontano ancora, l’uno guarda nel grembo dell’altro: c’è questo e quell’altro, ma manca quella marca di patatine; che poi, però, saltano fuori dal mucchio. Si potrebbe anche prendere una bottiglietta, perché no. E a questo punto si potrebbe anche andar via. Sempre con calma. Tra la roba che portano via ci sono anche delle sigarette usa e getta. Quelle “vere”, però, sono proprio lì accanto, solo che non c’è un vetro da sfondare; anzi, c’è. Solo che non è il vetro dietro al quale ci sono i prodotti, ma il display del distributore: il touch screen per selezionare il pacchetto che poi scivola giù fino alla vaschetta. «Tanto non ci arrivi». Ma andarsene così… e quindi uno dei due raccoglie il sasso lasciato dall’altro lì, sul marciapiede, e si accanisce contro il display.
I filmati
Ma non succede nulla, quindi i giovanissimi se ne vanno: a piedi, sempre con calma, in direzione di via Tripoli e avanti ancora, fino a uscire dal campo visivo delle telecamere della tabaccheria. Dove entrano, poco dopo, gli agenti della polizia di Stato e i colleghi della polizia scientifica. Si fanno i rilievi, si raccolgono le prove e si lascia un biglietto all’esercente. Non che si possa fare tanto altro alle 4,30 del mattino, senza aver ancora potuto visionare i filmati. Inizia così la mattinata di Simone Acerra, 35 anni, titolare del punto vendita che porta il suo cognome: con un furto da pochi spiccioli e un migliaio di euro di danni; e un bel grattacapo – per non dire altro – tra mettere in sicurezza il marciapiede alla bell’e meglio e chiamare qualcuno che gli aggiusti il distributore. Dovrà anche trovare il tempo, nel pomeriggio, per andare a sporgere denuncia in questura; portando con sé i filmati di quella notte per lui ancora senza senso.
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