La Libertas ritrova l’imperatore: cavalcata da record contro Pesaro
Gli amaranto segnano 60 punti in due tempi: Adrian gioca da Banks con 28 punti, 9 assist e 9 rimbalzi e risboccia l’amore
LIVORNO. Una settimana fa, contro Cividale, la Libertas chiuse con 62 punti segnati. Alla prima partita in casa contro Torino ne mise insieme appena 56. Ieri, in una notte degna del Big Wednesday di John Milius, gli amaranto sono andati all’intervallo con 60 punti dopo aver sepolto sotto un diluvio di canestri una imbarazzante Pesaro. E la partita alle 21.30 era già chiusa in cassaforte. Una notte da record, da cui ci risveglieremo con una gioia particolare: il ritorno dell’imperatore, Adrian Banks, ritrovato dopo qualche uscita a vuoto e qualche dubbio di troppo sul suo feeling con la doppia L.
La treccia di Memphis non solo ha disputato una partita meravigliosa a livello di produzione offensiva (28 punti in 34 minuti a cui aggiungere nove assist nove), ma ha fatto l’amore col pubblico libertassino, inviando baci e sorrisi alla curva nord e al resto del popolo amaranto mentre in campo è tornato ad essere un pezzo del puzzle di Andreazza e pure la chioccia con i suoi applausi per le grandi giocate di Bargnesi e l’incoraggiamento a Buca.
È stata la serata perfetta per ritrovare fiducia dopo la brutta partita di Avellino, per regalare una gioia ai tremila del PalaMacchia che l’avevano gustata una volta sola, un mese fa contro Cremona, per caricarsi a gas in vista dell’arrivo della capolista Rimini domenica di nuovo in via Allende. Tutto facile, si dirà. È vero. Ma per fare le cose facili bisogna esser bravi a indirizzare il destino sulla strada giusta e la partenza della Libertas è stata fondamentale per spegnere le velleità della Vuelle, qualunque essere fossero. Pesaro è stata in vantaggio solo sullo 0-2, poi ha messo i panni della comparsa e ha assistito allo show livornese, ispirato ancora una volta da Quinton Hooker e da Allinei. Dopo 300 secondi gli amaranto erano avanti 13-2 e avevano già preso 9 rimbalzi mentre la Vuelle aveva 1 su 10 al tiro. Il copione della partita da lì non è più cambiato: la Libertas ha lavorato bene in difesa, facendo pressione sugli esterni, tenendo Ahmad, il capocannoniere del campionato a secco per i primi venti minuti (primo e unico canestro trovato al 26’) e surfando spesso e bene in contropiede e transizione, grazie alla marea di palle perse e di tiracci di Pesaro che dopo 10 minuti aveva 5/20 su azione.
Lo sconsolato Spiro Leka dopo 4 minuti aveva già rivoltato il quintetto, ma mai come stavolta lo striscione che i tifosi pesaresi hanno appeso in curva sud dedicato ai loro giocatori era appropriato: vergogna. Tutti gli uomini mandati in campo da Andreazza invece hanno risposto alla grande. Una menzione speciale oltre all’imperatore, la meritano sicuramente Andrea Bargnesi, sempre più calato nel ruolo di guardia tiratrice e autore di due triple da urlo e Ariel Filloy, in costante crescita nel rapporto punti/minuti, con la mano caliente dei vecchi tempi, capace di firmare 17 centri in 18 minuti con 5/7 dall’arco, sicuramente la sua miglior partita da quando veste l’amaranto.
Se nel primo quarto Livorno ha creato lo strappo (26-13), è nel secondo che il fiume libertassino è straripato, con un parziale del tempino impressionante (34-15), che ha visto il vantaggio livornese lievitare fino al più 34 raggiunto in due occasioni (55-21 e 57-23). A scavallare la vetta dei cento punti c’ha pensato la bomba di Allinei, poi la ciliegina finale è stata il canestro da fuori di Fantoni col popolo della amaranto tutto in piedi, orgoglioso di essere libertassino.