Il Tirreno

Prato

Immigrazione

Prato, la “lotteria” dei richiedenti asilo: notti al freddo in fila davanti alla Questura per avere il posto

di Paolo Nencioni

	A sx la coda davanti alla Questura, a dx il sottopasso dove qualcuno fa i bisogni
A sx la coda davanti alla Questura, a dx il sottopasso dove qualcuno fa i bisogni

L’Ufficio immigrazione, come detto, ne fa entrare dieci al giorno ed entra chi arriva prima

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Passano gli anni, ma la lotteria dei richiedenti asilo non cambia. Decine di persone sono ancora costrette a passare la notte al freddo davanti alla Questura nella speranza di rientrare tra i fortunati dieci che al mattino saranno fatti entrare all’Ufficio immigrazione per presentare la domanda di protezione internazionale.

Se per chi deve chiedere o rinnovare il permesso di soggiorno le cose sono un po’ migliorate da quando è stato aperto il canale delle Poste, per i richiedenti asilo è ancora un inferno, non degno di un paese civile.

Chi ha occasione di passare la sera tardi o la mattina presto davanti alla Questura non può non farci caso. Stanno infagottati nei cappotti e nelle giacche a vento, attenti a non perdere il posto nella fila, perché altrimenti bisogna ricominciare da capo. L’Ufficio immigrazione, come detto, ne fa entrare dieci al giorno ed entra chi arriva prima. Toccasse agli italiani, qualcuno avrebbe già posto l’ovvia domanda e forse ci sarebbe stata anche una risposta: perché non dare i numeri, come al supermercato, oppure accettare prenotazioni dando un appuntamento? Le norme che regolano la presentazione delle domande di protezione internazionale, infatti, dicono che lo straniero si deve presentare di persona, ma nulla dicono sul fatto che non possa prendere un numero o fissare un appuntamento. Una possibile risposta è che alcuni richiedenti asilo arrivano in Questura senza documenti, e dunque non si può sapere se il Mohammed che eventualmente ha preso il numero o ha chiesto l’appuntamento è lo stesso Mohammed che poi si presenta. Ci sarebbe il rischio che qualcuno faccia incetta di prenotazioni e poi le rivenda. Ma anche ammesso che sia questo il motivo delle notti all’addiaccio, forse sarebbe un male minore rispetto alla situazione attuale.

C’è chi ha passato anche più di 24 ore davanti al cancello di via Migliore di Cino. Sono quelli che magari sono arrivati undicesimi o dodicesimi alla “lotteria” del giorno prima e anziché rischiare hanno deciso di restare sul marciapiede per essere i primi del giorno dopo. Fin quando accade d’estate, si può forse anche sopportare, si dorme sui cartoni sotto ai pini tra la Questura e la Declassata e si fa passare il tempo. D’inverno è tutta un’altra cosa, spesso piove, fa freddo, non ci si può allontanare per il timore di perdere il posto, si fanno i bisogni dove capita, spesso nel sottopassaggio che collega la Questura al parcheggio del McDonald’s. E poi si spera di rientrare tra i “magnifici dieci”. Altrimenti tocca ricominciare da capo.

Come detto, può entrare anche chi non ha un documento d’identità. Ne prendono solo 10 perché non si tratta solo di accettare una domanda: è necessario fotosegnalare la persona per essere sicuri che poi sia la stessa a chi viene poi consegnata la risposta. L’istruttoria viene poi svolta dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e la risposta può arrivare anche dopo un anno. Nel frattempo allo straniero viene consegnato un verbale che gli consente di essere in regola e, passati 60 giorni, anche di cercarsi un lavoro.


 

Primo piano
Il caso

Punge le vittime con una siringa e scappa, a Pisa è allarme “Needle Spiking”: l’identikit dell'aggressore e gli ultimi attacchi

di Tommaso Silvi
Sportello legale