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Pistoia

Il ritratto della vittima

Morto carbonizzato ad Agliana, il ricordo dell’amico: «Impossibile voler male ad Alessio, non litigava mai»

di Lorenzo Carducci

	A sinistra Alessio Cini, a destra i carabinieri nel luogo del ritrovamento del corpo
A sinistra Alessio Cini, a destra i carabinieri nel luogo del ritrovamento del corpo

Secondo gli inquirenti il tecnico tessile sarebbe stato ucciso. Ex presidente del circolo Arci di Sant’Ippolito, nel 2004 si candidò alle comunali con la lista “Sinistra per Prato Viva”

10 gennaio 2024
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AGLIANA. Tra gli amici regnano dolore e incredulità. Chi ha conosciuto Alessio Cini non si capacita né di come potrebbe essere arrivato a togliersi la vita, né dei motivi per cui qualcuno potrebbe averlo ucciso volontariamente. Sì, aveva una situazione familiare delicata, tra l’accudimento della sorella (lascia anche un fratello) e la separazione con la moglie, madre di sua figlia, l’adolescente che abitava con lui ad Agliana. Ma cercare in quelle dinamiche altro oltre a stress e stanchezza o qualche sfogo con persone fidate, suona a tanti come una forzatura.

«Non solo era una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto, ma Alessio era anche una persona molto quadrata, non si scontrava mai con nessuno e cercava sempre di trovare una soluzione a tutto. Era impossibile volergli male e benché fosse riservato, conoscendolo mi sembra molto inverosimile anche l’ipotesi del suicidio». Sono le parole di Massimo Chiarugi, suo collega di lavoro per tanti anni alla Microtex, l’azienda tessile di Lorenzo Becagli. Un periodo lungo gomito a gomito durato fino al 2015 – quando la rifinizione della Microtex fu acquistata da un'altra azienda mentre Cini rimase con la famiglia Becagli nella nuova Be.Mood – che ha consolidato il rapporto d’amicizia tra l’attuale pensionato e presidente del circolo Arci Viaccia e il 57enne originario di Sant’Ippolito di Prato.

«Alessio era un bravo tecnico di magazzino, dopo poco che uscì dal Buzzi (istituto tecnico pratese, nda) venne a lavorare in azienda – ricorda Chiarugi – Bastava dirgli le cose mezza volta e lui le faceva al volo e bene».

Con l’amico Cini condivise anche una parentesi politica, quella con la lista “Sinistra per Prato Viva”, con cui i due si candidarono alle elezioni comunali del 2004. In quell’occasione diventò sindaco Marco Romagnoli, supportato dalla coalizione di centrosinistra, ma il sodalizio tra la lista civica e Rifondazione Comunista riuscì ad arrivare all’8%, esprimendo tre consiglieri, tra cui il capolista nonché ex deputato Mauro Vannoni.

«Avendo le stesse idee fu naturale provarci – spiega Chiarugi – Era il periodo in cui Alessio era presidente del circolo Arci di Sant’Ippolito. L’ultima volta ci siamo visti qualche mese fa, mi raccontò che stava molto dietro alla sorella ma non notai nulla di preoccupante. Teneva moltissimo alla sua famiglia. Problemi economici? Non credo, lui lavorava e il babbo aveva una ditta di filatura».

Un amico lo ricorda molto colpito da un episodio di una quindicina d’anni fa quando un autotrasportatore che conosceva va per lavoro si suicidò dandosi fuoco nel proprio camion.

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