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Fiorentina, contro il Milan tornano i big. Le formazioni e dove vederla

di Francesco Gensini
Adli che si è conquistato un posto da titolare
Adli che si è conquistato un posto da titolare

La Fiorentina schiera la miglior formazione contro i rossoneri. Palladino: «Dovremo fare una gara perfetta, la vittoria in Conference ci ha dato fiducia»

06 ottobre 2024
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FIRENZE. Ecco la seconda sosta e vale già più della prima, perché poco più di un mese fa alla prima il campionato era andata in scena con tre partite appena, mentre adesso si fermerà dopo averne lasciate sette in eredità.

E se vale tanto per una riprova generale per tutte, vale come detto di più per la Fiorentina di Palladino che allo stop di settembre ci era arrivata con un pareggio sofferto contro il Monza al Franchi rimontando da 0-2 a 2-2, e al secondo ci arriverà dopo aver incrociato il Milan stasera (diretta dalle 20,45 su Dazn) sempre nello stadio amico. Quello che farà la differenza sarà il modo in cui ci arriverà la squadra viola, capace di mettere insieme una sconfitta (Atalanta), una vittoria (Lazio) e uno 0-0 (Empoli) dopo la gara con i brianzoli che la tengono lì in una posizione di semi-anonimato in classifica tendente al basso, dentro molti dubbi evidentemente non ancora risolti sotto il profilo del gioco e dell’identità. «Dobbiamo disputare una partita perfetta – ha detto Palladino ieri al sito del club presentando l’impegno con i rossoneri – perché andiamo ad affrontare una squadra molto forte che è composta da grandi calciatori. Una squadra che pochi giorni fa è uscita vincitrice dal derby con i campioni d’Italia, che se l’è giocata a viso aperto a Leverkusen in Champions League, che ha trovato una sua fisionomia precisa anche modificando il sistema di gioco. Sappiamo che sarà necessario aver cura dei dettagli, dei particolari, ma ho visto allenamenti fatti molto bene dai miei e una forte determinazione da parte loro: veniamo dal successo in Conference League e le vittorie, si sa, portano entusiasmo e fiducia. Insomma, siamo pronti e sono sicuro che i ragazzi faranno il possibile per regalare una notte magica ai tifosi e al presidente Commisso che in questo periodo ci è stato vicino ed io ho avuto la possibilità di conoscere un grande uomo. Infine, sono felice per la bella notizia che riguarda Mandragora: l’infortunio che ha subìto contro i New Saints non è serio come temevamo. Lo terrà fuori comunque per qualche settimana, ma ho sentito Rolando ed è già carico e proiettato verso la rieducazione che lo rimetterà presto in campo. Noi l’aspettiamo a braccia aperte».

Tornando al Milan, Biraghi e compagni hanno il compito di provare a sfruttare al meglio questo nuovo impegno casalingo per imprimere così una svolta alla stagione che in caso di successo decisiva e definitiva in senso ovviamente positivo, e per andare alla sosta con buone prospettive e senza brutti pensieri. Palladino per conquistare il secondo successo in campionato potrà contare sul rientro dei tre squalificati in Conference (Comuzzo, Quarta e Ranieri) e, ovviamente, si affiderà a un turnover che più ampio non si può per schierare subito la Fiorentina migliore e più competitiva. Nel segno della difesa a quattro sdoganata nella ripresa contro la Lazio e confermata

successivamente sia con l’Empoli e sia con i gallesi. Difesa in cui ci si aspettano Dodô e Biraghi esterni con due tra i succitati Comuzzo, Ranieri e Quarta, mentre per rivedere Pongracic in lizza per un posto ne riparlerà dopo la sosta.

Detto che Kean sarà chiaramente il riferimento offensivo e che alle sue spalle con ampia libertà di movimento ci sarà Gudmundsson, qualche dubbio “voluto” il tecnico campano se l’è portato dietro fino a oggi per quello che riguarda il centrocampo e, come conseguenza, la trequarti. Se la linea mediana sarà a due con l’ex della partita Adli (galvanizzato dal gol segnato in Conference League) accanto a Cataldi, allora l’islandese avrà da una parte Colpani e dall’altra Gosens per dare manforte al centravanti acquistato dalla Juventus. In caso di inedito centrocampo a tre, si aggiunge uno tra Bove e Richardson ed esce uno tra Colpani e Gosens per passare al 4-3-2-1 o “albero di Natale”: ma come ripete sempre Palladino, non è il sistema di gioco a fare la differenza, ma l’interpretazione e le posizioni dei singoli dentro il modulo stesso.
 

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