Poca Libertas e Nardò fa il pieno
Non bastano un Banks monumentale e l’ennesima grande partita di capitan Fantoni Gli amaranto inseguono per 40 minuti e non danno mai l’impressione di poter vincere
LECCE. Un passo indietro. Forse due. Rispetto alla Libertas lucida e razionale di Vigevano, a Lecce è andata in scena una versione di amaranto sbiadita. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: la vittoria di Nardò non fa una grinza, perché i Pugliesi sono stati avanti nel punteggio per 40-minuti-40 e hanno quasi sempre tenuto nelle mani il volante della partita.
Questione di inerzia che la Libertas ha avuto dalla sua parte solo in rari momenti senza averli sfruttati: maledetta discontinuità che ha partorito attacchi pasticciati e qualche palla persa nei momenti topici della partita. E quando l’attimo fuggente passa una volta, due, tre è giusto che il referto rosa finisca nelle mani degli altri.
Sangue agli occhi
Nardò – ultima della classe con la casella dei punti illibata – ha avuto il merito di trasformare in sangue agli occhi lo sguardo di paura con cui si è presentata alla palla a due. Pronti via ed è stato subito 7-0 per i padroni di casa: uno choc termico che ha paralizzato una Libertas con le mani gelate e capace di sbloccarsi solo 3’e 8” grazie a un tiro libero di Fantoni e su azione 26” dopo grazie ad Adrian Banks. Da lì è iniziata una lunghissima, faticosa, vana rincorsa che ha visto la squadra di Andreazza remare controcorrente nelle rapide pugliesi senza cavare un ragno dal buco.
Sofferenza
Nardò – squadra normale – ha dato l’impressione di avere più punti nelle mani, di possedere maggiore velocità e un’esplosività che alla Libertas sono mancate. E soprattutto, nonostante il fardello delle tre sconfitte iniziali, ha giocato senza tremare i possessi decisivi che hanno puntualmente ricacciato indietro la LL tutte le volte che c’era stata un’ipotesi di riavvicinamento.
Monumentale Banks
Nel contesto di una giornata grigia, la prestazione da statua equestre di Adrian Banks, val bene una sottolineatura. Alla soglia dei 39 anni, l’americano è rimasto in campo 39’, ha segnato 27 punti con 6/7 da 3 (unico errore da oltre i 6. 75 in transizione nel finale disperato) e 35 di valutazione. Per molti minuti ha tenuto a galla la Libertas e poi si è pure messo al servizio della squadra (5 assist). Il guaio è il resto della truppa da 3 ha fatto 2/19 ed il solo Fantoni, in attacco nel pitturato ha scritto la parola magica: continuità, quella che è maledettamente mancata.
Difesa intermittente
Ad accendersi e spegnersi, in questa domenica di metà ottobre è stata anche la difesa. Detto che la maggiore velocità di Nardò e il caucciù delle gambe di Woodson, Stewart jr e Mouaha sono materiale andato di traverso alla Libertas, troppo spesso sono stati concessi tiri da 3 aperti all’Hdl che ha segnato anche le preghiere all’ultimo istante, figuriamoci se non ha fatto ciuff quando ha addirittura potuto prendere la mira. Insomma: la prestazione non va in archivio alla voce delle partite indimenticabili anche perché resta forte la convinzione che con maggiore accortezza questa sfida poteva colorarsi d’amaranto e non di granata.
Occasioni perse
Spiace perché nel contesto di una partita di sangue e sudore sono state sistematicamente buttate via le occasioni per riaprirla. A inizio terzo quarto un and one di Fantoni aveva riportato la LL a -7 (48-41) ed è stato preso un break di 5-0 buono per tornare in apnea (53-41). A cavallo tra la terza e l’ultima frazione la Libertas è tornata a -5 (reverse di Fratto del 63-58) e ha incassato un 9-0 (72-58), arrivata a -6 (75-69 al 37’) è arrivato il 7-0 che ha tagliato le gambe e ha aperto le porte a una notte insonne. Peccato. Nardò non è imbattibile. Lo era per la Libertas di ieri, questo purtroppo sì. Per fortuna il calendario impone subito di voltare pagine. Dopo domani al PalaMacchia arriva Cremona di Luca Bechi e mercoledì sera dovrà valere la legge del fortino di Via Allende.