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Libertas, è stato un anno da Leon:«Livorno nel cuore, ecco dove abbiamo vinto il campionato e come»

di Fabrizio Pucci
Libertas, è stato un anno da Leon:«Livorno nel cuore, ecco dove abbiamo vinto il campionato e come»<br type="_moz" />

Williams rivive le immagini più belle della stagione e saluta i tifosi libertassini: «Siamo stati una famiglia, a Roseto ho pianto: ora spero di giocare ancora in Italia»

03 luglio 2024
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Livorno Il Paradiso all’improvviso. Leon Williams 10 mesi fa era un playmaker olandese, celebre nel suo Paese, ma poco noto dalle nostre parti. In poco meno di un anno, è entrato nella storia della Libertas, nel cuore dei tifosi amaranto e si è ritagliato un posto negli Immortali del Club. Il primo giorno d’autunno fu accolto dai libertassini come un pascià. Nelle scorse settimane le strade si sono divise, non senza qualche lacrima di commozione.

Adesso Williams – che sui social ha già salutato società e tifosi – si gode le meritate vacanze che sta trascorrendo in Croazia con la famiglia, ma non appena gli viene sussurrata la parola “Libertas” diventa un fiume in piena capace di spezzare l’ozio di questi giorni.

Leon, ha realizzato la portata dell’impresa compiuta?

«Ad essere sincere non ancora al 100%. Di certo ho ancora addosso la piacevolissima sensazione di essere uno tra i vincitori del campionato. Sì: siamo i campioni della Serie B Nazionale e mi basta mettere in fila queste parole per farmi venire i brividi».

Secondo lei qual è stato il momento decisivo della vostra stagione?

«Non ho dubbi. Per me è stata la finale di Coppa Italia persa a Roma. Andate a rivedere le foto di quella sera. Eravamo tutti distrutti, addolorati. Piangemmo molto negli spogliatoi. Il dolore provato quella domenica 17 marzo fu brutale. Da quel giorno in poi abbiamo tutti fatto in modo che non risuccedesse di nuovo che non provassimo ancora una volta quelle sensazioni. Penso sia stato in quel momento che ognuno di noi ha realizzato quanto significasse anche per tutti gli altri compagni di squadra, vincere il campionato».

Qual è l’immagine che si porterà per sempre nel cuore?

«La pacifica e festosa invasione di campo nei nostri tifosi a Roseto. In quel momento mi sono commosso. E’ davvero impossibile dimenticarmi quegli istanti meravigliosi».

Qual è stata la caratteristica della Libertas che ha fatto la differenza?

«Sicuramente l’essere un’unica grande famiglia. E guardate che la parola ‘famiglia’ non è assolutamente casuale. Mi spiego: dai giocatori allo staff, dalla dirigenza all’organizzazione che circonda la Libertas a tutti i nostri amati tifosi… siamo stati un una cosa unica. Non riesco davvero a trovare altre parole che ‘famiglia’. Siamo una grande, immensa, bellissima, unitissima famiglia».

Come valuta sul piano umano e tecnico questa esperienza nella Libertas?

«É stata molto difficile, soprattutto all’inizio. Sotto tutti i punti di vista. Paese nuovo, lingua che non conosci, squadra nuova. Ma al contempo posso dire che è stata un’esperienza meravigliosa. Senza dubbio è stata la più coinvolgente e bella di tutta la mia intera carriera. Per questo la Libertas, i suoi tifosi e Livorno avranno sempre un posto privilegiato nel mio cuore».

A proposito della città. C’è un angolo di Livorno che le piace ricordare in modo particolare?

«No. Non c’è un vero e proprio luogo, perché con mia moglie ci siamo innamorati di tutta la città. E poi c’è un aspetto di Livorno che la rende unica e indimenticabile: tutti quanti sono innamorati della pallacanestro. E questo, può essere un dono ma anche una “maledizione”. Nel nostro caso, è stato un gran bel dono perché quell’atmosfera fantastica che si respira in città ci ha aiutato ad arrivare fino in fondo».

Quando è arrivato a Livorno, suo figlio era appena nato. Quanto è stato difficile ambientarsi?

«Personalmente mi sono sentito completamente a casa fin da subito. Certo: a momenti l’approccio con la nuova realtà è stato difficile, ma tutto questo fa parte della vita. Ovviamente non sono l’unico che ha vissuto situazioni analoghe».

C’è un compagno di squadra con cui ha legato in modo particolare?

«Sarebbe impossibile dire un solo compagno. Ho avuto una connessione e un rapporto speciale con ognuno di loro e che custodirò per il resto della mia vita. Sono convinto che quando ci rivedremo, sarà tutto come è stato in questa stagione semplicemente perfetta sul piano umano e dei risultati».

Il futuro di Williams dove sarà?

«Spero sia in Italia da qualche parte. E’ stato veramente piacevole per tutta la mia famiglia stare qui. L’Italia è un Paese bellissimo. Tuttavia, tornare a casa è sicuramente ancora un’opzione per cui potrei anche tornare in Olanda. Per ora mi godo le vacanze».

Leon. Adesso la domanda più facile: che cosa vuole dire ai tifosi?

«Le parole non possono descrivere quanto io apprezzi i tifosi. Avete portato così tanta gioia alle partite, così tanto colore in tutti i palasport d’Italia che siete unici. Non avremmo mai compiuto tale impresa senza di voi. Tutti i miei amici e la mia famiglia in Olanda non riuscivano a credere alla passione che voi qui a Livorno avete durante le partite. Per merito vostro tanti olandesi verranno a vedere la Libertas in futuro. Diciamo che nei Paesi Bassi c’è un cospicuo numero di tifosi Libertassini. Grazie di tutto: vi voglio bene».l


 

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