Il Tirreno

GIOVANI AUTORI

"Yawp!", Di Fraia debutta con un corto sorprendente

Francesca Lenzi
Eugenio Di Fraia
Eugenio Di Fraia

04 settembre 2010
2 MINUTI DI LETTURA





 PIOMBINO. Il viso spigoloso, fermo in uno sguardo riflessivo si ammorbidisce con il primo sorriso, che esalta la curva addolcita dei suoi occhi. Sopra la figura, alta e agile, un groviglio di ciuffi ricci e scuri. Lui si chiama Eugenio Di Fraia, ed ha 19 anni. Abita vicino a Milano, ma ora è a Piombino, per trascorrere le vacanze estive. I suoi genitori sono infatti piombinesi, come pure i nonni. Eugenio è nipote del noto pittore Alessio Sozzi. La stessa sensibilità per l'arte percorre anche Eugenio, che va all'Università, dove studia psicologia, ma intanto coltiva il suo sogno: il cinema. Ha da poco realizzato un cortometraggio, dal titolo provvisorio "Yawp!", citazione omaggio al film "L'attimo fuggente" (1989). E come il grido barbarico di Walt Whitman, l'opera di Eugenio sfugge ai generi, rappresentando un'invocazione esortante rivolta ai giovani d'oggi. Privi di quel necessario istinto a "cambiare le cose", venuto meno nelle ultime generazioni, i ragazzi possono, e devono, tornare a desiderare un cambiamento. Questo il senso del corto di Eugenio, che talvolta sconfina nell'approccio teatrale, sino a toccare la retorica. «In alcuni punti è fin troppo evidente l'impressione di un predicozzo - afferma il critico cinematografico Fabio Canessa - Ma anche i difetti sono il bello di questo lavoro. Perché è un predicozzo che nessuno fa, e di cui invece si sentirebbe l'esigenza. Senza contare tutti gli elementi tecnici, come regia, montaggio, sonoro e recitazione. Le musiche originali sono perfette. Gli attori naturali e indovinati. Il senso dell'inquadratura ottimo. Soprattutto in riferimento alla giovane età del regista».  Nel frattempo Eugenio sta valutando l'idea di diffondere il proprio film attraverso i canali dei concorsi. L'efficacia testuale e l'importanza del soggetto considerato nel cortometraggio suggeriscono anche un merito didattico. «Credo che possa trovare spazio nelle scuole - spiega Canessa - Ad esempio tramite proiezione e successivo dibattito con i ragazzi».
Primo piano
L’incidente

Empoli, muore a 16 anni nello schianto in moto

Sportello legale