La Prima estate, il festival vacanza tra concerti e relax
A Lido di Camaiore la 2ª edizione, ideato dall’agenzia D’Alessandro&Galli, sarà al Parco Bussola
Nel giugno 2022 si è svolto, a Lido di Camaiore (Lucca), il festival “La Prima estate”, una nuova manifestazione targata D’Alessandro&Galli, agenzia toscana che organizza il Lucca Summer Festival e porta in Italia nomi internazionali, da Dylan ai Rolling Stones.
Quella prima edizione è stata una scommessa vinta, in termini artistici e di pubblico. Eppure pensarla, idearla e organizzarla fu un azzardo perché tutto fu fatto mentre le regole sugli spettacoli erano ancora stringenti per il Covid. Ma all’avvio molte cose erano cambiate e tutto si è svolto in un contesto vicino alla normalità.
Spente le luci del palco dell’edizione 2022 si sono accesi subito computer e telefoni per lavorare al progetto 2023, che partirà il 16 giugno, portando artisti del calibro di Jamiroquai, Bon Iver, Nas, Nu Genea (vedi box).
Nuova edizione, nuova formula. I sei giorni del festival sono infatti “spalmati” su due weekend lunghi: 16, 17, 18 e 23, 24, 25 giugno. Scelta dell’organizzazione per privilegiare la formula del “festival vacanza” che premia i fine settimana. A guidare la macchina ci sono Enrico D’Alessandro e Andrea Galli, la nuova generazione dei D’Alessandro&Galli (Mimmo e Adolfo i padri). Anche per il 2023 la location scelta è quella del Parco Bussola Domani, recuperata dal Comune a ridosso della spiaggia che permette così di dividere la giornata tra mare e musica. Ne abbiamo parlato con Enrico D’Alessandro.
È tutto pronto per la nuova edizione?
«Sì. Quest’anno abbiamo iniziato il cantiere l’8 maggio con un mese e mezzo di anticipo. Il post Covid ci ha consegnato una filiera distrutta e reperire personale e materiale è complicato, quindi, per non fare gli incubi, abbiamo preferito partire prima e infatti siamo in anticipo. Sono molto felice delle aspettative che sento perché vediamo un Festival con l’identità già ben riconosciuta dalle persone, che ne hanno capito lo spirito. È passato il concetto del Festival vacanza, con spazi molto ampi da vivere in maniera rilassata, senza file, senza calca. È partito un bel passaparola. Il pubblico viene da fuori regione: 3 biglietti su 4 sono venduti fuori Toscana e i dati di vendita ci dicono che faremo circa il doppio delle presenze della prima stagione».
Si conferma dunque un progetto vincente.
«Lo viviamo come un progetto a lungo termine. Sappiamo che il gol arriverà dopo 4/5 edizioni; le prime volte sono quelle di costruzione del brand e in un certo senso anche di sofferenza, perché non chiudiamo con un bilancio in attivo. Ma sentiamo che facciamo passi avanti verso l’obiettivo di creare un Festival in un luogo che possa essere tappa fissa degli appassionati italiani e europei col target anagrafico dei 30enni».
Quale potrebbe essere una giornata tipo di un frequentatore del “Prima Estate”?
«Alle 9 del mattino chiamiamo il pubblico in spiaggia per lo yoga. Poi ci saranno corsi di Sup e di surf tutti i giorni. Se si ha voglia di ascoltare qualcuno che ha cose interessanti da dire sulla musica, ci saranno incontri con artisti nazionali e internazionali che poi saranno sul palco la sera. All’ora di pranzo ci saranno cooking show e altre iniziative sulla cultura del cibo. Nel pomeriggio chi ha voglia di scoprire la Versilia in bicicletta lo può fare. Nel primo weekend avremo delle passeggiate guidati da Manuel Quinziato. Chi non vuole fare nessuna di queste cose si sdraia in spiaggia tranquillamente perché poi basta attraversare la strada e dalle 17 aprono i cancelli per iniziare alle 18,30 il primo dei quattro concerti che finiranno intorno a mezzanotte».
Cosa ne pensano le amministrazioni locali e le realtà economiche del luogo?
«Non posso che parlar bene del sostegno delle istituzioni a partire dal Comune di Camaiore. Ci è molto vicina anche la Regione, che è nostro partner. Quanto alle categorie economiche, vorrei ci fosse un po’ più di lungimiranza, soprattutto dagli albergatori. Vorrei che si potesse venire alla “Prima Estate” spendendo un po’ meno e si superassero certi dogmi. Mi risulta assurdo ricevere una telefonata da alcuni artisti che stanno cercando hotel a cui viene risposto che non danno le camere per una notte sola, ma minimo per tre notti. Mi dispiace a volte fare un giro in rete e vedere che camere di un tre stelle costano, durante il festival, quanto dei 5 stelle. Al contrario posso parlare molto bene del rapporto con i balneari, con cui abbiamo costruito pacchetti vacanza».
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