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Furia Fratto: «Basta negatività»

di Fabrizio Pucci
La squadra abbracciata (foto Silvi)
La squadra abbracciata (foto Silvi)

Mercoledì notte il gladiatore si è sfogato contro le critiche successive al ko di Avellino: «Qui c’è da salvarsi, chi non lo capisce il mercoledì può vedersi l’Eurolega a casa»

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LIVORNO. Tutti in piedi: sì. Tutti in piedi quando parla Francesco Fratto, il monumento alla personalità. È taciturno, FF4. Questione di carattere. Schietto e genuino, ma intriso di una riservatezza che – forse – maschera un pizzico di timidezza. È poco loquace Francesco, ma quando deve scolpire su pietra concetti-base per la sua Libertas in cerca della salvezza, non si tira indietro. Proprio come fa in campo. Tre minuti dopo la fine della goleada contro Pesaro, Fratto si è presentato davanti allo stuolo di giornalisti e con tono garbato, ma deciso ha chiarito una volta per tutte ciò di cui ha bisogno la LL per mantenere la categoria: «Ringrazio le persone che non ci fanno mai mancare un certo tipo di apporto». Poi ha aggiunto: «Certe volte in queste prime partire si è respirano un clima del cazzo».

Il riferimento è a certe critiche di una parte della tifoseria, ritenute eccessive, piovute dai social sulla squadra dopo il ko di Avellino. L’uomo di Cecina ha proseguito: «Per chi non lo avesse ancora capito, qui c’è da salvarsi. Tutto quello che viene dopo è tutto di guadagnato. Stasera (mercoledì ndc) una squadra costruita per vincere il campionato ha fatto molta fatica contro una squadra che deve salvarsi. Non abbiamo bisogno di negatività. Capisco – ha continuato - che proveniamo da anni nei quali abbiamo vinto il 70/80% delle partite. Quest’anno ogni partita vale quattro punti e non due. Noi partiamo sempre da chi ci segue. Chi non vuole farlo, il mercoledì, quando giochiamo i turni infrasettimanali, c’è l’Eurolega in tv, una bella pallacanestro. Chi non vuole seguirci può stare a casa. E così lascia da una parte il romperci i coglioni».

La gratitudine nei confronti di chi c’è sempre stato è come la proposta di un patto d’acciaio con i tifosi: «Ringrazio chi è venuto contro Pesaro, chi ci ha incitato anche sul +30, perché non era così scontato, chi si fa chilometri su chilometri, chi spende soldi per venire a vederci: noi abbiamo bisogno di questi nella consapevolezza che capiterà un’altra volta che perderemo, capiteranno altre figuracce perché il livello di questa A2 è altissimo. Basti pensare che è stato convocato in Nazionale un giocatore di Cantù (Grant Basile ndc)».

La vittoria con Pesaro ha dato la stura ai pensieri del leader silenzioso della squadra: «Avevamo bisogno di una partita così. In primis noi perché non siamo quelli visti ad Avellino. Noi siamo quelli che hanno tenuto testa a Cantù, quelli che hanno faticato contro Cividale. Già Cividale. Ho sentito tante parole, ma i Friulani sono secondi in classifica. A volte sento parlare davvero a caso. Questo successo con Pesaro per noi è una iniezione di fiducia pazzesca, però siamo già con la testa a Rimini». Sì, perché il calendario non concede tregua: «Giocare ogni tre giorni non è facile. Non abbiamo tempo di allenarci, non abbiamo tempo di conoscerci. Mi fa ridere la gente che pensa che Adrian Banks sia quello che nelle partite precedenti non ha fatto canestro. Questo è Adrian Banks. Abbiamo bisogno di lavorare, stiamo crescendo. Dorin Buca sta crescendo, Andrea Bargnesi sta crescendo. Siamo senza Luca Tozzi che è una rotazione fondamentale. Abbiamo 8 punti. Siamo 10 squadre in 4 punti. Dopo Rimini potremo avere una settimana per avere allenarci bene, prendere confidenza, giocare insieme. Siamo già a un punto alto. Se si fa canestro è più facile. Se si prendono 10 di fila punti si fa fatica. Contro Pesaro abbiamo fatto 60 punti e questo ci ha aiutato. Ad Avellino non segnavamo mai. Loro invece hanno fatto canestri fortunosi». Insomma, il grido di battaglia di Fratto è partito. «Noi ci crediamo – ha concluso – e la squadra è molto unita».
 

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