Il Tirreno

Sos violenza

Pugni, calci e spunta un coltello: a Carrara 17enne aggredito dal branco si salva nascondendosi in un locale

di Giovanna Mezzana

	I controlli della polizia nella zona della movida a Marina di Carrara (foto d'archivio)
I controlli della polizia nella zona della movida a Marina di Carrara (foto d'archivio)

L’assalto in zona Caravella. Il racconto del padre del ragazzo: «Se non si fosse rifugiato in quel locale non so come sarebbe finita. E per sabato è prevista una “resa dei conti”»

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MARINA DI CARRARA. È da domenica mattina che tra via Genova e via Rinchiosa, via Venezia e via Ingolstadt – nel quadrilatero della Movida marinella – non si fa altro che parlare della «guerriglia urbana» che ci sarebbe stata, in pieno centro a Marina, durante la notte dell’ultimo week-end. Alla fine si fa avanti – con Il Tirreno – un padre di famiglia. Che descrive – con un racconto sconcertante – quanto è accaduto al figlio diciassettenne prima che il sole domenica albeggiasse. Il ragazzo è stato aggredito da un gruppo di giovani: prima i pugni, poi l’inseguimento, poi i calci. E alla fine è spuntato un coltello. «Se non si fosse rifugiato dentro il Johnnie Fox (il pub, ndr) – dice il padre – non so se mio figlio sarebbe tornato a casa».

Dove andiamo?

Marina di Carrara, viale Cristoforo Colombo, è la notte tra sabato 5 e domenica 6 aprile. Due amici, un ragazzo di 17 anni e mezzo e uno ventenne, stanno raggiungendo a piedi il centro di Marina: piazzetta Ingolstadt e dintorni. Per cena hanno mangiato una pizza al Papema, poi il tempo è volato. Adesso «Vogliono andare a fare “una bevuta” al Bristol (uno dei bar di via Rinchiosa, ndr) – racconta il padre – prima di fare tappa al Barlume (il locale che si apre all’inizio di viale Amerigo Vespucci, la strada dei bagni, ndr)» .

Gli sguardi e gli sfottò

È il cuore della notte ma ci sono ancora molti giovani a fare baldoria in strada, tant’è che i residenti – all’una e trenta della notte – non sono ancora riusciti a prendere sonno. Tra i tavoli dei diversi locali di via Rinchiosa, sotto la galleria commerciale-residenziale che si apre tra via Genova e viale Colombo, quella lato Sarzana, succede qualcosa: inizia un “gioco” di sguardi (ma tutt’altro che romantico) tra la coppia di amici e altri due giovani, «Uno di nazionalità italiana, l’altro di nazionalità marocchina», testimonia il padre. «Quelli erano ubriachi ed esagitati – racconta – Hanno adocchiato mio figlio e il suo amico e sono iniziate le provocazioni». “Cosa vuoi? ” , “Hai qualche problema? ”: «Si sono scambiati le classiche frasi di sfida», dice. Seguirebbero gestacci. Nessuno compie un passo indietro. «Da lì è iniziata una discussione».

L’imboscata

«Poi mio figlio e il suo amico – il padre riprende a descrivere – si sono diretti verso il semaforo di viale Colombo: volevano andare al Barlume». Sono passate le due della notte – sono circa le due e trenta – quando attraversano: e qui si accorgerebbero di essere inseguiti dai due che hanno chiesto man-forte ad altri. Di fronte al Johnnie Fox sarebbe iniziata l’aggressione fisica.

La violenza

«Mi figlio è stato preso a pugni, si sono scagliati su di lui più che sull’amico perché mio figlio è uno che, se aggredito, risponde: è prestante, atletico. Fa sport». «Davanti al Johnnie Fox c’è stata una vera e propria rissa, difficile dire quanti fossero, forse una decina. Mio figlio è scappato, e, correndo via, è caduto; è andato a sbattere contro un’auto in sosta e lì hanno cominciato a prenderlo a calci». Impossibile definire cosa accade prima e cosa dopo: il padre cavalca il suo racconto come l’acqua di un fiume “le rapide”. «Volavano bottiglie di vetro, anche una transenna del cantiere dei lavori che sono in corso. E poi è spuntato un coltello».

La salvezza

A quel punto il ragazzo 17enne si renderebbe conto che non può farcela: «è schizzato via e si è infilato dentro al Johnnie Fox».

E adesso?

Il colpo più dannoso sarebbe stato al naso, «Ce l’ha sicuramente rotto ma non vuole andare al pronto-soccorso». E allora viene da chiedere se sia stata fatta denuncia al commissariato della polizia di Stato o a uno dei comandi dei carabinieri. «No, è inutile, non ci credo più», dice con rammarico. Poi aggiunge: «Sia chiaro: mio figlio è stato aggredito non da giovani che frequentano Marina per divertirsi ma da gente che sta nella galleria per spacciare droga».

«Spedizione punitiva»

È sconvolto per quanto accaduto al figlio anche perché rivela qualcosa che – se confermato – sarebbe inquietante. «Per sabato è fissata la resa dei conti – dice – Gira voce che stiano organizzando il secondo round e che chiameranno “rinforzi” da Massa, Aulla, dalla Spezia. Cosa dobbiamo aspettarci per sabato, a Marina?». Inutile dire che sale l’ansia dei residenti del “Quadrilatero” ma anche quella dei proprietari di bar e locali: per «la guerriglia» del weekend ma anche per l’arrivo dell’estate.
 

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