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Pisa, l’Arena Garibaldi è al bivio decisivo della legge sugli stadi

di Francesco Loi
veduta dell’Arena
veduta dell’Arena

Possibile cessione (anche gratuita) del diritto di superficie per una durata fino a 99 anni. Resta anche l’ipotesi di vendita

28 luglio 2024
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PISA. «A Pisa il percorso è già cominciato, anche se la priorità, in questo momento, è stata data al centro sportivo. Lo stadio verrà subito dopo. Ora serve che l’amministrazione comunale decida che strada imboccare». Così alcuni giorni fa il ministro dello sport Andrea Abodi. Il comunicato di venerdì emesso dal Comune di Pisa e le parole del sindaco Michele Conti indicano che la strada inizia a essere imboccata. E passa, anzitutto, dalla chiarezza dei rapporti con il Pisa Sporting Club.

Una chiarezza che, nell’arco di un anno, dovrà essere tradotta nella nuova convenzione per l’uso dell’Arena (l’attuale rimane comunque valida fino al 31 luglio 2025). In quell’atto saranno definite le regole del gioco: chi fa cosa, in che modo e le partite economiche che la complessa gestione dello stadio di questi anni, e soprattutto degli ultimi mesi con danni strutturali e spese conseguenti, si porta dietro tra debiti e crediti reciproci.

La nuova convenzione terrà conto di quello che Comune e Pisa decideranno nel frattempo per il futuro dell’Arena. Abodi spinge perché le società calcistiche italiane sfruttino il più possibile la legge sugli stadi, rivista e corretta anche un anno fa, per ammodernare gli impianti utilizzando i benefici previsti dalla normativa, in particolare le agevolazioni sulle procedure da seguire. La legge sugli stadi offre tutte le soluzioni possibili, dalla vendita degli impianti al diritto di superficie fino a 99 anni. In un caso o nell’altro, spetta all’ente pubblico, d’intesa con la società potenziale acquirente, trovare la quadratura del cerchio.

Un passaggio essenziale sarà la stima dello stadio. L’advisor selezionato dal Comune è al lavoro. A settembre è prevista la conclusione dell’incarico. Le stime redatte dall’Agenzia delle Entrate nel 2018, dunque decisamente da aggiornare, erano di 4 milioni e 75mila euro per il diritto di superficie in concessione a 30 anni e di 6 milioni e 331mila euro per la piena proprietà.

I nuovi numeri delle stime, insieme agli accordi che saranno presi dalle parti in causa, faranno propendere per una o l’altra soluzione. Di questi giorni una vicenda simile si sta sviluppando a Napoli per la ricostruzione dello stadio Maradona. Il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi ha avuto un colloquio con Abodi e anche il presidente Aurelio De Laurentiis sembra indirizzarsi verso l’ipotesi del diritto di superficie, con concessione fino a 99 anni. È la strada già seguita dalla Juventus con lo Stadium e dall’Udinese.

Il decreto legislativo 28/02/2021 n. 38, denominato anche Legge Stadi, semplifica l'iter che i privati devono seguire per farsi promotori di un intervento di ammodernamento, nuova costruzione o sostituzione edilizia (anche parziale), soprattutto se il proponente si identifica con la società che utilizza l’impianto.

Anzitutto serve che la società professionistica presenti all’ente uno studio di fattibilità corredato di un piano economico finanziario sostenibile. Il documento di fattibilità può prevedere la cessione, anche a titolo gratuito a fronte del valore dell’intervento, del diritto di superficie o del diritto di usufrutto sull’impianto sportivo o sulle aree contigue di proprietà pubblica per una durata fino a 99 anni, o il trasferimento della proprietà.

L’ente locale, dopo una conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato in ordine al documento di fattibilità, nel caso ne valuti positivamente i contenuti dichiara entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione del documento il pubblico interesse della proposta. Dopo tutti i passaggi con il Comune, la società professionistica dovrà presentare il progetto definitivo tenendo conto delle richieste avanzate dall’amministrazione comunale in termini di costi-benefici per la comunità e altro. A quel punto la conferenza dei servizi dovrà esprimersi entro sessanta giorni. Una volta approvato il definitivo non c'è bisogno di alcuna gara, ma si passa alla firma del contratto tra ente e società professionistica.

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