Assalto al portavalori, una delle guardie giurate coinvolte: «L’inferno, ci hanno tirato addosso una scarica di kalashnikov» – Video
San Vincenzo, erano cinque gli addetti alla sicurezza che hanno subito il blitz dei criminali sull'Aurelia. Il racconto del 63enne grossetano: «Ci hanno disarmato e spinto verso la galleria continuando a sparare anche verso chi faceva i video con il telefonino». Sotto choc un’altra guardia giurata grossetana
GROSSETO. «Ci hanno disarmati e fatti allontanare dai furgoni, noi abbiamo obbedito. Siamo sotto choc ma almeno la possiamo raccontare: siamo vivi, abbiamo portato la pelle a casa», racconta al Tirreno una delle cinque guardie giurate – tutte grossetane – che venerdì pomeriggio hanno subito l’assalto dei rapinatori lungo la Variante Aurelia, poco prima di San Vincenzo sud e dopo la galleria San Carlo, in provincia di Livorno.
Si chiama Luigi Grechi e racconta d’aver preso anche “un calcio nel sedere” dai banditi. I quali poco dopo le 18, armati di kalashnikov, hanno assaltato due portavalori con milioni di euro (soldi delle pensioni) e sono fuggiti dopo aver scatenato un inferno di fuoco, aver sparato in aria e aver usato esplosivo per aprire il furgone con i soldi. Dopo la rapina i criminali sono fuggiti a bordo di tre auto verso sud. Le cinque guardie giurate grossetane hanno visto la morte in faccia ma l’hanno scampata; chi era nei paraggi racconta di averi visti comprensibilmente molto agitati e «con l’adrenalina a mille» mentre in strada convergevano a tutto spiano forze dell’ordine e soccorritori. Venerdì in nottata un furgone aziendale delle guardie giurate è partito dalla sede di via Genova di Grosseto per andare a San Vincenzo a recuperarli e riportarli a Grosseto. Lungo le strade della provincia di Grosseto è stato da subito predisposto un pattugliamento che ha coinvolto tutte le forze dell’ordine al completo.
Riguardo all’enorme bottino trafugato nessuna ripercussione avverrà sui pagamenti delle pensioni. Nessuna conseguenza sui soldi che domani potranno essere comunque regolarmente riscossi dagli anziani negli uffici postali della provincia di Grosseto. L’azienda ha riorganizzato il servizio.
Luigi Grechi, guardia giurata che lavora per Battistolli, 63 anni, grossetano, rievoca quei momenti di puro terrore dopo aver subito con i colleghi l’assalto dei banditi. Per fortuna «stiamo bene tutti e 5 – racconta al Tirreno – ma abbiamo avuto paura, in pratica ci hanno tirato addosso una scarica di kalashnikov… Non mi era mai successo in vita mia», dice. Grechi viaggiava nel furgone di scorta davanti all’altro che trasportava i soldi. A un certo punto i rapinatori “ci hanno fermati e hanno bloccato i furgoni, hanno iniziato a sparare, ci hanno fatto scendere. Sono sicuramente professionisti. Non ci hanno fatto niente di male ma lì per lì uno ci pensa, certo ha paura che finisca nel peggiore dei modi. Invece hanno visto la nostra collaborazione: a un certo punto eravamo inermi».
La prima cosa che i criminali cercano di fare in queste circostanze – prosegue la guardia giurata – è difatti quella di cercare di disarmare le “vittime” e così è stato. «Ci hanno chiesto di consegnare le pistole e l’abbiamo fatto. Io mi sono disarmato buttando la mia arma nel furgone e così l’ho salvata. Uno di loro mi ha anche dato un calcio nel sedere. Ci hanno allontanati dai mezzi blindati e puntato le armi addosso, ci hanno spinti verso la galleria, hanno continuato a sparare in aria e anche verso chi faceva i video con il telefonino» (video pubblicato sul sito del Tirreno). Per fortuna, conclude la guardia giurata, «la nostra pelle è salva e adesso ce la possiamo raccontare, io sono qui che ci penso e ripenso. Rimugino su quello che è accaduto, ma quel che conta è che siamo vivi. E lunedì si riparte col lavoro». Così veloce? «Sì – risponde - A livello mentale è essenziale dimenticare tutto il prima possibile: è bene farlo, succede anche se cadi dal cavallo. O ci rimonti subito o è finita».
Sotto choc e decisamente provato anche Luigi Busoni, altra guardia giurata grossetana in servizio per Battistolli, rapinato anche lui. «Fisicamente sto bene – risponde al Tirreno con un filo di voce – Piuttosto è l’altro aspetto che non va bene…», quello psicologico. «Per fortuna tra di noi non ci sono feriti, ma io personalmente ho preso una botta, sono scosso».