Pistoia, quella strada di nessuno ormai impraticabile dalle auto
Pronti a ricorrere al giudice i residenti del borgo di Fabbrica
Pistoia Negli anni Settanta venne abbandonato, diventando un borgo fantasma, poi, dalla seconda metà degli anni Novanta, il costruttore edile Marcello Flori lo riportò a nuova vita. Ma adesso raggiungerlo è diventato un vero inferno. L’ultimo chilometro di via di Arcigliano e Fabbrica, la strada che da Arcigliano conduce appunto all’antico borgo di Fabbrica – sulla collina a nord ovest di Pistoia, compresa nel territorio comunale del capoluogo – versa in totale dissesto, con l’asfalto, o meglio, quel che ne resta, costellato da crateri che ogni giorno mettono a repentaglio la sicurezza degli abitanti e l’integrità delle loro auto.
Sono anni che le circa venti famiglie di residenti (a cui in estate si aggiungono i turisti che scelgono le case in affitto per godersi il fresco e il panorama) sollecitano a più riprese il Comune per un intervento di manutenzione.
«Con la strada così malmessa abbiamo continuamente danni alle auto: qualcuno, per lavoro e per altri motivi, fa avanti e indietro anche tre quattro volte il giorno ed è esasperato – lamenta Laura Lenti, una dei residenti del piccolo borgo – L’ultima salita è ancora più drammatica, ma gli anziani possono farsela a piedi solo senza carichi. Ormai purtroppo nessuno vuole più venire quassù ed è un peccato perché è un borgo bellissimo a dieci minuti di macchina da Pistoia. Oltre alle buche ci sono anche due punti a rischio frana, ma abbiamo visto solo cartelli di segnalazione».
«Negli ultimi anni, fino a qualche giorno fa, quando una di noi è stata ricevuta dal sindaco, il Comune ci ha detto che dal bivio in poi (l’ultimo chilometro) la strada è privata – spiega la signora Lenti – Eppure nel tratto finale ci sono dei lampioni pubblici, in passato dal Comune furono coperte alcune buche e di qui passa Publiacqua, perché abbiamo l’acquedotto che serve anche Arcigliano. C’è poi una questione: in una convenzione del 1995 tra il Comune e Marcello Flori si legge che la stradina in lastricato che attraversa il paese e realizzata dal Flori è di proprietà comunale, anche quella adesso con buche pericolose. Quindi per raggiungere una strada comunale si dovrebbe passare da una strada di proprietà privata, che è l’unica di accesso? Ci sentiamo presi in giro, ci siamo rivolti ad un avvocato e se sarà necessario siamo pronti ad andare per vie legali».
Da noi contattata, l’amministrazione conferma la sua posizione: solo la stradina lastricata che attraversa il borgo è di proprietà comunale, mentre l’ultimo tratto di via di Arcigliano e Fabbrica è una strada privata, anche se non certo dei residenti. Onde evitare di incorrere in un danno erariale, il Comune si dichiara dunque impossibilitato a farsi carico della manutenzione. Da appurare poi l’ipotesi della strada privata ad uso pubblico, che consentirebbe un intervento pubblico, anche se per il Comune non sembrerebbero esserci i requisiti.
Secondo Palazzo di Giano, quindi, i lampioni e i precedenti interventi non legittimano – almeno con le regole attuali – la pretesa di chi popola il borgo di Fabbrica. Tant’è che l’anno scorso, dopo la raccolta firme sul miglioramento delle condizioni di tutta via di Arcigliano e Fabbrica, condivisa con i residenti di Arcigliano, i lavori sono stati effettuati solo fino al bivio, proseguendo poi lungo la solita strada che sale per Sarripoli.
«Ci sentiamo cittadini di serie B – dice affranta Grazia Arcangioli – anche perché vediamo che altre strade simili, per Fagno, Momigno e Grati, sono state sistemate». «Come fanno le ambulanze ad arrivare qui in caso di emergenza? – si domanda Luigi Cariglia – E se poi dovesse scoppiare un incendio non abbiamo vie di fuga». «Questo borgo è un gioiellino, si potrebbe dare risalto anche alla storia di Marcello Flori, che lo ha ricostruito (e a cui è intitolata la piazza, nda). Non lo viviamo sempre e solo noi, con la bella stagione vengono anche ad esempio cicloturisti e cercatori di funghi» sottolinea Zarvan Owsia. Oltre al paesaggio mozzafiato e al contatto con la natura, a Fabbrica si trova anche un’antica chiesa, risalente all’XI secolo (ora sconsacrata), dall’aspetto caratteristico, interamente in pietra come le case adiacenti. «Questo posto avrebbe del potenziale turistico, è brutto che venga ignorato» chiosa Gianna Federica Tesi. Non resta che attendere eventuali sviluppi.
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