Il Tirreno

CARRARA. Una vita insieme: 68 anni di matrimonio (li avrebbero festeggiati il 31 dicembre) tanti sacrifici ripagati da altrettante gioie.

E la morte, insieme. A venti ore di distanza l’uno dall’altra. Questa è una storia d’amore, di lotta, di valori e di comunità. È la storia di Valeria Nardi, 85 anni, e Mario Meini. Lei è morta venerdì pomeriggio alle 17 e 30, in ospedale dove era ricoverata a seguito di alcune complicazioni di salute.

Lui è deceduto, a casa dove da tempo stava lottando con una serie di problematiche, sabato alle 13 e 20. Saranno sepolti insieme e anche il loro funerale sarà doppio, un funerale di coppia: oggi alle 15 il loro addio nella chiesa di San Pietro ad Avenza.

La storia

Le storie semplici, quelle che toccano le corde più intime, quelle che danno speranza di un mondo davvero migliore, fondato sul lavoro, i sacrifici. Sul volersi bene e andare avanti, sfida dopo sfida. Ne hanno affrontate tante di battaglie Valeria e Mario. Lei aveva solo 17 anni quando si è fidanzata con Mario, che di anni ne aveva 21. Insieme hanno vissuto la guerra e le difficoltà del dopoguerra. Hanno affrontato la fame, quella vera.

Lui, contadino, ha tirato avanti con quei fazzoletti di terreno che, anche nei momenti più terribili, riusciva a far fiorire. Riusciva a coltivarli: lo aveva imparato da piccolo e la vanga non li ha mai pesato fra le mani. Valeria, poco più che ragazzina, è diventata una donna di casa, di famiglia. Ha tenuto acceso il focolare e, soprattutto, ha offerto un piatto di minestra a chi, negli anni duri, con un paese in ginocchio dopo la guerra, non avrebbe potuto permettersela.

Insieme. Questa è la parola che cesella questa lunga storia d’amore, coronata dalla nascita dell’unica figlia di Valeria e Mario, Fiorella. La famiglia è aumentata e solo la terra, ad un certo punto, non è bastata più per andare avanti. Allora Mario si è rimboccato le maniche (come se ancora fosse possibile) ed è andato a lavorare nel mondo del marmo. In segheria. Al “manettone”: il macchinario che serve per lucidare le lastre. Al freddo, anche in inverno. Sotto il sole cocente in piena estate.

Una lunga vita di fatica, nei campi (che non ha mai abbandonato) e nelle segherie del piano. Una vita di fatica affrontata insieme alla sua Valeria con cui riusciva a concedersi anche qualche giro in lambretta, con i vestiti buoni, quella della domenica. Una coppia semplice che ha saputo conquistare il bene di una comunità intera, quella di Avenza dove Valeria e Mario hanno vissuto tutta la loro vita. Quella vita che si è spezzata. Insieme. Mario si è dedicato al lavoro e alla famiglia, Valeria è riuscita a fronteggiare i dolori, le sfide che la vita le ha messo davanti senza perdere mai il sorriso, senza dimenticare mai gli altri. La porta di casa di questa coppia inossidabile, era sempre aperta per chi ne avesse bisogno. Un piatto in più sulla tavola c’era perché diceva: «dove si mangia in tre si mangia anche in cinque».

Morire insieme

Sonio passati 68 anni anni dal matrimonio di Valeria e Mario. Il 31 dicembre avrebbero festeggiato un anniversario speciale. Oggi invece, insieme, saranno salutati per l’ultima volta, dalla famiglia e dai tanti amici nella chiesa di San Pietro. A babbo Mario la figlia Fiorella non lo aveva neppure ancora detto che Valeria aveva cessato di vivere. Si era presa del tempo. Sabato mattina lo ha lasciato, come ogni mattina dicendo: «Vado dalla mamma». Lui le ha risposto semplicemente: «Va bene salutamela tanto». Dopo poche ore Mario Meini è morto.

«Si sono chiamati»: una frase semplice che nel cuore storico di Avenza tanti ripetono parlando di questa coppia speciale. Insieme anche nel manifesto funebre, come per tutta la loro vita