Addio Federico, Viareggio piange i tuoi 21 anni e i sogni spezzati: lo studio, la musica e il Carnevale
Il giovane investito mentre andava a un corso di formazione: non ce l’ha fatta
VIAREGGIO. Guardavano lontano gli occhi scuri e profondi di Federico Del Volgo. Ventidue anni da compiere il prossimo 10 marzo, tanti progetti e tante passioni, l’amore incondizionato della sua famiglia. Un futuro che guardava alla luce ma sul quale all’improvviso un destino crudele ha fatto calare il buio. È successo giovedì pomeriggio, 30 gennaio, poco dopo le 14 quando Federico è stato travolto da un’auto, un’utilitaria nera di marca Nissan, mentre camminava sul marciapiede del cavalcaferrovia Barsacchi.
L’incidente e la tragedia
L’impatto è stato violento: Federico è stato sbalzato prima sul parabrezza dell’auto e da qui catapultato nel vuoto: è precipitato dal cavalcaferrovia, un tremendo volo di circa sei metri, con conseguenze fin da subito gravissime. Trasportato a bordo dell’elicottero Pegaso a Cisanello in condizioni disperate, per ore ha lottato per la vita.
Non ce l’ha fatta Federico. Nonostante le cure dei medici, nonostante l’amore dei familiari che non hanno lasciato un istante l’ospedale per stargli accanto, e nonostante le preghiere che per lui sono state recitate da tantissime persone a Viareggio: interi gruppi parrocchiali, come quello di Santa Rita, hanno invitato a sostenerlo. È stato un passaparola durato due giorni in città, messaggi rimbalzati fra le persone che conoscono la famiglia e fra i giovani coetanei e i suoi amici: tutti a darsi forza, a pregare e sperare che questo giovane studente universitario, da tutti descritto come un ragazzo serio e tranquillo, un ragazzo perbene, potesse farcela, alla fine.
Non è stato così: dopo due giorni di agonia, il cuore del ragazzo ha smesso di battere. E quando la notizia del suo decesso è stata confermata, la città si è piegata nel dolore: il pensiero è andato a Federico, ai suoi sogni precocemente infranti, e alla sua famiglia, che vive nel quartiere Marco Polo.
La scuola e le sue passioni
Nella vita di Federico, che aveva frequentato le elementari alla primaria di Pian di Mommio a Massarosa, poi le scuole medie Viani a Viareggio e l’Itis Galileo sempre a Viareggio come scuola superiore, lo studio aveva un ruolo fondamentale; frequentava l’Università a Pisa e quando è avvenuto l’incidente si stava recando a un corso per ottenere crediti.
Ma anche le passioni erano importanti per lui. La musica, il Carnevale e quella per i cosplay, come se ne vedono tanti che arrivano ogni anno in città, dove soggiornano per partecipare al festival internazionale del fumetto che si tiene a Lucca a cavallo tra fine ottobre e inizio novembre. In particolare Federico amava i costumi dell’epoca napoleonica e le rievocazioni di questo periodo storico. Non a caso sui suoi profili social aveva inserito foto che lo ritraevano mentre indossava la feluca e la giubba con la pettorina costellata di tanti bottoni. Come amava i giochi elettronici giapponesi. E così come era molto attaccato a Viareggio, «la mia città», scriveva presentandosi sul suo profilo Instagram.
L’appello
Nessuna parola riuscirà a descrivere la misura del dolore per la sua scomparsa, soprattutto il dolore della sua famiglia, che chiede per lui giustizia. E per questo, proprio dalla sua famiglia, giunge l’appello accorato, rivolto a chi si trovasse sul cavalcaferrovia quando l’incidente è avvenuto, a farsi avanti; grazie all’aiuto di potenziali testimoni sarà più facile ricostruire la dinamica di un incidente ancora non decifrato.