Il Tirreno

Quando Gardini si comprò la Imeg e la Sam

Raul Gardini
Raul Gardini

«Misfatto bianco»: un'inchiesta sulle pagine buie della città

15 aprile 2011
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 CARRARA. L'ombra della mafia sulle Apuane. Le pagine buie di quando Raul Gardini con la Calcestruzzi comprò dall'Eni due società, la Imeg e la Sam (che controllavano il 65% delle cave) sono ripercorse da Enrico Deaglio, sulle pagine del numero, in edicola, di Vanity Fair. Un'inchiesta dal titolo «Misfatto bianco: Raul Gardini, il film che mai vedremo».  Nero su bianco una pagina importante della recente storia della città.  «Le vicende terribili di Gardini hanno le loro radici proprio qui, tra i marmi millenari delle Alpi Apuane. Raul Gardini si lasciò guidare da un vecchio socio del suocero, Lorenzo Panzavolta, detto «Il Panzer», vecchio comandante partigiano e dirigente delle famose cooperative rosse di Ravenna. Questi gli spiegò che per la Calcestruzzi, uno degli asset più importanti della Ferruzzi-Gardini, c'era la possibilità di prendersi tutti gli appalti pubblici siciliani. Bisognava allearsi con la mafia, però. E Gardini, che era uno che amava il rischio, raddoppiò: fece entrare Cosa Nostra direttamente nella proprietà Calcestruzzi e poi la quotò in Borsa...Poi venne il grande affare del marmo. La Calcestruzzi comprò dall'Eni due società, la Imeg e la Sam, che controllavano il 65 per cento delle cave e della lavorazione del marmo di Carrara. Gardini pagò le regolari, robuste, tangenti ed ebbe dall'Eni un'offerta di favore. Il primo grande affare si presentò con un contratto per la desolfazione delle centrali Enel, per cui il carbonato di calcio di Carrara era essenziale. Valore del contratto - tenersi forte - tremila miliardi di lire. Eravamo alla fine degli anni Ottanta.... Ma poi, invece, tutto precipitò.... A Carrara, le cose non andavano bene. Tonino Buscemi aveva preso il controllo delle cave e a gestirle aveva mandato il cognato, Girolamo Cimino. Più un altro parente, Rosario Spera. Erano tipi che non passavano inosservati: un piccolo imprenditore, Alessio Gozzani, apostrofò il Cimino: «Tu terrone non vieni a comandare qui». Fu ammazzato. I siciliani cominciarono a porre condizioni vessatorie ai cavatori, che trovarono come unico difensore il loro presidente onorario, il comandante partigiano della zona, Memo Brucellaria. Un sostituto procuratore di Massa, Augusto Lama, cominciò a indagare, ma fu immediatamente bloccato dal ministero a Roma.  Poi arrivò il fatale 1992. Tangentopoli mise sotto accusa Raul Gardini per le tangenti dell'affare Enimont. Ma forse quelle erano la pagliuzza in confronto alle cave.... Gardini prende accordi con il giudice Di Pietro per una testimonianza che gli eviti le manette, ma il 23 luglio, nella mattina dell'interrogatorio, viene trovato morto ammazzato. I titoli della Calcestruzzi in Borsa raggiungono il valore zero. Compra tutto, subito, l'arcinemico di Gardini, Carlo Pesenti della Italcementi. Cave, impianti, laboratori, carbonato di calcio, tutto passa di mano in un improvviso, dolce silenzio».
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