Lucca, morto Marco Affatigato
L’ex estremista di destra trovato senza vita nella sua casa a Nizza: ipotesi di suicidio, ma la gendarmeria prosegue con gli accertamenti
LUCCA. L’ex estremista di destra Marco Affatigato, 68 anni, lucchese, è stato trovato morto dalla compagna venerdì pomeriggio nella sua casa di Nizza. L’ipotesi prevalente è quella del suicidio.
A Nizza era stato arrestato, da latitante, nel 2016 dalla polizia di Lucca e poi estradato. Dopo aver finito di scontare la pena ( 8 anni e 8 mesi) era tornato nella città francese dove aveva avviato un’attività di intermediazione commerciale. I mandati di cattura internazionali erano stati firmati per reati finanziari tra cui bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, ma anche la ricettazione di assegni. Un cumulo pene per sentenze passate in giudicato e che avevano annullato un precedente indulto.
Con Ordine Nuovo
Personaggio noto alle cronache degli anni Settanta e Ottanta per il suo passato di estremista nero e attività collaterali al terrorismo di destra. Già militante del movimento Ordine Nuovo, accusato di ricostituzione del partito fascista e di aver favorito la latitanza del killer neofascista Mario Tuti, Affatigato è stato più volte sospettato di avere rapporti con i servizi segreti di vari Paesi. Quelli esteri, dagli 007 francese agli americani della Cia, li ha ammessi lui stesso, sostenendo che si trattò di una collaborazione «per la difesa da attacchi terroristici antiatlantisti, in un contesto di anticomunismo che oggi non esiste più».
Le condanne
Dei Servizi italiani, invece, sostiene di essere stato una vittima, come quando una telefonata anonima che lo stesso Affatigato attribuisce all’ex capocentro del Sismi di Bologna, avvertì (falsamente) che il «camerata» si trovava a bordo del Dc9 precipitato nel mare di Ustica la sera del 27 giugno 1980. Alle condanne subite in Italia per fatti di eversione – per le quali ha scontato diversi anni di carcere alternati con latitanze e trascorsi avventurosi all’estero, soprattutto in Francia, ma anche in Libano e in Nicaragua – si sono aggiunte le accuse per traffico d’armi, dalle quali fu infine assolto perché riconosciuto come «agente provocatore» in servizio. Saldati i vecchi conti con la giustizia, il neofascista mai pentito aveva aperto attività professionali fra l’Italia e la Francia, muovendosi spesso tra Lucca, Nizza e Parigi, che però non sono stati sufficienti ad evitargli nuovi guai con la magistratura, sebbene di altri tipo. Come del resto è capitato a molti altri ex terroristi o estremisti neri che, superata la gioventù, si sono riciclati in altre attività che spesso li hanno riportati in carcere. Quando tempo fa fu chiamato davanti alla Corte d’Assise di Brescia per testimoniare nel processo sulla strage di pazza della Loggia (1974), alla domanda sulle sue attuali convinzione politiche rispose che «ordinovisti si è per sempre».
La vendetta
Nel Natale 2014 un’operazione della procura dell’Aquila portò in carcere 14 presunti terroristi di destra che avrebbero progettato attacchi in varie parti d’Italia e tra queste azioni anche l’omicidio di Mar co Affatigato ritenuto un «infa me» che avrebbe fatto finire in galera molti camerati. Secondo quanto contenuto nelle intercettazioni e nell’ordinanza del gip abruzzese l’idea era quella di organizzare un commando che conducesse Affatigato nel luogo dell’esecuzione. Contattato dal Tirreno, Affatigato disse di non temere nulla derubricando a improvvisatori gli arrestati. Ora la morte di un personaggio controverso destinato a lasciare ombre anche nell’addio.