Il Tirreno

Piombino perde il professor Tognarini

di Giorgio Pasquinucci
Piombino perde il professor Tognarini

È morto lo storico della Resistenza che fece ottenere alla città la medaglia d’oro. Domani i funerali a Fiesole

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PIOMBINO. È scomparso ieri, dopo aver lottato a lungo con un’implacabile malattia, Ivano Tognarini, docente di storia moderna all’Università di Siena e presidente dell’Istituto toscano della Resistenza. Nato il 2 giugno 1944, figlio del comandante partigiano Federigo, uno dei protagonisti della battaglia di Piombino del 10 settembre ’43, il professor Tognarini ha dedicato gran parte della sua vita alla ricostruzione del contributo dato da Piombino alla Resistenza. E’ grazie alle sue ricerche, alla caparbia volontà di rendere onore a quanti lottarono per la Liberazione, che la città può oggi fregiarsi della medaglia d’oro al valor militare. Documenti dimenticati, a volte volutamente nascosti, che ha riportato alla luce con inesauribile passione e grande professionalità. Prima la medaglia d’argento, consegnata da Nilde Jotti, poi la grande cerimonia per l’oro, alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nell’ottobre del 2000, sono stati per lui una grande ricompensa. Campigliese di nascita, nel 2001 ottenne dal sindaco Guerrieri la cittadinanza onoraria piombinese.

Se ne era andato giovanissimo a Firenze per intraprendere la carriera universitaria iniziata sotto la guida di Ernesto Ragionieri, dopo aver non poco animato la vita culturale piombinese. La sua tesi di laurea, la sua prima pubblicazione insieme all’amico di sempre Paolo Favilli, è ancora oggi un punto di riferimento per qualsiasi storico che si approcci alla storia del movimento operaio piombinese.

Passione e rigore storico, non sempre facili da coniugare, sono gli elementi che Tognarini ha esteso alle sue ricerche della Resistenza in Toscana, dalla strage del padule di Fucecchio perpetrata dai nazifascisti, fino a Sant'Anna di Stazzema, di cui fu vittima, tra gli altri, la famiglia piombinese Pavolini.

Una ricostruzione minuta che lo ha portato a ricostruire pazientemente la vita, i caratteri degli uomini che fecero la Liberazione.

La battaglia di Piombino da cui nacque la Resistenza, comportò la formazione delle prime formazioni partigiani, la terza brigata, comandata da Mario Chirici e del raggruppamento costituito proprio da suo padre Federigo, a Poggio alla Marruca.

Autore di numerose pubblicazioni di storia moderna, in particolare sull’età napoleonica, il professor Tognarini è stato assorbito in gran parte da queste vicende di storia contemporanea che lo hanno portato alla presidenza dell’Istituto toscano della Resistenza.

Il valore del suo contributo lo hanno ricordato ieri il presidente della Regione Enrico Rossi e l’assessore regionale alla cultura Sara Nocentini, che hanno deciso di dedicargli la celebrazione del 70° anniversario della Resistenza.

«Ho conosciuto Ivano Tognarini otto anni fa a Calenzano - ricorda l’assessore Nocentini - in uno degli innumerevoli eventi a cui partecipava per celebrare la memoria dell’antifascismo e della Resistenza. Gli scrissi che avrei avuto piacere di collaborare con lui, mi chiamò e mi propose di lavorare a una ricerca su Calenzano del ventesimo secolo. Ne scaturirono due volumi. Scoprii un uomo appassionato e verace e iniziai ad apprezzare i suoi studi sulle stragi antifasciste». Quelle stragi che, collaborando con la magistratura, Tognarini ha contribuito a togliere da quell' «armadio della vergogna» in cui qualcuno scientemente le aveva rinchiuse.

Storia della Resistenza e del movimento operaio a cui Tognarini associava una grande passione per l’archeologia industriale - era vicepresidente dell’associazione italiana. Per anni si è battuto per realizzare a Piombino un museo del ferro. Grazie a lui è stata salvata la memoria dell'altoforno n° 1, un altro pezzo di storia operaia a cui sono legate tappe importanti anche della storia politica piombinese, e il silo della Solvay, realizzato da Nervi a San Vincenzo.

Professionalità e passione politica sono stati i fili rossi che ha sempre saputo mantenere insieme.

Con lui se n'è andato un prezioso riferimento culturale per la città. Domani anche Fiesole, comune di cui fu assessore alla cultura, gli renderà omaggio, celebrando le esequie nel museo civico archeologico alle 14,30. Tognarini lascia la moglie Gabriella e il suo testimone di storico al figlio Nicolò.

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