Dalla Sila al Viola Park passando per il Cicognini: l’irresistibile ascesa di Giovanni Nigro
Prato, il numero uno nelle costruzioni in un anno ha raddoppiato il fatturato, grazie anche a Commisso: il volo dopo un fallimento
PRATO. Dalla Sila al Viola Park passando per il Convitto Cicognini. È la storia di Giovanni Nigro, 45 anni, che è diventato il numero uno dell’edilizia pratese e non ha intenzione di fermarsi. La storia di un ragazzo di Calabria che, come nel film di Comencini ispirato alle imprese sportive di Francesco Panetta, campione mondiale dei 3000 siepi nel 1987, ha imparato da piccolo a superare gli ostacoli e ora può guardare tutti dall’alto di un fatturato, quello della sua Nigro Costruzioni, arrivato a 64 milioni di euro, che lo piazza tra le prime società in Italia nel comparto dell’edilizia privata.
Erano solo 9 i milioni, nel 2015, poi c’è stata l’impennata fino ai 36 del 2020, il consolidamento a 38 nel 2021 e il balzo a 64 grazie alla commessa di Commisso, cioè alla realizzazione del Viola Park della Fiorentina a Bagno a Ripoli che gli è stata affidata come general contractor dal suo corregionale Rocco.
Giovanni Nigro è originario di Savelli, un piccolo paese in provincia di Crotone, sulla Sila. A 14 anni, come tanti ragazzi del sud, si è trasferito a Prato per studiare al Convitto Cicognini e qui è rimasto per farsi una famiglia e fare fortuna.
«Siamo nati come impresa individuale nel 2001 – racconta Nigro – Poi nel 2006 è nata la Nigro Costruzioni. All’inizio facevamo i subappaltatori, ci occupavamo di ristrutturazioni. Nel 2008 c’è stata la crisi del settore e quella è stata la svolta. Avevo messo da parte un po’ di capitale, ho comprato immobili e li ho venduti dopo la ristrutturazione».
Sembra la dimostrazione pratica del detto secondo il quale nella crisi si nasconde anche l’opportunità. Sì, perché la Nigro Costruzioni ha preso il volo dopo del fallimento di un colosso come la Btp (Baldassini & Tognozzi) che fino a quel momento aveva dominato il mercato. «Quel fallimento – spiega ancora Nigro – ha messo sul mercato tanti professionisti importanti che sono venuti a lavorare per noi». Uno di loro è il geometra Alberto Monaco, che lavora con Nigro da quasi dieci anni e si è portato dietro un bel pacchetto di esperienza e di contatti.
La Nigro Costruzioni ha cominciato a lavorare con la Valore, poi è arrivata l’espansione del Macrolotto 2, i capannoni industriali spuntati come funghi che ora ospitano logistica e show room. «Quei lavori ci hanno aiutato a scollinare la crisi – ricorda Nigro – Dalle ristrutturazioni siamo passati al residenziale, poi all’industriale e al commerciale, per tornare alle civili abitazioni».
Fino al “botto” del Viola Park inaugurato ufficialmente pochi giorni fa. «In quel caso credo che sia stato premiato il fatto che siamo un’azienda del territorio – sostiene Nigro – Una società strutturata. Abbiamo una sessantina di dipendenti, sempre i soliti negli ultimi quattro o cinque anni, anche se l’indotto è molto più grande».
Tutti i lavori sono ben accetti, ma ce ne sono alcuni che danno più soddisfazione. «Abbiamo realizzato le due nuove ali dell’ospedale di Prato in 40 giorni in un momento storico molto difficile (la pandemia Covid, ndr) – racconta Nigro – ed è stato gratificante poter dare una mano a chi aveva bisogno. È l’esempio di come certe volte la burocrazia funziona. Se avessero dovuto mettere quei lavori a bando hanno calcolato che ci sarebbero voluti due anni e otto mesi». Poi però l’Asl gli ha preferito una ditta di Roma per la costruzione della nuova palazzina.
La Nigro Costruzioni non cura solo il proprio orticello. Attualmente stanno lavorando su Milano (80 unità immobiliari su tre cantieri) e su Pisa (un parco commerciale della grande distribuzione). «Perché Milano cresce più di altre parti d’Italia? – si chiede Nigro, e si risponde – Perché la burocrazia va più veloce. Ti dicono: mi devi presentare tutta la documentazione, ma quando ti rilasciano il permesso tu pigli e parti. Qui abbiamo buoni funzionari ma hanno le mani legate».