Chiesina, stuprata fuori dalla discoteca: «Ho perso i sensi, mi sono svegliata con lui sopra». Condannato un 35enne
La ragazza aveva perso i sensi per il troppo alcol bevuto
CHIESINA UZZANESE. Con la scusa di accompagnarla fuori dal locale per farle prendere un po’ d’aria fresca, l’aveva trascinata fino alla propria auto, e lì, quando la ragazza aveva addirittura perso i sensi a causa del troppo alcol bevuto, aveva abusato di lei. Continuando anche quando, ripresa conoscenza, in lacrime lei l’aveva pregato di smetterla perché le stava facendo male. Tutto ciò secondo i giudici del tribunale collegiale di Pistoia, che, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Giuseppe Grieco, hanno condannato per violenza sessuale aggravata un 35enne autotrasportatore di Montecatini, difeso dall’avvocato Katia Bonari. Nel processo si era costituita parte civile la vittima, una 27enne studentessa di Pistoia, rappresentata dall’avvocato Cristina Barontini.
Il 35enne montecatinese era finito agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico il 10 maggio 2023, quando i carabinieri della Stazione di Pistoia avevano eseguito la misura cautelare disposta nei suoi confronti dal gip del tribunale con l’accusa di aver abusato della giovane pistoiese nel parcheggio di un locale notturno Don Carlos di Chiesina Uzzanese, nella nottata del 12 marzo precedente.
I carabinieri erano riusciti a ricostruire ciò che sarebbe accaduto grazie alla denuncia sporta dalla stessa vittima e dalla testimonianza delle amiche che quella sera si trovavano insieme a lei nel locale. E che, accompagnate in auto da una dipendente del locale notturno, avevano raggiunto insieme a lei il pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove la ragazza era stata visitata e dimessa nel primo pomeriggio con una prognosi di quaranta giorni per l’abuso sessuale subito.
Immediata l’attivazione del codice rosso da parte dei sanitari.
In base a quanto era stato raccontato dalla vittima, quest’ultima si sarebbe sentita male dopo aver bevuto l’ennesimo bicchiere di alcolici al bancone del locale. Accompagnata da un’amica in bagno, dove aveva vomitato, era stata raggiunta lì dal giovane poi arrestato (conosciuto la sera prima in quello stesso locale notturno attraverso amici in comune) che, prendendola sotto le braccia, visto che non riusciva a stare in piedi, l’aveva portata fuori, facendola sedere sui gradini dell’ingresso.
La testimonianza della ragazza
Da quel momento la ragazza non si ricorda più nulla. Ha raccontato di aver riaperto gli occhi un paio d’ore dopo, ritrovandosi sdraiata e seminuda sul sedile del passeggero di un’auto, con sopra il giovane che stava abusando di lei. A destarla dallo stato di incoscienza in cui si trovava, sarebbe stato lo squillare incessante del cellulare del giovane: erano le amiche di lei (e che conoscevano anche lui) preoccupate per la sua sparizione. Piangendo, incapace di muoversi, la ragazza aveva implorato il giovane di smetterla. Inizialmente invano. Poi il 35enne le si era tolto da sopra e si era rivestito. E, cercando di convincerla a non dire nulla di ciò che era accaduto, l’aveva riaccompagnata davanti all’ingresso del locale notturno, dalle amiche che la stavano aspettando.
Alle quali, appena lui si era dileguato, piangendo a dirotto la ragazza aveva raccontato ciò che era accaduto nell’auto.