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Studenti manganellati a Pisa, spuntano nuovi video. Una prof del Russoli: «Basta illazioni, corteo pacifico»

di Francesco Turchi

	La “trattativa” tra studenti e Digos e a destra le prime manganellate
La “trattativa” tra studenti e Digos e a destra le prime manganellate

I filmati inviati da una insegnante «per amore della verità, non c’è alcun segno di aggressività tra i manifestanti»

28 febbraio 2024
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PISA. Sono un centinaio. Hanno il volto scoperto. Cantano “Palestina libera”. Il clima è sereno. Davanti c’è la celere schierata e alle loro spalle sono “scortati” dai carabinieri. A un certo punto si vedono alcuni studenti che parlottano con la Digos. È quello, probabilmente, il momento in cui i poliziotti pretendono di sapere il percorso del corteo, senza risultato. Poi i manifestanti arrivano a pochi metri da piazza dei Cavalieri.

Cosa si vede nel video
Le primissime file entrano a contatto con i celerini, volano le prime manganellate. Nelle retrovie sembra quasi che ne se ne rendano conto. C’è chi continua a cantare, alcuni parlano tra loro.
Fin qui niente di nuovo: è la versione dei fatti emersa a grandi linee dai racconti dei manifestanti (manganellati o testimoni) coinvolti nelle cariche della polizia venerdì scorso in via San Frediano. Ma ora tutto questo è supportato e confermato da due video girati dall’interno del liceo Russoli. Filmati inediti, che la professoressa Linda Luperini, responsabile del sostegno della scuola, ha inviato al Tirreno «per amore della verità».

Perché finora erano circolate esclusivamente le immagini delle manganellate e dei due ragazzi “prelevati” dalla testa del corteo, portati in piazza e bloccati a terra come delinquenti.
Insomma, le immagini documentavano la parte finale della vicenda, quella della repressione con la violenza. Mancava il pre-manganellate. E proprio questa lacuna è stata cavalcata da coloro che in qualche modo cercavano (e cercano) di giustificare le cariche contro i manifestanti – in buona parte minorenni – sostenendo che si sarebbe trattato di una reazione di fronte a un atteggiamento violento, con la complicità di presunti infiltrati. E sul piano delle provocazioni, al di là di quello che può aver gridato qualche singolo, si sente un unico coro, “Fuori la Digos dal corteo”, che sicuramente non è un bel messaggio, ma che allo stesso tempo non può rappresentare la miccia di un’esplosione di violenza di queste proporzioni
Tutti aspetti che saranno valutati e chiariti definitivamente dalle indagini e in questo senso saranno decisivi anche altri video, a cominciare da quelli della Digos.

La prof si spiega

Ma intanto questi nuovi filmati permettono di definire il contesto. Che non sembra affatto essere all’insegna dell’alta tensione: «Ho deciso di rendere pubblico questo video – spiega la professoressa Luperini – per mettere a tacere le tante illazioni che si sono sentite in questi giorni. La manifestazione era assolutamente pacifica, non si vedono comportamenti aggressivi da parte degli studenti, che saranno stati al massimo un centinaio. E il dispiegamento di forze dell’ordine era notevole».

È stata testimone diretta
Luperini è stata testimone degli scontri, che si sono verificati proprio mentre alcuni ragazzi disabili stavano entrando a scuola, con la conseguenza che qualche studente disabile in carrozzina era stato fatto spostare, idem i genitori e gli insegnanti; e un paio di ragazzi erano finiti in mezzo alla violenza, rimediando botte. Scene che hanno lasciato il segno. E l’aggravante, semmai ce ne fosse bisogno, è data dalla convinzione che tutto questo poteva essere evitato: «In questi video - sottolinea la prof – si vedono studenti che passeggiano in via San Frediano. Sono tranquilli, vedo ragazzi rilassati. E non capisco per quale motivo si debbano fare illazioni di ogni tipo contro di loro, come ho sentito in questi giorni. Ripeto: non c’è alcun segno di aggressività tra i manifestanti». 

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