Villa esplosa in Garfagnana, un morto e una dispersa: la fuga di gas, l’innesco e le vacanze finite in tragedia – Video
Molazzana, recuperato il corpo dell’uomo, la compagna non è ancora stata trovata: «Boato sentito a 13 chilometri di distanza». L’abitazione era stata ristrutturata nei primi anni 2000
MOLAZZANA. Il candore delle imminenti festività natalizie spazzato via nel cuore della notte da un’esplosione fortissima. Un boato così potente da essere sentito a 13 chilometri di distanza dal luogo della tragedia. E poi le fiamme, talmente alte da provocare il collasso di quasi tutta abitazione. Soltanto l’architrave del tetto, una volta domato l’incendio, resta aggrappato alla struttura. Erano le 23,45 di sabato quando l’esplosione, scatenata probabilmente da una fuga di gas, ha provocato la distruzione di una villetta isolata a due piani a Eglio Sassi, due piccoli paesi che formano una frazione del Comune garfagnino di Molazzana, e la morte del proprietario, il 68enne singaporiano Seetoh Kwok Meng. Risulta ancora dispersa la compagna, la 52enne taiwanese Kai En Chang.
In Toscana per Natale
I due avrebbero dovuto passare, come facevano da cinque anni a questa parte, le festività natalizie in questo spicchio di Toscana. Il loro ritorno a Taipei era previsto, come hanno ricordato alcuni conoscenti, per il 23 gennaio. La coppia era appena rientrata da una serata trascorsa, con una comitiva di otto persone, in un ristorante di Castelnuovo di Garfagnana. Il corpo dell’uomo, ora in pensione ma con trascorsi da responsabile delle vendite per 25 anni alla Nissan e poi dal 2007 al 2014 alla nipponica Subaru, è stato rinvenuto all’esterno dell’abitazione.
La terribile esplosione
Probabilmente, stando a quanto ricostruito dai rilievi dei soccorritori, la prima a entrare nella villetta sarebbe stata la donna. Il devastante boato ha immediatamente fatto scattare la macchina dei soccorsi: i primi a recarsi sul posto sono stati alcuni componenti della protezione civile di Molazzana. «Appena arrivati abbiamo sentito un forte odore di gas – dice il soccorritore Andrea Tognocchi – . Per prima cosa abbiamo subito chiuso il deposito di gpl che la coppia aveva accanto la casa: fortunatamente non ha preso fuoco. Abbiamo notato la presenza della Subaru grigia di Seetoh e abbiamo capito che la coppia era in casa». Il lavoro incessante dei soccorritori, arrivati da Lucca, Prato, Viareggio per aiutare la squadra ordinaria di Castelnuovo, si è avvalso degli specialisti dei nuclei cinofili, dei Sapr (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) e degli specialisti Usar (Urban Search and Rescue). Sotto la pioggia battente le ricerche, supportate anche dagli scavatori, proseguono senza sosta tra cambi di unità. «La deflagrazione è stata prodotta da una sacca di gas accumulata all’interno dell’abitazione – spiega Claudio Lattanzi, un funzionario dei Vigili del fuoco-. L’esplosione ha causato il taglio delle pareti perimetrali e il conseguente collasso dei solai».
La ristrutturazione e l’inchiesta
Mentre si continua a scavare tra le macerie, inizia a serpeggiare un interrogativo: com’è possibile che sia accaduto un tale dramma in villetta di pregio, ristrutturata nei primi anni 2000? Domande a cui dovrà rispondere l’inchiesta della magistratura. L’area è stata posta sotto sequestro dal sostituto procuratore Antonio Mariotti – avvertito dai carabinieri alle 3, 30 di notte, giunto nella zona della tragedia un’ora dopo e rimasto sino alle 14, 15 per avere contezza dello stato dei luoghi e dirigere l’azione della polizia giudiziaria (carabinieri, vigili del fuoco, volontari della Protezione civile) – che domani aprirà un fascicolo a carico di ignoti e con l’ipotesi di reato di disastro colposo e duplice omicidio colposo. Sarà nominato il medico legale Stefano Pierotti, arrivato nella frazione di Eglio Sassi poco dopo le 5, 30 del mattino e che riceverà formalmente l’incarico nella giornata odierna, e un consulente tecnico (sicuramente un ingegnere) sarà chiamato a ricostruire la dinamica della deflagrazione per capire le cause e le eventuali responsabilità della tragedia.
La fuga di gas
Con il bombolone del Gpl posto fuori dall’abitazione che non ha preso fuoco e visto che la caldaia si trovava, come prevede la legge, all’esterno della villetta ed è rimasta intatta, gli inquirenti sono orientati a ipotizzare che la fuga di gas sia avvenuta all’interno del terratetto. A causarla potrebbe essere stata una perdita dell’impianto termico nell’ingresso-soggiorno o nella parte interna anteriore della casa. Ora dopo ora si fa strada l’eventualità che i coniugi, rientrati dalla cena verso le 23, 30, abbiano aperto la porta d’ingresso con la donna entrata per prima. È lei che avrebbe percorso una decina di metri per arrivare all’interruttore e accendere la luce mentre il compagno si è attardato sulla soglia di casa. Proprio nell’istante in cui è stato premuto il commutatore si è innescato il meccanismo che ha portato alla detonazione. Una congettura avvalorata dalla presenza del corpo senza vita del dirigente asiatico recuperato dai pompieri, che alle prime luci dell’alba hanno adoperato un enorme escavatore per rimuovere le pietre e blocchi in cemento dell’edificio, proprio vicino allo stipite della porta. Sempre stando a questo presupposto la compagna del manager singaporiano, che sino alle 19 non era stata ritrovata, si troverebbe sotto le macerie nel punto in cui il muro laterale esterno si è spezzata ed è venuto giù con il tetto.