Il caso
«Vi ammazzo tutti», Pistoia: follia in ospedale, uomo semina il panico al pronto soccorso e gli infermieri si infuriano con l’Asl
Il racconto del sindacato NurSind: «Basta, servono soluzioni concrete e immediate»
PISTOIA. Minacce di morte al personale in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo di Pistoia.
Cosa è successo
Non accenna a fermarsi la spirale di violenza che vede protagonisti, loro malgrado, i sanitari nell’espletamento del loro lavoro. L’ultimo episodio si è verificato nella serata di lunedì 7 aprile, come denuncia la segreteria di Pistoia del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. «Proprio nella giornata nella quale è stata conferita la medaglia d’oro alla memoria della dottoressa Barbara Capovani da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – spiega la segretaria territoriale Rosa Scelta – al pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo di Pistoia si è verificata una nuova aggressione».
Minacce di morte
Protagonista di questo ennesimo episodio, si fa sapere da NurSind, è un uomo che era stato accompagnato poco prima in pronto soccorso da un’ambulanza per una ferita alla testa. Al momento del triage la persona ha iniziato a dare in escandescenze, strattonando e minacciando di morte l’infermiere. Stesso trattamento è stato riservato a medico, infermiere e Oss corsi a supporto del sanitario. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e personale della polizia municipale, oltre alle guardie giurate. A quel punto l’uomo è stato accompagnato dai carabinieri in un ambulatorio per essere sottoposto alle cure del caso, ma ha continuato a inveire e minacciare di morte il personale, tentando anche di colpire con una testata l’operatore che lo stava accompagnando a fare un esame diagnostico. Dopo oltre un’ora di urla e minacce l’uomo è poi stato accompagnato dalle forze dell’ordine fuori dal pronto soccorso. «La paura è stata tanta - commenta Scelta - perché sentirsi minacciati di morte mentre si svolge il proprio lavoro è tutt’altro che piacevole. Non è più possibile lavorare così: gli infermieri sono delusi e stanchi, anche per via dei continui rientri necessari a coprire le carenze del personale. Di tutte le promesse fatte a suo tempo dall’Asl Toscana Centro, come ad esempio la presenza del posto fisso di polizia, la chiusura dall’esterno delle porte di accesso, la videosorveglianza all’esterno del perimetro del pronto soccorso, un maggior supporto al personale, praticamente non ne è stata mantenuta nemmeno una. Così non si può andare avanti. Servono interventi concreti e rapidi».